Donnarumma al Manchester City: un falso paradosso

Il paradosso ha trovato una soluzione. A poche ore dalla fine del mercato il miglior portiere dell’ultima stagione ha trovato una squadra. E che squadra. Gianluigi Donnarumma nuovo portiere del Manchester City è una di quelle mosse che può cambiare gli equilibri e le dinamiche del calcio europeo, una mossa che ha un impatto sui rapporti di forza con le avversarie ma anche sul modo di giocare della squadra di Guardiola. Storia di un azzardo Nasce tutto dall’azzardo, di cui si è assunto la responsabilità Luis Enrique, preso a Parigi dalla dirigenza della squadra campione d’Europa, giustificando il cambio di rotta tra i pali con la scarsa attitudine di Gigio al gioco con i piedi. Un elemento così centrale nel progetto di gioco di Lucho. Verità o mezza verità? Non lo sapremo mai, quel che è certo è che il Psg va a Udine a giocare la Supercoppa Europea con un nuovo numero 1: via Donnarumma dentro Lucas Chevalier, reduce da una grande stagione con il Lille. Chevalier sotto pressione sbaglia subito, nel frattempo Gigio e il suo entourage cercano una via d’uscita. Il 22 agosto il saluto al Parco dei Principi è da brividi: Donnarumma, in borghese e da separato in casa, viene portato sotto la curva dai suoi compagni al termine di Psg-Angers. Il paradosso raggiunge il suo apice: la squadra che ha coronato il sogno di vincere la Champions League si separa dal calciatore che più di tutti ha contribuito al successo. Il portiere senza porta a dieci giorni dalla fine del mercato deve trovarsi una destinazione. Trema anche Gattuso all’idea di un capitano della nazionale senza squadra. L’unica via d’uscita è quella che indirizza verso Manchester dove però Guardiola deve riuscire a vendere Ederson. Che nel frattempo è finito in panchina, con James Trafford, il portiere cresciuto nel City e tornato dopo l’esperienza al Burnley per più di 30 milioni di euro, promosso titolare. L’incastro riesce: Ederson va al Fenerbahce e, praticamente sul gong del mercato, Gigio sbarca in Inghilterra diventando il primo italiano a giocare con Guardiola e il quarto italiano dopo Rolando Bianchi, Bernardo Corradi e Mario Balotelli a vestire l’azzurro del City. Sull’upgrade tra i pali nessun dubbio: rispetto all’ultima versione di Ederson, Guardiola in Donnarumma trova un tesoro. La questione gioco con i piedi torna però d’attualità: come può il portiere che non andava a genio a Luis Enrique incontrare le esigenze di Pep che al portiere chiede grandi responsabilità in impostazione? Con Ederson, il City ha avuto praticamente un giocatore in più di movimento in questi anni. Forse siamo di fronte a un falso problema. Sicuri siamo che il capitano dalla Nazionale sia così scarso con i piedi? La stagione del Psg dimostra che tutti questi danni in costruzione non li ha fatti e se qualcosa ha tolto, tantissimo ha dato con le mani, salvando la sua squadra a più riprese nel cammino fino alla finale di Monaco. Sta un po' cambiando anche la richiesta di Guardiola ai suoi portieri: il City parte dal basso meno di una volta, contro le squadre che pressano la scelta spesso è di chiedere al portiere di lanciare lungo cercando Haaland sul profondo. Donnarumma avrà comunque bisogno di tempo per adattarsi alla Premier League, per i portieri un mondo a parte. Un campionato molto fisico in cui il metro arbitrale non è sempre e comunque a favore dei portieri sui contatti e in cui ogni corner è una battaglia. La cosa importante è aver evitato il paradosso del portiere senza porta: il nuovo capitolo della carriera di Gigio può cominciare.

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Federico Zancan