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Dalla F1 alla MotoGP, Vettel-Dovi: storie diverse, stesso cuore Rosso

Formula 1

Chiara Baroni

Il trionfo di Andrea nel GP d'Austria ha dato al pilota della Ducati nuova energia e convinzione nei propri mezzi. Quello della Ferrari di Seb a Budapest, invece, è stata l'ennesima conferma del talento del tedesco e della potenza della SF70 H

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Hanno corso la prima stagione per intero da titolari nel 2008, solo che poi uno ci ha messo davvero poco a capire di avere la stoffa del campione, mentre l'altro lo sta realizzando per la prima volta solo adesso. Sebastian Vettel, Andrea Dovizioso: due storie sportive che in comune finora hanno avuto davvero poco, ma che si sono incrociate, domenica, facendo battere forte il cuore agli italiani. Quando Dovi, su quella gomma morbida che nessun altro aveva osato montare, ha scaricato non solo le virtù della nuova carena Ducati, ma anche tutto il suo coraggio, tutta la sua fantasia. E la fuga di Marquez, che sembrava quasi ineluttabile, ha perso slancio, lasciando a tutti la certezza che la Rossa delle due ruote può davvero correre per il titolo. 

La Rossa delle quattro ruote, invece, non insegue, scappa. E grazie alla vittoria in Ungheria, Vettel se ne è andato in vacanza con un tesoretto di 14 punti su Hamilton. Un gap che non rende appieno l'idea di quanto l'inglese possa essere andato in crisi dopo essersi inchinato, oltre che alla Ferrari, anche a Valtteri Bottas, che ormai in Mercedes considerano un suo pari. Un assist che non va sprecato: ecco perché a Maranello la parola d'ordine durante la sosta è stata concentrazione, da tenere alta per ricominciare là dove si era finito. Ma che si tratti di scappare o di inseguire, ce n'è abbastanza per sperare che questa settimana voli via. Tanta la smania di vedere cosa succederà a Spa e a Silverstone, dove Vettel e Dovizioso cercheranno di tenere vivo il sogno di una Rossa di mezza estate.