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Formula 1, Ferrari: non è finita, 6 motivi per credere nel Mondiale

Formula 1

Mara Sangiorgio

Lottare fino all'ultima curva, senza farsi prendere da facili isterismi. La missione di Sebastian Vettel e della Rossa è difficile ma non impossibile: ecco cosa serve dalla prossima gara in Malesia e fino all'ultima bandiera a scacchi

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Sei gare per crederci. E lottare ancora, fino all'ultima curva dell'ultimo gran premio.  E soprattutto, senza farsi prendere da facili isterisimi. Sarà questa la missione di Vettel e della Ferrari. Sei gare con sei buoni validi motivi per non pensare che i 28 punti tra Hamilton e Vettel siano solo un Everest invalicabile. 

1. La power unit

Quella di Singapore è salva. Insieme a un'accurata rotazione il tedesco potrà chiudere la stagione senza dover incorrere in penalità.

2. Nuovo motore

Ci si aspetta il debutto proprio in Malesia. Un'arma in più della Ferrari contro la Mercedes, che ha già fatto debuttare il quarto propulsore in Belgio.

3. Telaio

Al di là di come è finita a Singapore la prova di forza della Ferrari c'è stata, con la pole del sabato. E insieme al Belgio e all'Ungheria il team italiano ha dimostrato che la SF70 H è una macchina da guerra. Agile e veloce. Certo più forte su certe piste che altre ma che contro la W08 non sfigura più.

4. Gomme

Rispetto al 2016 in cinque delle ultime sei gare Pirelli porterà mescole più morbide. Aspetto questo che la rossa ha gestito meglio di Mercedes.

5. Classifica

L'aritmetica non condanna ancora Sebastian Vettel. Mentre per il mondiale costruttori le speranze sono praticamente sfumate. Numeri e punti che adesso sono ancora più preziosi. E che non dovranno andare più sprecati.

6. Le variabili

Come la Red Bull ad esempio, che a questo punto diventa davvero un arbitro pesante. Sperando che non lo sia già stato. Non è impossibile. Ma già in Malesia - dove Vettel ha vinto nel 2015 la sua prima gara con la rossa - sarà chiaro se ci sarà il primo contrattacco o la fine di un sogno.