Rookie of the Year 2025: Antonelli guida la sfida tra i talenti alla prima stagione in F1

Se la sfida del Campionato del Mondo Piloti e Costruttori ha già assicurato un finale di stagione dolce amaro per il Team McLaren, sicuro di vincere la classifica a squadre, ma nell’incertezza di chi sarà a primeggiare tra Lando Norris e Oscar Piastri, sapendo di dare ad uno dei due un dispiacere, c’è un premio simbolico che vivrà di un confronto acceso: Rookie dell’anno 2025. Vale a dire il miglior pilota debuttante. I punti nel Mondiale delineano già una classifica, ma è necessario tenere conto delle monoposto che questi piloti guidano. Kimi Antonelli è il favorito, avendo tra le mani una Mercedes-AMG Petronas F1 Team che vive di una competitività altalenante pur avendo già messo nel suo paniere 64 punti. Dopo un avvio in scioltezza, dove tutto sembrava facile nelle prestazioni e nei risultati, il GP del Bahrain – pista che già conosceva perché affrontata con altre formule e con la Formula 1 nei test invernali – invece di dare modo al pilota italiano di confermare le proprie certezze, lo ha forse minato nelle proprie convinzioni. E la poca fortuna con ritiri ripetuti per problemi tecnici nelle gare successive gli ha probabilmente tolto l’istintività nella guida. Il lampo con il terzo posto ottenuto in Canada, dove peraltro il suo caposquadra George Russel ha vinto, ha mitigato un momento dove spingere oltre misura nella guida, forse gli ha comportato perdere più prestazione. Inoltre, il viso d’angelo di Russell, al pari di quello di Kimi, non ci deve far dimenticare che il confronto è con un pilota che ha sette anni di esperienza in più nelle gare e due anni precedenti come collaudatore del Team della freccia d’argento. Quindi una capacità da parte dell’inglese di girare attorno ai problemi ed arrivare comunque sempre alla prestazione, specie in qualifica, così determinante per questa Formula 1 moderna. La pausa estiva avrà dato modo a Kimi di ricaricare le energie, visto che a mio parere è stato un po' troppo sfruttato dagli impegni media del suo team, e se riuscirà a ritrovare quella facilità di guida e pulizia che lo hanno sempre contraddistinto, nuovi podi saranno alla sua portata. Ora facciamo un passo indietro alla prima gara. Tutti ci ricordiamo l’immagine di Isack Hadjar, affranto nel suo dolore e imbarazzo al rientro mesto a piedi verso i box dopo aver sbattuto la sua Visa Cash App Racing Bulls F1 Team, alla prima curva nel giro di ‘formation lap’ sull’umido e pneumatici intermedi. Inizio peggiore non ci poteva essere e Isack sa bene che sarà un evento che gli verrà ricordato anche nel giorno in cui diventerà campione del mondo e glielo auguro con tutto il cuore. Ma poi Isack ha dimostrato una forza mentale non indifferente sapendo reagire e conquistare 22 punti con il sesto posto a Montecarlo ed il settimo in Spagna come migliori prestazioni. Una guida sempre ‘ragionata’ a dispetto di quella maledetta prima curva in Australia e la capacità di ascoltare le istruzioni della squadra per le strategie, gli hanno permesso di rialzarsi e dimostrare che si è ritrovato. Inoltre, non è stato per niente infastidito quando la ‘sorella maggiore’ Oracle Red Bulls Racing, ha scelto Liam Lawson per fare coppia con Max Verstappen. Ha accettato di fare lo scudiero di Yuki Tsunoda, per poi ritrovarsi il neozelandese come compagno dopo l’avvicendamento con il nipponico. Si percepisce il suo carattere forte anche dalla postura della sua camminata quando attraversa il paddock, simile a chi si sta preparando per entrare in un ring per una sfida all’ultimo colpo. È un pilota veloce e concreto e sembra già essere pronto per assumersi responsabilità maggiori. Quando all’atto dell’iscrizione nel Mondiale di