Il lungo, complicato e sofferto viaggio del campione del mondo Lando Norris

La Formula Uno ha questo di bello: è come il Far West narrato nel mitico film 'L’uomo che uccise Liberty Valance'. Nella scena finale del capolavoro del regista John Ford, un giornalista esclama più o meno: “Qui nel Far West tra la verità e la leggenda vince sempre la leggenda”. Nei box dei Gran Premi, idem. Perché sarà magari pura mitologia post moderna, ma qui si racconta che Lando Norris, il neo campione del mondo, l’uomo che ha idealmente ucciso la striscia iridata di un certo Max Verstappen, ecco, qui si racconta che Lando Norris abbia capito di poter realizzare l’impresa davanti agli schermi delle gare virtuali eSports. Con tanto di diretta Twitch. E qui, perbacco, serve spiegazione urgente, immediata, chiarificatrice. Insomma, correva l’anno 2020. All’improvviso il mondo intero fu avvolto dalla nube nerissima del Covid. Tutti chiusi in casa. Tutti prigionieri del terrore. E fu così che i drivers di F1, sottratti al mestiere delle sfide in pista, ebbero l’idea di dedicarsi alle battaglie online. Super Max, Leclerc, Lando: tutti insieme appassionatamente, in fuga dalla paura innescata dalla pandemia. Bene: secondo ricostruzioni ovviamente non verificabili , Norris non di rado batteva Verstappen, in quella dimensione lì. E quando poi la tempesta Covid si dissolse , beh, al figlio di padre britannico e mamma belga è rimasta addosso la voglia di rendere fisicamente autentico ciò che aveva già virtualmente sperimentato. Nel citato 2020 Lando era già uomo McLaren. Il team che aveva celebrato il talento di personaggi come Emerson Fittipaldi, James Hunt, Niki Lauda, Alain Prost, Ayrton Senna, Mika Hakkinen e Lewis Hamilton aveva deciso di puntare su di lui sin dal 22 febbraio 2017, quando era stato ufficializzato il suo ingresso nel programma per giovani piloti della squadra. E il 2 agosto 2017 Lando aveva debutto in una monoposto di Formula 1 ai test di Budapest nel circuito dell'Hungaroring, ottenendo il secondo miglior tempo alle spalle del ferrarista Sebastian Vettel. Il matrimonio con McLaren si è dimostrato più forte dell’usura: niente crisi del settimo anno, semmai un radicamento nella storia e nelle storie della scuderia. Perché in fondo i…coniugi condividevano più di quanto si potesse immaginare. McLaren andava alla ricerca della gloria perduta affidandosi ad un giovanotto che doveva quotidianamente confrontarsi con paragoni scomodi. Scanditi da frasi tipo: 'ah quel Lando, bravo ma vuoi mettere con Verstappen?' , 'Tosto il Norris sì, ma certo che Leclerc…'. Insomma, il viaggio è stato lungo, complicato, sofferto. Non bastava aver ridimensionato Ricciardo o non aver patito il confronto con Sainz, colleghi di lavoro non necessariamente amati: perché poi in McLaren è arrivato, nel 2023, un certo Oscar Piastri. Presumibilmente un predestinato. Come sia andata, adesso si sa. Come andrà tra loro in futuro, lo scopriremo solo vivendo . E vi sarà qui risparmiata la tiritera delle Papaya Rules, chi ha favorito chi, chi aveva diritto di precedenza e chi ha subito un torto e bla bla bla. Alla fine della fiera, ha sempre ragione Julio Velasco, il maestro del volley: chi vince festeggia, chi perde spiega. Alle celebrazioni, Lando ha cominciato ad abituarsi il 5 maggio 2024 al Gran Premio di Miami. Lì deve aver pensato che le emozioni in salsa Twitch erano solo un trailer, un teaser, un prologo. In Florida quella domenica Norris è salito per la prima volta sul gradino più alto del podio: partito dalla quinta posizione ha sfoggiato un ottimo passo gara e con l’aiuto della safety car ha battuto Verstappen. Dal vivo, non alla consolle. Sono seguite, sempre battistianamente parlando, le discese ardite e le risalite. Successi e delusioni, sospetti di fragilità psicologiche e ironie facili , ma anche testimonianze di virile resistenza alle circostanze meno favorevoli. Alla fine della fiera, Lando Norris ha aggiunto ai due titoli costruttori il Mondiale più importante. Detronizzando un certo Max Verstappen, dopo lo spasmo finale di Abu Dhabi. Primo driver McLaren a riuscirci dal remoto 2008. E ripensando alle gare online del 2020, insomma, sì, in F1 la leggenda batte sempre la realtà. Bravo, Lando.

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Leo Turrini