Il caso diplomatico/politico che rese paradossale la presentazione della F150

Nella prossima stagione gli americani in F1 saranno presenti con ben due squadre, rinnovando l’epopea a stelle e strisce che fece della ‘massima’ categoria del motorsport il vero cavallo di battaglia degli Usa. A onor del vero, Europa e Usa sono da sempre due mondi diversi nel campo delle gare automobilistiche, nel senso che oltreoceano la Nascar è la categoria più seguita e per quanto riguarda le monoposto, Indianapolis 500, la gara più vista in assoluto. Ma la F1 ha sempre rappresentato un obiettivo importante e la Cadillac che entrerà ufficialmente nel 2026 è l’undicesimo team che si affaccia a questa categoria. Non si possono dimenticare la Haas, ancora presente, la Parnelli, la Shadow, la Penske e la Ford, tutte con risultati più o meno importanti anche se non al livello delle squadre inglesi o europee. Ed è proprio per questo motivo, forse, che nel 2011 una vera e propria questione diplomatico/politica fece diventare la presentazione della Ferrari F1 paradossale. Usanza più o meno sempre rispettata, dalla Casa di Maranello è da sempre stata una cena o pranzo di Natale con i giornalisti, dove Enzo Ferrari non aveva timore a bacchettare la stampa che seguiva il mondiale di F1, prendendo spunto dai vari articoli pubblicati e smentendoli o criticandoli davanti a tutti, oppure dove il Presidente Montezemolo si divertiva a lanciare frecciatine a tutti, compreso l’allora team owner Jean Todt. Altri appuntamenti in programma, con l’arrivo dell’anno nuovo, sono la tradizionale uscita dello sponsor che portava tutti a Madonna di Campiglio per la presentazione di piloti e nuovi ingressi nella GES con la gara di sci e altre attività tipo la gara di go-kart sul lago ghiacciato. Infine, arriva il primo approccio in pista a Fiorano, con la moltitudine di fans sul cavalcavia ad applaudire la nuova monoposto che gira. Qualche giorno prima però è normalmente la volta della kermesse con il lancio della nuova macchina. Si trattava, e si tratta ancora, di un momento studiato nei minimi dettagli e spesso trasmesso dal Telepiù e Sky in diretta con lo svelamento ad opera dei piloti e degli ingegneri protagonisti del progetto. Una scaletta che si ripete ancora oggi in linea di massima, ma che nel 2011 fu realmente un qualcosa di insolito, paradossale. L’episodio Iniziò proprio a Madonna di Campiglio a circolare il nuovo nome della F1: F150 in onore del centocinquantesimo Anniversario dell’Unità d’Italia. Strano collegamento storico, anche se in parte doveroso, ma certamente singolare per questa monoposto. A Madonna di Campiglio poi fu presentata la nuova Campagnola Fiat, portata sulle piste da sci dallo stesso Montezemolo. A me onestamente piaceva e lo dissi davanti a Felipe Massa, che poi mi prese da parte e mi certificò come “lecca…”. In realtà da buon fuoristradista ci feci una risata sopra e via. Mentre Alonso mi confidò che non capiva, lui spagnolo, cosa volesse dire centocinquantesimo anno dall’Unità d’Italia: “Ma perché? L’Italia non è mai stata tutta unita?”, mi chiese. Il giorno prima della presentazione, ci troviamo con Alonso a pranzo assieme da un nostro amico in comune e lui mi chiede se sapessi qualcosa della polemica che stava per scoppiare sul nome della monoposto che il giorno dopo sarebbe stata svelata. “No”, gli risposi. Lui mi confidò che era in fabbrica alla mattina e che il Presidente Montezemolo aveva urlato con l’ufficio Stampa e il direttore della Comunicazione di allora in quanto era arrivata una lettera ufficiale dalla Ford Usa che intimava alla Ferrari di non usare il nome F150, in quanto in campo automobilistico era il nome di un pick-up che la Casa americana produceva in larga serie ed era anche di enorme successo. Montezemolo non era tanto contrariato da ciò, quanto dal fatto che la monoposto venisse accomunata a un pick-up, notoriamente mezzo poco performante. In realtà non era proprio così in quanto nella Nascar esiste tutt’ora un campionato proprio di questi mezzi, estremamente veloci e potenti. Fatto il danno, normalmente si trova subito come porvi rimedio. Così, alla presentazione, la Ferrari F1 diventò immediatamente F150th, con il suffisso che stava a indicare centocinquantesimo. Ma la frittata era ormai già fatta e non si poteva tornare indietro. La causa non fu possibile intentarla, per Ford, ma Alonso si fece subito quattro risate. Tutte le volte che andai a intervistarlo durante la stagione, metteva il dito sul ‘th’ e ci faceva il suo risolino amaro. Forse aveva già intuito che questi erano segni premonitori e il titolo mondiale non sarebbe mai arrivato, come poi successe nell’ultima trasferta di Abu Dhabi.

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Biagio Maglienti