Nørgaard all'Arsenal, la storia di un 31enne che (non) giocava alla Fiorentina

Pantaleo Corvino lo aveva capito subito, Christian Nørgaard ha qualcosa di speciale. Trentun anni, centrocampista difensivo, nuovo acquisto dell'Arsenal di Mikel Arteta in Premier League. Arriva dal Brentford per 11 milioni ed è speciale... per la sua normalità. Non ha dati atletici folli, ma è un ottimo equilibratore. Buon fisico, eccellente passaggio: Nørgaard sarà una chiave in più per i Gunners, uno schermo davanti alla difesa per fermare gli avversari e impostare il gioco. Barriera e metronomo. Se guardi la partita, non vedrai Nørgaard. Ma se guardi Nørgaard, avrai già visto tutta la partita. Lo dicevano di Busquets, vale anche per lui. Costava solo 3 milioni Nel pieno della sua maturità, il centrocampista danese è pronto al salto tra i campioni. Oggi sogna di vincere la Premier League, ma fino a quattro anni fa giocava ancora in Championship. Era arrivato al Brentford nel 2019 e ha assaggiato la Premier solo dopo la promozione del 2021, a ventisette anni. Ha impiegato del tempo a scoprirsi davvero. Ma qualcuno aveva già capito le sue potenzialità nell'estate 2018, quando giocava al Brøndby e costava solo 3 milioni. L'intuizione, ça va sans dire, è di Pantaleo Corvino, allora direttore della Fiorentina, che lo prese dal campionato danese per aggiungere di un regista fisico alla mediana di Stefano Pioli. Nørgaard e la Fiorentina: un blitz e sei partite Ma andiamo con ordine. L'operazione Nørgaard-Fiorentina è il classico colpo di fulmine. Il blitz che si apre e si chiude in poche ore. Poche, come le presenze di Nørgaard in viola. Sei, per l'esattezza. Sì, l'attuale centrocampista dell'Arsenal è stato solo una meteora in Serie A. La Fiorentina lo ha seguito per più di un anno, ha affondato il colpo in un paio di giorni e lo ha rivenduto - con una piccola plusvalenza - dopo una sola stagione. La prima data chiave per il suo passaggio in viola è il 18 giugno 2017. Europeo U21, in campo Danimarca e Italia. In tribuna siedono gli scout viola: la Danimarca perde 2-0, ma la relazione su Nørgaard è più che positiva. Se ne ricorda un anno dopo l'intermediario Gerry Piccolillo: la Fiorentina cerca un centrocampista e Nørgaard è il profilo perfetto. Piccolillo chiama Corvino e propone il classe '94. La risposta è subito positiva: "Portiamolo a Firenze". Quanto serve? Poco. 3.2 milioni di euro e qualche bonus. Il Brøndby accetta di buon grado e il giocatore sbarca in Serie A. L'esordio arriva subito. 26 agosto 2018, Fiorentina-Chievo 6-1. Nørgaard subentra a Edimilson Fernandes. Gioca 40 minuti e convince. Ma da lì in avanti alterna panchina e tribuna per quattro mesi. Torna in campo a dicembre, da titolare contro l'Empoli. Replica contro Genoa e Chievo, poi scompare per sempre dalle rotazioni: avrà spazio solamente in altri due spezzoni. In totale, gioca 323 minuti divisi su sei partite. Pochissimi. E a fine stagione lascia la Fiorentina, che nel frattempo ha cambiato allenatore, direttore e proprietario. Nørgaard parte per 3.5 milioni e si rilancia in Inghilterra grazie alla fiducia del suo 'secondo padre', Thomas Frank, che lo ha allenato prima con la Danimarca U16, poi al Brøndby, infine al Brentford. Oggi, dopo otto anni insieme, tra Frank e Nørgaard sarà... derby. Uno al Tottenham, l'altro all'Arsenal. Da maestro e allievo, a rivali del North London: ne hanno fatta di strada. Non è mai troppo tardi e il classe '94 lo sa bene. A trentun anni sentirà per la prima volta l'inno della Champions League: "È il sogno di una vita... e pensavo non ce l'avrei fatta". Invece sì. Lo farà con lo stemma dell'Arsenal sul petto, in una stagione che promette benissimo: insieme a lui sono arrivati Kepa, Mosquera, Madueke e Zubimendi. E si attende il colpo grosso: Viktor Gyokeres. Un altro giocatore tardivo, meteora di Brighton e Swansea e oggi miglior marcatore d'Europa a ventisette anni. Nørgaard come lui ha saputo aspettare il suo momento. E negli anni si è scoperto.... normale. Cioè speciale: nel calcio dei superatleti, serve un equilibratore. Chissà se prima di firmare con l'Arsenal ha ripensato al suo viaggio. A Firenze, alla Serie A. Di sicuro, nel suo ufficio a Lecce, Pantaleo Corvino ha aggiunto un'altra intuizione a un registro già ricchissimo.

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Luca Bendoni