Nulla di nuovo sul fronte laziale

Maneggiare con cura. Nulla di nuovo sul fronte… laziale. Quando si tocca il tema mercato gli equilibri tra Sarri e la società sono sottilissimi. Figurarsi in un’annata come questa dopo il blocco alle operazioni in entrata in estate, il rapporto solido ma sempre sul filo dell’elettricità tra l’allenatore e Lotito e gennaio che si avvicina. “Non indeboliremo la rosa” aveva dichiarato il presidente biancoceleste nel pre-partita col Bologna. “Non indebolire non basta, questa squadra va rinforzata. Se devono arrivare giocatori che non ci migliorano, meglio non arrivino. Devono arrivare calciatori che possono effettivamente migliorare questa squadra, che sta lavorando veramente benissimo” - la replica di Sarri nel post. L’impressione è che alla Lazio, nonostante sia in ritardo dalla zona Europa - ma in netta ripresa per prestazioni e risultati dopo un avvio shock con appena 3 punti conquistati nelle prime 4 -, basterebbe poco per essere una squadra con tutte le armi in regola per guadagnarsi un posto in Europa. La certezza invece è che oggi né il club né l’allenatore possono sapere che destino li attende. La Lazio deve agire a gennaio ma con lo sguardo rivolto anche, anzi soprattutto, a giugno, mese nel quale, non certo casualmente, l’allenatore ha più volte annunciato che valuterà il suo futuro nonostante sia blindato da un ricco triennale firmato pochi mesi fa. Il bilancio del club è al vaglio della nuova autorità di controllo sui conti. Entro un paio di settimane si saprà se il mercato invernale dei biancocelesti sarà a saldo zero o libero. Una decisione che avrà un peso anche su quello di giugno, quando la soglia dell’indice del costo del lavoro allargato scenderà dallo 0,8 attuale allo 0,7. Ecco perché la Lazio ha la necessità di guardare anche oltre. L’aria che tira insomma non è propriamente quella delle grandi spese e Sarri, dichiarazioni pubbliche a parte, ne è consapevole. I primi tre mesi di stagione non hanno modificato i suoi desiderata rispetto a quest’estate: un terzino sinistro, una mezzala in più e un nuovo centravanti. Serviranno plusvalenze e forse un sacrificio per accontentarlo. A preoccuparlo ora è soprattutto il rendimento delle punte centrali. Sta diventando un limite. Dei 17 gol stagionali ben 9 li hanno firmati gli esterni, appena 4 i tre centravanti alternati fino ad oggi. Castellanos , tornato in campo in settimana contro Milan e Bologna dopo due mesi di stop, appare nervoso e molto lontano dalla miglior condizione. Dia ha segnato l’unico gol il 31 agosto scorso, è rimasto a guardare nelle ultime due ed è in partenza per la Coppa d’Africa. Noslin, a segno due settimane fa col Lecce, lo ha superato nelle gerarchie e avrà maggior minutaggio ma non è riuscito ancora a convincere pienamente l’allenatore. Che, ormai è evidente, lì davanti vorrebbe qualcosa di diverso. L’ennesimo SOS lanciato da Sarri rimarrà inascoltato? Difficile dirlo oggi, ma un conto è non volerlo aiutare, un altro è non poterlo fare. Perché per tratteggiare con precisione quello che oggi è lo scenario in casa Lazio bisogna anche ricordare che in rosa ci sono diversi big in attesa di rinnovo o di adeguamento contrattuale. Promesse o prime trattative oggi in stand-by per via dell’alt sul mercato ma che nei prossimi mesi torneranno d’attualità. Da Gila a Guendouzi, passando per Romagnoli e Marusic: sono diverse le situazioni da sbloccare. Anche per questo tra non indebolire una squadra e rinforzarla c’è una bella differenza. Come tra le esigenze di Sarri e quelle Lotito. Destinati dal mercato a vivere in perenne contrapposizione. Non da ieri ma da quasi quattro anni.

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Matteo Petrucci