Garda 2031: un sogno chiamato mondiale dei mondiali di ciclismo

“Il sogno è portare qui in questa zona, in Trentino nell’alto Garda, il mondiale dei mondiali di ciclismo. Ci piacerebbe già per il 2031 ma se non si riuscirà ci riproveremo”. Non ci gira troppo attorno Silvio Rigatti, presidente della Garda Dolomiti Azienda per il Turismo S.p.A, ciclista e anima del Bike Festival Riva del Garda: il Trentino vuole IL mondiale, quello in cui l’UCI porta tutte le discipline a due ruote a pedali, dalla strada alla pista, passando per mountain bike, BMX e ciclismo acrobatico, in un unico Paese per assegnare le sue maglie iridate. Come successo nell’edizione inaugurale di Glasgow 2023, quella vinta su strada da Mathieu van der Poel. La prossima, nel 2027, sarà in Francia, in Alta Savoia e poi, si spera, si sogna, che ci possa essere l’Italia, magari suddivisa in più luoghi ma con una forte presenza al Garda. Ma per capire perchè si sogni così in grande bisogna raccontare i luoghi, le persone e anche il Bike Festival che ha avuto un ruolo fondamentale nella crescita della cultura 'ciclabile' ancor prima che ciclistica di una zona nota principalmente per l’arrampicata e il windsurf. Una mano ce la dà Maurizio Fondriest, campione del Mondo su strada nel 1988 anche lui presente a Riva nei giorni del festival: “C'è una parte di bravura e una parte di fortuna: la parte di fortuna è che il lago di Garda e soprattutto la parte nord del lago di Garda dove c'è il vento, porta i surfisti. Poi c'era anche la la bravura di essere riusciti a portare non solamente la vela e il windsurf ma anche la bicicletta. Nella parte di bravura ci metto anche il lavoro della Provincia Autonoma di Trento: l’associazione 'Io rispetto il ciclista', fondata da me, Marco Caorso e Paola Gianotti ha fatto diverse iniziative per la sicurezza stradale, a partire dai 22mila cartelli in tutta Italia per sensibilizzare a sorpassare i ciclisti ad un metro e mezzo di distanza fino al progetto delle 'bike lane', quelle corsie ciclabili disegnate sull’asfalto laddove non ci sia la possibilità di una pista ciclabile con cordoli vera e propria, per creare una sorta di 'zona di attenzione e rispetto' del ciclista. Già a fine mese, proprio da queste parti, avremo due strade con queste bike lane sperimentali per poi portarle anche in in tante altre zone, però questo non è che l'ho scoperto io, girando per l'Europa lo vedi, ci sono dei Paesi che sono più avanti di noi, quindi bisogna copiare quello che fanno bene gli altri. Io mi auguro che quello che faremo qua in provincia di Trento venga ripreso dalle altre province. Anche perché ormai i ciclisti, turisti e non, portano anche un bell’indotto”. Come accennato da Fondriest a far scattare l’amore tra il Garda e la bicicletta galeotto fu proprio il windsurf: “31 anni fa i giornalisti tedeschi che venivano al Garda a provare le vele da windsurf - ci racconta ancora Silvio Rigatti - quando non c'era il vento non sapevano che fare, così decisero di inventarsi un raduno per appassionati di mountain bike. Si portarono queste nuove biciclette e iniziarono a testarle sul territorio. Da lì è nata proprio l'idea di creare un bike festival dove si possano testare le biciclette, dove le aziende portano le novità costruite durante l'inverno per aprire la stagione nel mese di maggio e così via. Partita inizialmente con 150 persone siamo arrivati agli 80mila di oggi, con 200 espositori e 400 marchi internazionali. Insomma sono numeri importanti che insieme agli atleti che fanno le gare del sabato costituiscono un evento veramente a 360° dedicato alla bicicletta”. Ma cosa si fa al Bike Festival di Riva in quei quattro giorni? Si pedala. E tanto, soprattutto su sentieri sterrati dalla Mountain bike alla Gravel e ovviamente alla E-bike. Si può farlo per piacere o per competizione: la Bike Marathon del sabato con partenza da Riva nella sua versione Extreme è dedicata ad atleti élite che cercano punti UCI ma anche ad amatori preparati; più abbordabili invece la Ronda Grande e la Piccola che permettono a tutti di competere e divertirsi in sicurezza. Poi la Maxxis Gravel Garda in due versioni , e la Ebike Marathon che insieme alla Bosch Emtb Challenge è riservata alle bici con pedalata assistita. E per finire la domenica è dedicata ai bambini e allo Scott Junior Trophy, gara aperta a partecipanti dai 3 ai 14 anni per farli divertire e far crescere la