Formula 1 accanto al nome del pilota, sulla vettura o sul casco, appare la bandiera brasiliana, una sensazione di ‘deja-vu’ mi fa venire i brividi, perché la scuola automobilistica ‘carioca’ nel corso degli anni ha esibito piloti divenuti Campioni del Mondo e leggende inarrivabili. Gabriel Lourenzo Bortoleto Oliveira di Osasco, mesoregione della metropolitana di San Paolo, dove la temperatura media durante l’anno non scende mai sotto i 20 gradi centigradi, in barba alla ‘saudade’ brasiliana, ha deciso di venire nella ‘fredda’ Europa e scalare le classifiche delle varie categorie partendo dai kart e giocarsi le sue carte per il sogno condiviso con tanti suoi coetanei. Pilotare un giorno una monoposto di Formula 1. La sua attitudine a gestire la pressione lo ha portato a vincere i Campionati di Formula 3 nel 2023 e di Formula 2 nel 2024. Essere pilota di punta del McLaren Young Driver Programme, seppur di prestigio, è diventato un freno a mano tirato quando hai davanti a te i piloti ufficiali della squadra, Norris e Piastri, con dei contratti a lungo termine. Questo dimostra una volta di più che nello sport come nella vita bisogna essere al posto giusto nel momento giusto. Così Gabriel, con la smania di correre nella massima categoria, ed io avrei fatto uguale al suo posto, ha scelto di accettare il progetto dello Stake F1 Team Kick Sauber. Se, comprensibilmente la prima metà di campionato è stata necessaria per conoscere un mondo e ritmi nuovi, nelle ultime gare, ha raccolto 14 punti, dimostrando la sua dote più grande: imparare giro dopo giro. Sia nella gestione dello sviluppo della monoposto, sia nella tattica di gara ha mostrato la pazienza di chi è consapevole della propria forza ed attende solo l’opportunità per salire sul podio e rompere il ghiaccio. Quello che impressione di Gabriel è la tranquillità con cui affronta ogni situazione, caratteristica fondamentale se si vuole competere un giorno per il Mondiale Piloti. Debuttare nella massima formula e conquistare subito un record non è da tutti. È accaduto ad Oliver Bearman, detto ‘Ollie’ al Gran Premio d’Arabia Saudita del 2024, sostituendo Carlos Sainz Jr. fermato da una appendicite. Partito undicesimo in griglia, ha terminato la gara in settima posizione, venendo nominato ‘Driver of the Day’ e diventando a 18 anni e 10 mesi ed un giorno, non solo il pilota più giovane della storia della Ferrari a correre in un gara ufficiale ma soprattutto quello a conquistare punti mondiali. Così per lui si sono aperte le porte per un sedile nel MoneyGram Hass F1 Team. Certo, non è la stessa cosa che far parte della Scuderia Ferrari HP, ma l’obiettivo rimane quello di essere pronto all’eventuale chiamata com’è stato per la gara negli emirati. ‘London Boy’, il secondo soprannome per le sue origini londinesi, oltre che andar forte avrà una sfida più grande: mantenere la concentrazione e la calma, perché quando sai di avere il ‘Cavallino Rampante’ che ti aspetta, lo scivolone per far ricredere tutti è dietro l’angolo. Oggi i piloti vengono giudicati più dalle telemetrie o dall’analisi dei dati, ma raggiungere un bel risultato, magari inaspettato in una gara bagnata, vale più di tanti numeri o algoritmi di computer e se poi ci dovesse essere il ‘sorpasso dell’anno’ con una manovra da ‘ottovolante’, come gli otto punti conquistati sino ad oggi, si andrebbe ad avvalorare ancor di più la promozione. Ci sono, a oggi, due ‘0’ punti nel Mondiale Piloti e sono di Jack Doohan e Franco Colapinto, entrambi in momenti diversi alla guida della BWT Apine F1 Team. Mi ritorna in mente ciò che fa la differenza nella vita anche se sei un promettente pilota. Trovarsi al posto giusto nel momento giusto.

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Ivan Capelli