La rivoluzione di Paratici a Firenze ha dei contorni ben definiti

La rivoluzione della Fiorentina sarà rumorosa. E non può essere altrimenti. Serve cambiare tutto, a partire dalla mentalità, per permettere alla squadra di Vanoli di centrare una salvezza che sembrava un obiettivo nemmeno improbabile, ma proprio impossibile, a inizio anno. Ma che invece ora è diventato l’unica cosa che davvero può contare. Una rivoluzione che passerà dalle mani di Fabio Paratici. È necessario cambiare gli animi di uno spogliatoio i cui equilibri si sono irreparabilmente rotti: lo dimostrano sia la classifica, sia le prestazioni. Nonostante le qualità ci siano tutte, o il 5-1 all’Udinese non si sarebbe mai potuto mai materializzare. Questo, Paratici lo sa bene e lo sa anche l’allenatore Vanoli: serve aria nuova, ma anche preservare quelle che sono le peculiarità della squadra. E quindi non si può prescindere da uno come Kean, per esempio. O da De Gea, che quest’anno sta faticando di più ma che resta un leader in campo e fuori. Confermati anche Gudmundsson , Ranieri, Parisi e Comuzzo. E confermato anche Gosens, che in estate ha avuto una proposta dall’Atalanta ma che ha preferito rimanere a Firenze. Cosa si cerca A loro è stato chiesto di guidare i nuovi che necessariamente arriveranno e per i quali la Fiorentina cerca con una specifica prerogativa: la voglia di riscatto e di emergere. Di qui, per esempio, gli interessamenti a centrocampo per Brescianini o Samardzic dell’Atalanta: mezzali che non hanno del tutto convinto in nerazzurro ma che hanno tutta l’intenzione di emergere e far vedere il loro reale valore eventualmente con un’altra maglia. Come potrebbe essere quella viola. Non si esclude infatti che sia proprio il centrocampo il settore che potrebbe subìre più cambiamenti. Perché un giocatore come Mandragora potrebbe non essere certo della permanenza: tante polemiche di recente lo hanno travolto e qualche interessamento verso di lui c’è stato, non ultimo quello del Genoa - sarebbe un ritorno - che però non ha al momento le capacità economiche per poterlo riportare in Liguria. A centrocampo succederà molto, sì, ma servono anche gli esterni con il nuovo modulo varato da Vanoli. Per questo, piace un giocatore come Luvumbo del Cagliari, che in Sardegna non trova spazio , ma che a Firenze potrebbe essere l’uomo giusto per aiutare Kean a ritrovare la via del gol; piace Mateo Silvetti, argentino classe 2006 dell’Inter Miami già cercato dalla Fiorentina in passato, che Paratici reputa molto intrigante. Per quest’ultimo, l’arrivo in Italia verrebbe visto con entusiasmo. Ed è proprio quanto cerca la Fiorentina. Qualità e quantità: serve questo alla squadra e a pure all’allenatore, il cui futuro resta comunque in bilico. Da quando è arrivato, Vanoli ha deluso: è stato confermato anche dopo la sconfitta contro il Parma ma deve far capire di poter gestire la situazione. Anche su di lui, le valutazioni di Paratici saranno molte. Cosa che dimostra ancora di più quanto il compito del dirigente sarà impegnativo. Dovrà prima di tutto ricostruire, stando attentissimo ai valori di un bilancio che ha visto la società investire tantissimo, senza però recuperare le spese. Dovrà poi aiutare l’allenatore a ristabilire la pace all’interno dello spogliatoio, con giocatori nuovi e con cessioni funzionali. E dovrà infine pensare al futuro: con la salvezza in testa e con la voglia di ricostruire dalle macerie di una stagione davvero molto complessa. Ha quattro anni, dopo questi primi sei mesi, per riuscirci. Una bella sfida.

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La rivoluzione di Paratici a Firenze ha dei contorni ben definiti

Vanessa Leonardi