'Armageddon' Ferrari. Ma la stagione si può ancora salvare

Al tramonto della prime delle tre gare disputate e da disputare all’alba italiana, avevo scritto che quella australe era stata una doccia gelata per la Ferrari. Ripensando a una celebre scena del film Tre uomini e una gamba, , beh, verrebbe da dire: “Doccia gelata? A Melbourne? In Cina? Armageddon…”. Eh sì, perché questo avvio di stagione è come nel film di Bruce Willis, un apocalittico scenario di un meteorite che si sta schiantando sulle emozioni e le aspettative dei tifosi alimentate dallo storico matrimonio tra Hamilton e la Ferrari e dalle dichiarazioni dei protagonisti di grandi ambizioni mondiali. Gli obiettivi non sono ridimensionati, adesso bisogna bloccare il meteorite affidandosi alla squadra e a una macchina che se riesce a fare pole e vittoria nella sprint, non si capisce proprio perché poi si trasformi in una incompiuta nella qualifica e gara vere. I tifosi si possono aggrappare a quel “Senza l’ala danneggiata mi giocavo la vittoria”, di Leclerc, ma devono poi interpretare il requiem sul cambio di set up recitato da Hamilton. Harry S. Stamper alias Fred Vasseur, non è riuscito a fornire valide spiegazioni alla prestazione che ha portato alle quinta e sesta posizioni finali e non abbiamo poi potuto sentirne la reazione dopo la storica squalifica. “Finalmente la Ferrari fa doppietta”, emerge nella derisione tra il frustrato, l’ironico e il deluso del web, ma Vasseur, solido al comando, è sicuro che nella sua “astronave”. C’è di buono che il ‘mondo’, il Mondiale, si può ancora salvare. scenario da chiarire Parlare dei campionati adesso sarebbe abbastanza assurdo, come lo è ad esempio chi, precipitato nelle ambizioni dalla lotta scudetto, alla metà della classifica del pallone, ancora parla di tricolore. Adesso serve compattare la squadra, proteggerla, far sparire il verbo più gettonato dal 2022: capire. Dopo aver capito davvero cosa non funziona, si deve dimostrare in Giappone che il mondiale Ferrari debba ancora iniziare, come peraltro la nona e la decima posizione nei piloti e la quinta nei costruttori ampiamente documentano. La prima fase è escludere un problema strutturale perché quello porterebbe a una bandiera bianca issata ancor prima di iniziare a lottare davvero. Così a sentore e a spifferi lo possiamo escludere, ma al tempo stesso è necessario trovare gli aggiustamenti che consentano alla SF25 di andare forte, come nella sprint, anche quando c’è a rischio l’altezza del pattino. Se la macchina si alza non va come dovrebbe andare, se non la si alza abbastanza arriva la squalifica. La Cina ci ha offerto con Hamilton il mix delle due diverse situazioni. Diverso discorso per la squalifica della 16, ma pare che anche sulla macchina di Charles lo skid fosse al limite. Se si riesce a trovare la quadra con immediati aggiustamenti siamo sicuri che il progetto non sia da cestinare, altrimenti ci sarebbero da prendere tutti i tools utilizzati per le simulazioni e gettarli nella spazzatura. Il Giappone ci chiarirà lo scenario, il Bahrain lo dovrà confermare, l’Arabia consolidare. Non ci sono tante altre strade da percorrere se non quella che nessuno vuole ovviamente imboccare: di mettersi testa bassa solo sul progetto 2026, per non sbagliare un nuovo ciclo e non essere di nuovo costretti a inseguire chi la fa da padrone. Se è risorta la Mclaren che sta aggiornando statistiche di vittorie datate 2011, lo può fare ovviamente anche la Ferrari. Gli avversari, anche gli altri, non dormono e non stanno a guardare. Urge avere un’informazione chiara e veritiera, perché i tifosi, pur sempre perdutamente innamorati, dopo 18 anni di digiuno, meritano di sapere perché fin qui sono stati ‘traditi’.

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