I retroscena dietro la trattativa Como-Morata

C’è una telefonata, risalente ai primi giorni di giugno, alle radici della trattativa che ha portato Alvaro Morata al Como. A chiamarlo è Cesc Fabregas, allenatore del club, ma soprattutto amico ed ex compagno di Nazionale e al Chelsea dell’attaccante spagnolo. Un contatto diretto, personale, che ha aperto uno spiraglio e dato il via a un’operazione che ora è realtà. Fabregas e Morata si conoscono bene: si sentono spesso, anche durante la scorsa stagione. Questa volta, però, la conversazione prende una piega diversa. Il Como è alla ricerca di un attaccante e Morata, reduce da una stagione complicata tra Milan e Galatasaray, sembra essere l’uomo giusto al momento giusto. Durante il confronto si va sul concreto: da una parte l’allenatore del Como gli illustra il progetto del club, dall’altra Morata manifesta la volontà di tornare in Italia, Paese in cui ha vissuto le sue migliori stagioni, soprattutto con la maglia della Juventus. Da quel momento inizia la metamorfosi della trattativa, resa complicata dalla situazione contrattuale del giocatore. Morata è infatti legato al Milan fino al 2028, ma da gennaio è in prestito al Galatasaray. Il Como entra così in contatti con la società rossonera, che si mostra disponibile a cedere il cartellino dell’attaccante per una cifra vicina ai 10 milioni di euro. Contemporaneamente, parte la trattativa con l’entourage del calciatore: diversi incontri si tengono tra Como e Milano, tra cui una cena proprio in riva al lago, in cui si definiscono i dettagli dell'accordo tra le parti. In un incontro a tre tra Como, Milan e gli agenti del giocatore, si discutono le ultime condizioni: nella stessa occasione si parla anche del difensore Malick Thiaw, che però alla fine dice no al trasferimento. L’ultimo ostacolo da superare è il Galatasaray. Il club turco, che ha perso Osimhen – tornato a Napoli dopo la fine del prestito - si ritrova con il solo Icardi e non ha intenzione di lasciar partire Morata a cuor leggero. Il prestito, costato tre milioni per sei mesi, ne richiederebbe altrettanti fino a gennaio. E a Istanbul sanno bene che un attaccante del livello di Morata, a quelle cifre, non si trova facilmente. E lo sa anche Fabregas, che dopo Como-Milan dello scorso gennaio, match in cui l’ex Juve viene sostituito all’intervallo, difende il connazionale, che da lì poco lascerà la Serie A in direzione Turchia: “Se segnassimo il 20% delle occasioni saremmo in Europa League. Fanno la differenza gli attaccanti e gli esterni. Costano 80 milioni. Morata era capitano della Spagna che ha vinto l’Europeo, ha fatto sempre bene. Un buon giocatore, farà bene”. Ora si spiega il motivo. Per questo il Galatasaray chiede un indennizzo o comunque un accordo con il Milan per chiudere il prestito anticipatamente. Tornato Osimhen al Galatasaray, la trattativa per Morata al Como entra nel vivo. E dopo diversi giorni arriva il sì definitivo, che permettere al classe 1992 di firmare finalmente con il Como, terza squadra in Italia di cui indosserà la maglia dopo Juventus e Milan. Fabregas ci ha creduto per primo. E ora a Como Morata spera in un’altra telefonata, magari di de la Fuente, magari per il Mondiale del 2026...

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Marco Demicheli