Marquez-Dovizioso, il duello si ripropone ad Aragon
MotoGpL’estro da un lato, la consistenza dall’altro, due modi opposti d’interpretare le gare. Sul circuito spagnolo riparte, alla pari, la sfida per il titolo, dove loro due sono i favoriti
A cinque gare dalla fine, il mondiale della MotoGP è più incerto che mai. Con due piloti al comando a pari punti, Dovizioso e Marquez, e un terzo, Vinales, che insegue da vicino. Ma sono i primi due, soprattutto, a scaldare i pronostici. Ciascuno coi sui punti di forza e di debolezza. Entrambi molto determinati.
Prendiamo lo spagnolo, un talento puro, un virtuoso della motocicletta. Forte sull’asciutto come sul bagnato. Nonché parecchio furbo e anche molto reattivo. Ad ogni caduta si rialza come niente fosse, ma l’eccesso di scivolate è il suo lato debole. Ben 20 da inizio stagione, finora senza danni. Frutto di una guida sul filo dell’equilibrio con la quale lui cerca il limite estremo, in prova, da gestire con più attenzione in gara. Partito piano ha recuperato terreno nelle ultime 6 gare, vincendone tre su 5.
Dovizioso è l’opposto, non prende rischi quando non serve, ragiona di più, forse troppo secondo i suoi critici, ma se ha l’occasione giusta non la spreca. Sfrutta meglio di tutti la Ducati, ed è consapevole delle sue capacità. E’ intelligente e consistente. Maturo per il titolo. Ha vinto due delle ultime tre gare, quindi è in media col suo avversario. Contro il quale dovrà sudarsi ogni punto. L’estro da una parte, la consistenza dall’altra. Sul piano tecnico sono forti entrambi: Honda da un lato e Ducati dall’altro hanno buone frecce al proprio arco.
Inutile azzardare previsioni in base alle piste: tranne che in un paio d’occasioni quest’anno nessuno è mai stato davvero favorito. Spesso il risultato è dipeso dalle gomme, talvolta dai test fatti prima. Ma da qui a fine campionato si corre alla pari. Non sarà facile per Dovizioso, ma lui sa di avere in mano forse l’occasione migliore della sua carriera.