F1, Stroll e Alonso per il rilancio Mondiale: i piloti Aston Martin
LE CARRIEREArchiviato il 7° posto nella classifica costruttori dell'anno scorso, la scuderia inglese si affida ancora a Stroll e sceglie Alonso per sostituire Vettel con l'obiettivo di lottare per la leadership del cosiddetto 'mid-field' del Mondiale 2023. La stagione scatta il 5 marzo in Bahrain: tutta live su Sky
Il rilancio dell'Aston Martin passa ancora dalle mani (sul volante) di Lance Stroll e soprattutto dall'esperienza di Fernando Alonso, alla sua 19^stagione in Formula 1 e un palmarès da urlo: due titoli Mondiali, 32 vittorie, 97 podi e 22 pole position. E allora analizziamo le carriere e le loro storie personali nel dettaglio, con i numeri e qualche curiosità sul giovane canadese e sul campionissimo spagnolo.
Lance Stroll
Il suo vero cognome è Strulovitch, figlio della stilista belga Claire-Anne Callens e del miliardario Lawrence Stroll, presidente esecutivo e tra i maggiori azionisti della Aston Martin, nonché proprietario del circuito di Mont-Tremblant (che ha ospitato due edizioni del Gran Premio del Canada, nel 1968 e 1970). Nato il 29 ottobre del 1998 a Montréal, il giovanissimo Lance va fortissimo sui kart e a 11 anni entra nella Ferrari Young Driver Academy, partecipando al campionato italiano F4 nel 2014 e vincendo la neozelandese Toyota Racing Series l'anno successivo, quando viene scelto dalla Williams per il ruolo di collaudatore. Nel 2016 domina, letteralmente, in Formula 3 (titolo aritmetico vinto con 4 gare d'anticipo) e spicca il volo...
La carriera di Stroll in Formula 1
Nel 2017 la scuderia di Woking decide, infatti, di affidare al canadese la monoposto lasciata vacante da Valtteri Bottas, passato alla Mercedes. Il debutto non è dei migliori (si parlerà ironicamente anche di "DisaStroll"): dopo 3 ritiri e altrettante gare fuori dalla top-10 conquista i primi due punti in patria e sale sul podio (3°) in Azerbaigian chiudendo la stagione al 12° posto. Confermato dalla Williams, archivia l'annata successiva con la 18^ posizione. Nel biennio 2018-2019 passa sulla Racing Point, ex Force India, con un solo risultato di rilievo (4° in Germania) e il 15° al termine del campionato; meglio nel 2020, in cui colleziona due podi (Monza e Bahrein) e 75 punti totali che gli valgono l'11^ piazza in classifica.
Aston Martin
Con l'annuncio della 'trasformazione' della Racing in Aston Martin resta nel team, mentre Sergio Perez - 4° Mondiale del 2019 - viene messo alla porta (poi chiamato dalla Red Bull) alimentando molte critiche sul figlio del magnate, fondatore della nuova scuderia britannica. Lance - che dà il meglio di sé in qualifica ottenendo anche la sua prima pole, in Turchia - conclude al 13° posto alle spalle del compagno Sebastian Vettel e fa peggio del tedesco anche nel Mondiale del 2022 (15° contro il 12° dell'ex ferrarista). Nel 2023 la chance di rifarsi, con un altro 'mostro sacro' come Fernando Alonso al suo fianco: sarà l'anno buono per il canadese?
I numeri di Stroll in F1
- GP: 122
- Podi: 3
- Pole: 1
- Punti: 194
- Miglior piazzamento finale: 11° nel 2020
Fernando Alonso
Nasce a Oviedo il 29 luglio del 1981. La madre Ana Maria lavorava in un grande magazzino, il padre José Luis meccanico in una fabbrica di esplosivi della città asturiana. E sarà proprio il papà a instradarlo nei kart, dove si afferma subito come un talento cristallino, campione del mondo a 15 anni nel 1996. Nel 1998 Adrián Campos, ex pilota Minardi, lo lancia nella World Series by Nissan: a fine campionato risulta il miglior pilota, il più veloce, e nel 1999 vola in Formula 3000, serie propedeutica alla Formula 1, con il Team Astromega. Fatica, all'inizio, ma il successo nell'ultima gara di Spa-Francorchamps convince gli addetti ai lavori: è pronto per il grande salto...
