Hamilton: "Quest'anno l'inizio di stagione più duro della mia vita. Ma non ci arrendiamo"

Come stai Lewis? Il tuo italiano migliora? “Tutto bene, grazie. Il mio italiano procede lentamente, ci vuole ancora tempo ”. Correrai il tuo primo Gran Premio italiano con la Ferrari, come ti senti? “Mi sento alla grande. Adoro essere qui in Italia. Sono arrivato martedì, il tempo è fantastico. Mi sono ricordato di quando ero un ragazzino e venivo qui a correre. La prima volta è stata nel 1997 e l’ho sempre adorato”. Il tuo percorso in Ferrari è iniziato con tantissimo entusiasmo ma ora è arrivato qualche momento difficile, possiamo dire che fin qui questo è stato un anno ‘da montagne russe’? “Sì, ma ogni stagione è così. Direi che la prima parte di quest’anno è stata la più impegnativa che io abbia mai avuto. La pressione è stata più alta e anche le aspettative da parte di tutti, me compreso, erano alte. Poi ci siamo trovati faccia a faccia con la realtà, non siamo ancora in lotta per il campionato in termini di passo. Ma la strada è ancora lunga e magari riusciremo a ridurre il divario e a tornare in lotta. Quando è arrivato il momento in cui tutti ci siamo resi conto del valore attuale, la pressione esterna è rimasta comunque molto intensa in Ferrari, perché è un brand molto prestigioso e le aspettative sono molto alte. Io stesso ho aspettative alte”. Sei duro con te stesso? È questo il tuo segreto? “Non credo sia un mio segreto, ma è così che sono arrivato dove sono. Questo credo sia un momento in cui devo essere più gentile con me stesso. Devo ricordarmi di aver vinto tanti Mondiali e tantissime gare. Quando sei tanto sul pezzo ti dimentichi di queste cose. Sto lavorando tantissimo e la strada è ancora molto lunga. Anche il primo anno in Mercedes è stato duro ma non c’erano tutte queste chiacchiere che ci sono qui, perché qui siamo in Ferrari”. Quest’anno il tuo momento magico l’hai vissuto nella Sprint in Cina, perché è così difficile replicare quel momento? “Perché la finestra operativa è molto stretta su questa vettura. Ho iniziato i test a gennaio e all’inizio ho provato le vetture del 2023 e del 2024 e solo dopo quella del 2025. Quando sono arrivato in Cina è stata la prima volta che ho guidato con la gomma C2, mentre tutti gli altri piloti avevano fatto il test ad Abu Dhabi e gran parte di loro anche in Bahrain. Quando io stavo per fare quel test, abbiamo avuto un problema e non ho più potuto farlo. Ci sono tante prime volte che si stanno verificando nei vari weekend. La direzione verso la quale ho spinto la macchina e l’assetto funzionavano bene in Cina ma poi abbiamo dovuto fare qualche passo indietro su alcuni aspetti e non siamo più riusciti a tornare a quel livello. Charles invece ha seguito un altro assetto della macchina che ha funzionato bene in gran parte dei circuiti. Abbiamo scoperto nel corso dei weekend che la macchina cambia da sessione in sessione, quindi stiamo cercando di renderla più costante”. Quali caratteristiche della vettura al momento vi limitano nell’ottenere un buon tempo sul giro e nel ripeterlo giro dopo giro? “Se chiedi un po’ a tutti nei box, credo tutti vogliano più posteriore. Più posteriore hai, più sei veloce, più sei stabile. Avere un posteriore solido, che puoi utilizzare come ancora, è un aspetto chiave. In tutti gli anni che ho vinto e tutti i piloti vincenti hanno sempre avuto un posteriore stabile. È verso quell’obiettivo che dobbiamo lavorare”. Si parla già tantissimo delle novità che arriveranno nel 2026, tu cosa ne pensi? “Non credo che la strada intrapresa sia quella giusta”. Cosa non ti convince? “Credo che la direzione intrapresa porterà ad avere macchine più pesanti e più lente. L’anno prossimo saranno più leggere, ma quelle attuali credo siano