La scommessa di Carlos Sainz: rilanciarsi in Williams

Non fosse che il pilota è più maturo e più apprezzato, soprattutto per la sua avventura in Ferrari che gli ha permesso di ottenere vittorie e popolarità, lo scenario non sarebbe così diverso rispetto a quello di sei anni fa. 2019: Carlos Sainz arriva in una nobile decaduta, la McLaren reduce da un periodo di crisi profonda. Anche con il suo aiuto, riconosciuto più di una volta dall’attuale team principal Andrea Stella, la McLaren si risolleva e nel giro di pochi anni – con lo spagnolo nel frattempo approdato a Maranello - torna a essere un top team, fino a vincere il mondiale costruttori nel 2024. Ora Carlos inizia la sua avventura in Williams, un altro dei team più vincenti della storia della F1, che però da anni ormai è in fondo alla griglia: il miglior piazzamento nella classifica costruttori dal 2017 è il 7° posto del 2023, l’ultima vittoria risale al 2012, l’ultimo podio al 2015. Ma al di là degli scarsi risultati, in questi anni il team di Grove ha lavorato per mettere le basi a una svolta. La scuderia è stata venduta da Claire Williams, figlia di Sir Frank, al fondo americano Dorlinton Capital e da quella che era una conduzione familiare si è passati a un’impresa che punta a rendere non solo dal punto di vista sportivo. E’ stato preso dalla Mercedes il team principal James Wolwes che ha gestito in questi anni una piccola rivoluzione, con investimenti sulla fabbrica, sul personale, sulle attrezzature. Ora sulla carta la Williams ha tutto per progettare e costruire una macchina veloce, magari non quest’anno perché colmare il grande gap con i primi tutto in una volta sola sembra irrealistico, ma potenzialmente dal 2026 quando con il cambio di regolamento si ripartirà tutti da zero. Su questo ha scommesso Carlos Sainz, una volta che ha trovato chiusa la porta dei top team. E forse anche su un accordo contrattuale non così vincolante: perché se le cose dovessero andare male e nel frattempo una grande squadra avesse bisogno di un pilota forte ed esperto come lui allora siamo pronti a scommettere che lo spagnolo tornerebbe sul mercato. Ma ovviamente la sua speranza è che funzioni il piano A: a 30 anni Carlos si sente nel momento migliore della carriera e vuole sfruttare queste stagioni per cogliere risultati con una macchina che glielo consenta. Apparentemente non è la Williams ma se uno come lui, molto attento a tutti gli aspetti, poco istintivo e molto ragionatore, ha scelto la squadra inglese e non Audi o Alpine, evidentemente ha intravisto del potenziale nella storica scuderia inglese, 114 vittorie, 7 titoli piloti e 9 costruttori in bacheca. Probabilmente ha immaginato che possa rinascere un po’ come fatto dalla McLaren, magari questa volta restando a bordo fino in fondo per coglierne i frutti. Del resto, da quando è stato introdotto il budget cap, questo tipo di scenario non è più fantascienza. Prima gli altri team non potevano competere con Ferrari, Mercedes e Red Bull che investivano più del doppio. Poi è arrivato il tetto ai costi e dopo tre stagioni una squadra come McLaren, senza le risorse infinite dei top team, è riuscito a vincere il mondiale costruttori. Altri seguiranno?

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Andrea Sillitti