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Formula 1, GP d'Ungheria, tutto sull'Hungaroring di Budapest

Formula 1

Cristiano Sponton

Dopo il doppio round a Spielberg, la Formula 1 si sposta in Ungheria per la terza prova del Mondiale. Si correrà su uno dei circuiti più lenti del campionato, dove le alte temperature e il carico aerodinamico saranno fattori fondamentali fin dai primi giri. Ecco l'analisi dell'Hungaroring

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Dopo la doppia gara austriaca il circus della Formula 1 si trasferirà in Ungheria dove si disputerà il Gp di Budapest, terzo appuntamento della stagione 2020. È un tracciato che, almeno sulla carta, sembra sposarsi bene con le caratteristiche di Mercedes Red Bull. Il team di Milton Keynes si aspetta tantissimo da questo fine settimana perché, il tracciato, potrebbe esaltare le caratteristiche della RB16 che, in Austria, ha dimostrato di poter competere con la W11 sulle curve lente. Attenzione alle alte temperature che potrebbero mettere in difficoltà gli pneumatici e l’affidabilità delle monoposto. Sarà un Gp molto importante anche per la Rossa che è attesa ad un pronto riscatto dopo il disastro di Austria 2. Sulla SF1000 sono attesi ulteriori novità tecniche che, sommate alle precedenti, dovrebbero permettere a Leclerc e Vettel di essere maggiormente competitivi. Sicuramente sarà difficile lottare pe il podio visto il potenziale di Mercedes, Red Bull e Racing Point.

GP Ungheria: la pista è una delle più lente del Mondiale 

Il tracciato ungherese dell'Hungaroring, situato a pochi chilometri dal centro di Budapest, è una delle piste più lente del mondiale essendo formata da curve molto strette e tortuose. Il circuito misura 4381 m e la gara, che si disputa su questo tracciato dall’agosto del 1986 e si svolgerà su ben 70 giri. E’ una pista abbastanza piatta anche se il circuito è situato a 238sul livello del mare e presenta un dislivello massimo di circa 26 m. Il tracciato composto da quattro tratti ad alta velocità (rettilineo principale, tratti 1-2, 3-4-5 e 11-12), tre curve lente (1, 2 e 6) e una chicane (curve 6 e 7). L’ala mobile i piloti la potranno utilizzare in due punti: sul rettifilo e sulll’allungo tra Curva 1 e Curva 2, con un solo detection point situato sulla staccata di Curva 14. La pista essendo molto tortuosa con una careggiata piuttosto stretta è molto impegnativa per i sorpassi e per questo motivo la qualifica sarà molto importante per l’andamento della gara.

GP Ungheria: vetture useranno il massimo carico aerodinamico

Il tracciato ungherese richiede alto carico e buon bilanciamento aerodinamico per ottenere la migliore assistenza in frenata. Il bilanciamento aerodinamico si consegue regolando accuratamente l’incidenza dell’ala anteriore una volta determinata l’incidenza dell’ala posteriore che fornisce carico verticale per ottenere la giusta aderenza.

 

GP Ungheria: la potenza della Power Unit vale 0,21 s ogni 10 cv

Il circuito ungherese non è particolarmente severo per il motore in quanto viene utilizzato a piena potenza per il 65% del giro. Rispetto a quello che si pensa questo tracciato è molto sensibile alla potenza che vale ben 0,21s ogni 10 cv. La parte ibrida è molto importante perché si riescono a recuperare 748 kj da MGU-K nonostante non ci siano frenate molto impegnative. A livello di MGU-H il tracciato di Budapest è tra quelli in cui si riesce a “recuperare” un quantitativo di energia minore che le simulazioni stimano in circa 2800 kJ. L’alta temperatura ambiente e la bassa velocità media rendono particolarmente critico il raffreddamento del motore e dei suoi accessori. A livello di consumo di carburante è molto elevato a causa dell’alto carico aerodinamico che si va ad utilizzare. Questo significa che, i piloti, dovranno utilizzare delle strategie di risparmio carburante in alcune fasi di gara, a meno di un ingresso della Safety Car che aiuterebbe i piloti a terminare la gara senza fare “fuel saving”.

GP Ungheria: pneumatici, attenzione alle posteriori

Per questo fine settimana, Pirelli, metterà a disposizione dei piloti le mescole C2, C3 e C4, ovvero la fascia intermedia della gamma disponibile per questa stagione. Gli pneumatici, su questa tipologia di circuito, sono molto sollecitati longitudinalmente in frenata, in uscita di curva (trazione) e lateralmente nei bruschi cambi di direzione.

Come ben sappiamo, i set di gomme a disposizione di ciascun pilota, sono stati fissati dal fornitore: ogni pilota potrà così fare affidamento su 8 soft, 3 medie e 2 hard. La Pirelli, per motivi organizzativi e di produzione, non ha più l’obbligo di annunciare la tipologia di mescole per ogni gara con anticipo: prima erano 9 settimane per gli eventi europei e 15 per quelli extra europei. Da rispettare le seguenti regole: ogni pilota ha l’obbligo di conservare per il Q3 un set della mescola più morbida tra quelle nominate (tale set andrà restituito a Pirelli dai 10 piloti che si qualificano per il Q3, mentre sarà a disposizione di tutti gli altri piloti per la gara), ogni pilota dovrà portare un set di hard e medie in gara, con l’obbligo di utilizzarne almeno uno.