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Formula 1, GP Giappone. Tutte le domande e risposte dopo la gara a Suzuka

Formula 1

Cristiano Sponton

Raikkonen e Verstappen a Suzuka (Foto: Sutton)

Come ha fatto Mercedes a sviluppare al meglio le sue monoposto? La Red Bull di Verstappen sarebbe riuscita ad insidiare Bottas per il 2° posto? Dove si nasconde il problema del calo di prestazioni della SF71H? Ecco tutte le domande e le risposte dopo la gara a Suzuka

HAMILTON CAMPIONE SE...

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Quale è la chiave del recupero di prestazioni di Mercedes?

È stato un fine settimana piuttosto semplice quello della Mercedes che fin dai primi giri di pista è apparsa subito molto competitiva. Il team si è concentrato molto sulla comprensione delle gomme, specialmente nelle prime due sessioni di libere, raccogliendo dati utilizzando tutti i compound che Pirelli ha portato in pista in questo fine settimana.  La macchina, rispetto alla prima parte della stagione, è migliorata notevolmente ed ora la W09 è molto bilanciata e riesce a sfruttare le gomme nella giusta finestra di funzionamento e questo fattore è senza dubbio quello determinante.

Ad inizio 2018 si vedeva chiaramente che la W09 aveva molto potenziale ma surriscaldava i pneumatici posteriori e questo fattore obbligava gli ingegneri a scegliere assetti di compromesso per riuscire a gestire le gomme nell’arco della gara. Risolto questo problema la W09 ha iniziato a “volare” e Hamilton è riuscito vincere ben 6 degli ultimi 7 appuntamenti.

Dove è stata costruita la vittoria di Mercedes?

Quella di Suzuka è stata una delle vittorie più facili del 2018 per MB che ha costruito il successo in qualifica, riuscendo a portare due vetture in prima fila, mentre la Ferrari, unica rivale, scattava con Raikkonen in seconda e con Vettel addirittura in quarta.

La partenza, pur avendo gomme Soft, non è stata problematica e i due piloti del team anglo-tedesco hanno potuto gestire tranquillamente la corsa. Hamilton è stato costantemente il più veloce in questo fine settimana ed ha sicuramente avuto meno problemi rispetto a Bottas.

Verstappen poteva attaccare Bottas?

Bottas nell’ultima parte di gara è stato messo sotto pressione da Verstappen, che in realtà non ha mai avuto nessuna chance per cercare di attaccarlo. Entrambe le W09, secondo le dichiarazioni di Wolff a fine gara, hanno avuto dei piccoli problemi di blister con le gomme medie ma il pilota finlandese ne ha risentito maggiormente rispetto ad Hamilton. Bottas ha sofferto principalmente l’ingresso del regime di Virtual safety Car che ha provocato un abbassamento della temperatura delle gomme e questo lo ha fatto penare riuscendo solo dopo qualche giro a ristabilire i giusti parametri di temperatura sulle coperture.

Ma Mercedes ha spinto veramente al massimo delle sue possibilità?

Mercedes non ha dato l’impressione di spingere al massimo in questa gara e lo dimostra il giro veloce fatto dalla Ferrari di Vettel a fine corsa. La Rossa era sicuramente migliore a livello di performance rispetto a quella di Singapore e Sochi, ma la monoposto numero 5 non era al massimo del potenziale avendo subito dei danni aerodinamici dopo il contatto con Verstappen.

Ferrari poteva giocarsi la vittoria?

Partendo da quella posizione in griglia sarebbe stato quasi impossibile andare a prendere la Mercedes di Hamilton. Sicuramente, con una partenza dalla terza e quarta posizione, le Rosse avrebbero avuto qualche chance per mettere pressione ai due piloti delle frecce d’argento e, vedendo i problemi avuti da Bottas, il secondo posto non era così impossibile da cogliere.

La Ferrari, arrivata in Giappone per riscattare le brutte prestazioni di Singapore e Sochi, alla fine ha ottenuto un risultato addirittura peggiore. Eppure non è stata una SF71H da “buttare” quella vista sul circuito di Suzuka anche se Mercedes è sembrata ancora davanti a livello di performance.

Qualche difficoltà di sviluppo per il team di Maranello?

Il team si era presentato in pista con un fondo rinnovato per cercare ulteriore carico dal corpo vettura ma, questa importante novità, è stata subito scartata. Dopo aver analizzato i dati raccolti durante le FP1 e le FP2 sono stati abbandonati anche i nuovi endplate per tornare ad una specifica di ala utilizzata con successo a Singapore. Insomma il team di Maranello ha “bocciato” alcuni sviluppi a dimostrazione che, anche a livello tecnico, c’è qualcosa che non sta funzionando al meglio a Maranello.

Problema ancora una volta di correlazione dei dati? Se fosse così bisognerebbe correre ai ripari anche in ottica 2019.

Ferrari ha perso qualcosa in termini di potenza?

A livello di Power Unit, per motivi che solo in Ferrari conoscono, sembra che non si riescano più a raggiungere quei picchi di potenza che avevano sorpreso gli avversari specialmente nel fine settimana di Spa. Anche Toto Wolff è molto sorpreso di questo, e infatti ha dichiarato alla stampa che la Power Unit Ferrari nelle ultime gare non ha fatto la differenza come nelle precedenti.

Il perché non è chiaro ma possiamo riportare alcune delle ipotesi che circolano nel paddock. La prima è il famoso doppio sensore che avrebbe fatto perdere circa 15-20 cv alla Power Unit ma c’è un secondo rumor che parla di potenza “strozzata” per problemi di affidabilità. Non sappiamo quanto possa essere vera questa seconda ipotesi perché, vista la situazione di classifica, la Ferrari avrebbe potuto utilizzare la quarta specifica andando in penalità ma avendo la possibilità di spingere al massimo con maggiori possibilità di ben figurare in pista.

Se ci concentriamo sull’andamento della gara possiamo ricavare ben poco perché entrambe le SF71H hanno corso con gravi danni nella zona dei bargeboards, che hanno creato dei grossi problemi di carico. Danni che il team ha stimato in circa mezzo secondo al giro.

Si nota anche analizzando i due grafici in basso quanto le Ferrari di Vettel e Raikkonen siano state lente durante la gara sia nel primo che nel secondo stint.

Nel secondo stint, se osserviamo la linea di colore arancione, notiamo un ritmo lento di Raikkonen ed un degrado delle gomme piuttosto accentuato dovuto principalmente alla mancanza di carico che faceva “scivolare” la SF71H. Ferrari che, quando è stata esposta l’ultimo regime di Safety Car, stava pensando di richiamare il pilota finlandese ai box per la seconda sosta ma, non avendo il tempo necessario, ha poi preferito lasciarlo in pista.

Il ritmo di Vettel, invece, è stato un po’ altalenante ma gli ultimi due giri, pur con vettura non al 100%, dimostrano che la Rossa aveva potenziale su questa pista. Potenziale che gli avrebbe forse permesso di stare davanti alla Red Bull e di insidiare anche la posizione di Bottas.