le più pesanti. Poi mi manca il rumore… il rumore per me è tutto. È quello di cui mi sono innamorato quando ero ragazzino, il suono di ogni macchina. Quando senti un V12 della Ferrari, percepisci la passione. Appena metti un V6 si disperde completamente. Penso che sia una direzione buona in termini di sostenibilità per il mondo, ma non si può negare che il suono si disperde e non è lo stesso. Con le nuove tecnologie puoi rendere i motori più sostenibili e questo è sicuramente un aspetto positivo. Poi ci sarà un DRS anteriore e posteriore, sarà interessante. Potrebbe essere fantastico, non lo so, però se così non fosse dovremmo ricominciare da zero e capire quale direzione prendere”. Vorremmo conoscerti di più come uomo: preferisci la pasta o la pizza? E dov’è Roscoe, il tuo cane? Vorremmo conoscere anche lui… “Cercherò di vedere se potrò portare Roscoe a Monza, ma al momento è a Los Angeles, sta facendo la bella vita sotto il sole. Pasta o pizza? È difficile rispondere… ma io adoro la pizza. Per me la pizza margherita è la migliore. A me piace il piccante e quindi anche quando mangio la pizza lo aggiungo sempre”. Chi è il pilota più glamour? Tu, Leclerc o chi altro? “Secondo me Tsunoda, è davvero cool. Mi piace il suo stile, è molto alla moda. In generale mi piace che ogni pilota stia mostrando la sua personalità fin da quando esordisce”. Tsunoda deve imparare l’inglese e tu l’italiano… “A inizio anno ho preso delle lezioni ma poi abbiamo iniziato a viaggiare tantissimo e ho perso il passo. Devo recuperare. La mia insegnante è fantastica, ma la lingua è davvero difficile… are, ere, ire: è difficilissimo. Ho provato anche varie app, voglio impararlo”. Pensi che le novità che arriveranno verso Silverstone potranno aiutarvi a tornare al livello della Sprint della Cina? “Al momento non ci sono programmi riguardo le sospensioni posteriori. Ci sono tante voci, tutti stanno cercando di capire quello che dobbiamo fare ma è un lavoro che viene svolto a porte chiuse. Io penso che abbiamo una vettura buona quando riusciamo a mettere insieme tutto e a tirare fuori il meglio da tutte le componenti. Il potenziale c’è, lo abbiamo visto in Cina o quando Charles ha raggiunto il podio. Tirare fuori il potenziale ogni weekend è molto molto difficile. Tutti stiamo esaminando migliaia di cose diverse però poi si ha solo un’ora nelle prove libere 1, e in un’ora quale di queste mille cose potrai effettivamente provare in pista? Anche la pista si evolve. È importante seguire una certa procedura, ci sono tante aree in cui non siamo tanti forti e dobbiamo migliorare in tutte. Anche io devo migliorare”. In Ferrari c’è una buona correlazione tra i vostri strumenti e quello che poi avviene in pista? “Io credo di essere stato uno dei primi piloti a guidare un vero simulatore. Era ai tempi della McLaren, loro sono stati i primi ad averlo. Era il 1997, c’era uno schermo e una cabina. Da quel momento ho guidato al simulatore ogni anno, è uno strumento in evoluzione e non è mai perfetto. In Ferrari abbiamo un simulatore grandioso ma da quando sono arrivato ci sono state pagine e pagine di cose che ho suggerito per migliorare. Stiamo continuamente lavorando per migliorare e sono già stati fatti tanti passi in avanti. Poi però in pista potrebbero avvenire cose diverse. Di solito il lunedì lavoriamo sulla correlazione tra simulatore e pista per capire cosa si può cambiare per rendere il simulatore più simile alla realtà. L’altro aspetto della correlazione è la galleria del vento e quella correlazione è molto buona. In quest’area in Ferrari siamo molto molto avanti. Quando otteniamo qualcosa dalla galleria del vento, di solito funziona bene. Ma anche per questo serve tempo”.

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