Il debutto e la prima vittoria in F1
Ingaggiato dalla Minardi come terzo pilota, nel 2001 esordisce in Australia con un 12° posto e chiude a Suzuka 11°, una prova descritta dall'allora direttore del team Paul Stoddart come "53 giri da qualifica". Sull'asturiano si fiondano molte scuderie e a spuntarla è la Renault (che aveva rilevato la Benetton), voluto fortemente dal team manager Flavio Briatore. Dopo un 2002 da collaudatore, nel 2003 prende il posto di Jenson Button al fianco dell'italiano Jarno Trulli. In Malesia si prende di forza e classe la prima pole position, il più giovane pilota a partire in prima fila in F1, con un terzo posto finale. E all'Hungaroring è il più giovane a vincere una corsa. Chiude l'anno al sesto posto in classifica generale, con 55 punti e quattro podi.
I due titoli Mondiali
Dopo il quarto posto del 2004, nel 2005 arriva la consacrazione: il 25 settembre in Brasile diventa il campione del mondo più giovane della storia con i suoi 24 anni, 1 mese e 28 giorni (record poi infranto da Lewis Hamilton). La stagione viene suggellata da pole e vittoria al Gran Premio di Cina che regalò anche il primo Campionato costruttori alla Renault, in coppia con Giancarlo Fisichella. Nel 2006, al termine di un grande duello con la Ferrari di Schumi, regala un'altra doppietta al team francese guidato da Briatore.
La McLaren e il ritorno alla Renault
Alla ricerca costante di nuove sfide, Alonso passa alla McLaren, al fianco di Hamilton. L'esperienza con la casa anglo-tedesca parte alla grande: secondo in Australia alle spalle del neo-ferrarista Kimi Raikkonen e primo in Malesia. Concluderà la stagione al 3° posto, a pari punti con Lewis e a un solo punto di scarto dal finlandese, vincitore del campionato. Tuttavia, i rapporti all'interno della scuderia con il collega inglese e il 'boss' Ron Dennis non sono dei migliori e il 2 novembre del 2007 arriva il divorzio da Woking: "Non mi sono mai sentito a mio agio in questa scuderia", dirà Alonso, che torna a 'casa', alla Renault, affiancato dal giovane esordiente Nelson Piquet Jr. Nel 2008 ottiene 2 vittorie e il 5° posto finale; il 2009 è da dimenticare, con un solo podio e la 'Spy Story' che coinvolge anche la squadra transalpina, portando all'addio di Briatore e dello stesso Nando.
Gioie e rimpianti alla Ferrari
Il 30 settembre del 2009 l'annuncio del Cavallino: Alonso correrà sulla Rossa fino al 2012, al fianco di Felipe Massa e con Fisichella scelto per il ruolo di terzo pilota. La partenza è super: l'asturiano di presenta subito con una vittoria, in Bahrain. Ancora un successo in Germania e quello storico a Monza lo fa entrare definitivamente nel cuore dei ferraristi, che sognano il Mondiale. Ma nell'ultima corsa di Abu Dhabi lo spagnolo deve arrendersi alla Red Bull e a Vettel, più abili nelle strategie dei pit-stop. Alonso va vicino al trionfo finale sia nel 2012 che nel 2013, per quello che rimarrà il più grande rimpianto della sua carriera. Vince la sua ultima gara con la Ferrari - e più in generale in F1 - nel 2013, a Montmeló.
Mi ritiro... anzi no!
Torna alla McLaren nel 2015 per un triennio, ottenendo un 10° posto in campionato nel 2016. Alla fine del 2017 lascia la F1 per un'altra sfida e il 17 giugno del 2018 vince la 24 Ore di Le Mans alla guida della Toyota TS050 Hybrid numero 8, insieme ai compagni di squadra Kazuki Nakajima e Sebastien Buemi. Ma il richiamo del Circus è troppo forte e nel 2021 torna in pista con l'Alpine (la 'nuova' Renault) e dimostra di essere il solito 'leone' conquistando un 3° record in Qatar: solo lui, Schumacher e Nigel Mansell sono riusciti a salire su un podio di F1 dopo aver compiuto 40 anni. Termina la prima stagione al 10° posto e si migliora in classifica nel 2022, chiudendo 9°. E ora l'Aston Martin: per continuare a stupire.
I numeri di Alonso in F1
- GP: 355
- Vittorie: 32
- Podi: 98
- Pole: 22
- Giri veloci: 23
- Punti: 2061
- Mondiali vinti: 2 (2005 e 2006)