passione. A godersi la Emtb Challenge del sabato però anche una leggenda del bike trial, Danny McAskill, lo scozzese che, insieme al suo collega austriaco Fabio Wibmer, ha rivoluzionato il mondo dei video, social e non solo, e delle evoluzioni su due ruote. Lo stile di Danny è da sempre creativo e ironico e se non lo conoscete andate a cercare alcuni dei suoi video come 'Imaginate' o 'Danny’s wee day out' e capirete di chi parliamo. “Le biciclette stanno esplodendo in popolarità, quest’anno mi sembra che ci sia molta più gente rispetto a quando venni nel 2017 a fare qui una mia esibizione. Ovviamente - prosegue lo scozzese - ci sono anche tante ebike in più in giro, ma questo porta più persone su due ruote ed è sempre bello. Ho avuto l’occasione di fare un giro qui attorno partecipando alla Bosch EMT Challenge che mi ha portato tra queste splendide montagne. È stato davvero difficile tenere gli occhi sul terreno e guardare dove andavo perché i panorami erano spettacolari. Quello che amo è quel mix tra salite dure e tecniche e discese veloci. Ho pedalato con alcune leggende della mountain bike ed è stata una splendida giornata sui sentieri. Il gran lavoro che hanno fatto qui l’ha portata ad essere una Mecca del ciclismo: più percorsi, più ciclisti, insomma più divertimento”. Al Bike fest, oltre a testare bici, vedere prodotti nuovi che ancora devono uscire sul mercato e partecipare a feste e serate in compagnia, si possono incontrare anche tanti atleti di livello mondiale. Una, di casa qui, è Eleonora Farina, da più di dieci anni nel mondiale UCI Downhill, due volte campionessa Europea della specialità e vincitrice, lo scorso anno della tappa di Les Gets, con cui abbiamo fatto quattro chiacchiere: “Io abito qui a 20 km da Riva del Garda, questa è proprio casa mia da quando ho cominciato a praticare tutti gli sport che ho sempre fatto e quindi sicuramente l'ho vista cambiare, modificarsi, aumentare di numero di trail e ho visto l’evoluzione dei Bike Park, sempre più organizzati e strutturati. Quindi sì, sicuramente c'è sempre più anche un turismo sportivo legato all’ambiente, alla natura, che sicuramente qui non ci manca. Poi è bello anche potersi allenare, ci sono tantissimi professionisti anche su strada che abitano qui oggi, non solo sciatori. Qui si è creata la situazione giusta ma è importante il rispetto, per il ciclista ma anche per le macchine: deve esserci da entrambe le parti perché anche da ciclisti noi dobbiamo rispettare le nostre regole, che sono le stesse della strada, e poi ci vogliono sempre più informazione e cultura. Mi piace tantissimo il bollo del metro e mezzo ". A Eleonora non potevamo non chiedere anche le ambizioni per la stagione di Downhill che sta per cominciare : “Quest'anno sarà da sbattagliare , vedo il livello crescere sempre di più, le ragazze sono sempre più forti ed è molto bello. Dopo la vittoria sotto la pioggia a Les Gets punto a confermarmi a quel livello, l’esperienza non mi manca”. Prima di lei, l’ultima a vincere una gara in Coppa del Mondo in Downhill era stata Giovanna Bonazzi, due volte campionessa del mondo della specialità , veronese, ora proprietaria di una gelateria, frequentatrice abituale del Bike Fest, che non ha perso il gusto per una buona pedalata, specie in discesa, con gli amici: “A vivere il Bike Fest dall’inizio sono stata probabilmente io e qualcun altro: stiamo parlando già del ’94 o qualcosa del genere. Qui si teneva una gara di discesa a cui naturalmente partecipavo ma alla fine era proprio una festa, non tanto una gara. Anche ooggi per me è un ritrovo di vecchi amici con cui pedalare e fare quattro chiacchiere”. E su Eleonora Farina e la scena downhill femminile ci tiene a dire la sua: “Ai mondiali della Val di Sole io avevo portato una specie di testimone iridato e speravo di darlo a qualcuno; ho ancora questa speranza di passarlo o a Eleonora , o a Gloria Scarsi o a Veronika , se non a tutte e tre perché un podio sarebbe una cosa pazzesca. Sono ragazze con capacità fuori dal comune e da un punto di vista umano veramente fantastiche. Si meritano di vincere". Chissà magari di farlo proprio qui sulle strade di casa se, come si sogna , dovesse arrivare quel mondiale dei mondiali già nel 2031. Se no se ne riparlerà più avanti, perché al Garda non vogliono mollare dall’alto dello status di paradiso ciclabile d’Italia.

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