Talento vivo ma fragile, Gio Reyna vuole rinascere

C’è qualcosa di struggente nei talenti che si rompono troppo presto. Non per colpa loro, ma per quella crudele impazienza del tempo che non aspetta nessuno. Giovanni Reyna era destinato a illuminare la notte del calcio europeo. E invece si è trovato, stagione dopo stagione, a rincorrere se stesso. Ma certi doni non si cancellano: si nascondono, si assopiscono, e aspettano che qualcuno abbia il coraggio di crederci ancora. Era il principe silenzioso del Dortmund, ma di silenzio intorno a lui non ne ha mai sentito. Dalla pressione di essere figlio d’arte, al talento - talmente puro - da non lasciargli neanche il tempo di realizzare di essere un predestinato. Figlio di Claudio Reyna, ex capitano della Nazionale Usa, e di Danielle Egan, anche lei ex calciatrice, Gio aveva il calcio nel sangue prima ancora che nei piedi. Il talento era talmente evidente da non lasciargli neanche il tempo di rendersene conto: a 17 anni dribblava come se danzasse, serviva assist con la leggerezza di chi gioca d’istinto. Nel 2021 valeva 40 milioni di euro. Quattro anni dopo, si è parlato di un interessamento del Parma. Costo dell'operazione: meno di 10 milioni. Ma è tutto fermo. Nato in Inghilterra, cresciuto negli Stati Uniti, Giovanni Reyna si trasferisce al Borussia Dortmund nel 2019. A gennaio 2020 debutta tra i professionisti e diventa il secondo americano più giovane a segnare in Bundesliga, dietro solo a Pulisic. Ma non è la precocità il suo segno distintivo: è l’eleganza. Gioca a testa alta, vede il gioco prima degli altri, rifinisce con naturalezza. Intorno a lui, in quegli anni, un attacco da videogioco: Haaland centravanti, Sancho sull’esterno, Bellingham mezzala. E lui, Reyna, a illuminare la trequarti. A 17 anni e 82 giorni diventa anche il marcatore più giovane nella storia della Coppa di Germania. Due settimane più tardi debutta in Champions League diventando il terzo più giovane di sempre con la maglia del Dortmund, regalandosi anche un assist proprio a Haaland. Il norvegese lo soprannominò subito “l’American Dream”. Poi, il sogno si inceppa. Iniziano i problemi fisici: muscolari, tendinei, inguinali. In quattro anni, Reyna resta fuori complessivamente per 477 giorni, saltando ben 84 partite. L’ultima stagione, la 2024/25, racconta un altro capitolo complicato. Dopo un prestito deludente al Nottingham Forest, torna a Dortmund, ma si ferma nuovamente. Solo 26 presenze complessive tra Bundesliga, Champions League e Mondiale per Club, con 2 gol e 1 assist. Numeri modesti, ma che parlano comunque di un talento ancora vivo, anche se ingabbiato in un corpo fragile. E così, da potenziale uomo mercato da 40 milioni, oggi il suo valore è sceso sotto i 10. Ma che tipo di giocatore è Reyna? Come vedete dalla grafica e dai dati di Soccerment, gioca principalmente sulla trequarti o come esterno su entrambe le fasce . Il suo profilo lo classifica come 'Chance Creator', cioè un giocatore che anche partendo largo non si comporta come un esterno puro da 1 contro 1. Il suo lavoro è altro: costruire, rifinire, dialogare. È più un regista offensivo che un’ala. Un rifinitore, appunto. Solo nel 10% delle sue azioni rientra nella categoria del dribblatore 'one-to-one explorer'. Inoltre, è anche in grado di poter giocare da mezzala offensiva. Un dato che suggerisce come possa essere utilizzato anche in un centrocampo a tre, in particolare da mezzala sinistra in un 4-3-3, con libertà di avanzare e incidere negli ultimi 30 metri. Ma più della posizione in campo, Reyna ha bisogno di un ambiente dove poter rimettere insieme i pezzi. Perché le sue qualità non sono mai state messe in discussione. Ma solo in pausa. Il calcio, come la vita, offre sempre una seconda possibilità e, a volte, valgono più delle prime. Forse non tornerà mai ad essere il ragazzo che faceva impazzire Dortmund. Ma può diventare qualcosa di diverso. Di più vero. Un uomo che ha guardato il proprio sogno sbiadire e ha trovato il coraggio di inseguirlo ancora. E se davvero Reyna saprà ritrovarsi, allora il calcio avrà regalato a sé stesso una piccola poesia in mezzo al rumore.

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Talento vivo ma fragile, Gio Reyna vuole rinascere

Pier Francesco Monachino