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MotoGP, Valentino Rossi: "Mi carica essere ancora al top. Dovizioso è un super vincente"

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Dopo il terzo posto in Qatar, il campione della Yamaha è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport: "Essere competitivo mi carica, è il primo obiettivo sul come vorrei finire la carriera". Sul pilota della Ducati: "Sembrava fosse un pilota che non riusciva a vincere, non ha mai mollato e oggi è un super vincente"

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Pronto a stupire, ancora una volta. Tornato dal Qatar dopo il 228° podio in carriera e con un rinnovo che lo porterà a correre per altri due anni, Valentino Rossi si è raccontato in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, parlando di tutto: dai libri letti ad Andrea Dovizioso, dai miti degli altri sport al "consiglio" a Gigi Buffon: "Deve continuare assolutamente se ha voglia. Penso che lui sappia se può essere ancora al top". Restare competitivo continua a essere il suo obiettivo. E col terzo posto alla prima gara della stagione, ha avuto la conferma: "Questo mi dà molta motivazione e mi carica moltissimo, è il primo obiettivo sul come vorrei finire la carriera. Arrivando alle gare con l’idea di vincere ancora o di lottare per il podio. Negli ultimi anni è stato così, tranne l’ultimo in cui abbiamo faticato. Sono comunque stato tre volte vice campione e, quindi, la prima e più importante cosa è provare a finire competitivo". E poi c’è una convinzione: "Il nostro sport, non è l’atletica leggera, il ciclismo o il calcio. Quello che perdi invecchiando è soprattutto la motivazione, ma c’è anche un problema di fisico, perdi un po’ di prestazioni e ti devi allenare di più. Però, Hamilton in F1, o noi nelle moto, da questo punto di vista siamo abbastanza fortunati, perché fino a 40 anni, se hai voglia, pur dovendo farsi di più il mazzo, fisicamente ci sei”. Nello sport, è il momento dei grandi "vecchi": Roger Federer, ad esempio, è tornato numero 1 al mondo a 36 anni e 6 mesi: "È uno dei miei sportivi preferiti da sempre, ancor più ora che mi sento sulla sua stessa barca. Ci sentiamo via sms, massimo rispetto per lui". Di King Roger, Valentino apprezza "il suo immenso talento. È riuscito a essere competitivo a 36 anni perché è… più bravo. In una partita di 5 set, un Djokovic in super forma magari lo batte, ma la sua classe, il suo modo di giocare probabilmente gli fa fare anche meno fatica. Reinventarsi, poi, è fondamentale. Forse per me, o per uno che corre in moto, ancor più di un tennista".

"Dovizioso e Marquez da battere"

Tornando al suo sport, Valentino è convinto: "Per me i piloti da battere ora sono Dovizioso e Marquez. Quasi più Dovizioso, ma li metto sullo stesso piano perché Marquez ha la capacità di andare forte sempre. Io sinceramente sono un pochino "preoccupato". Molto contento della prima gara, ma non siamo ancora al loro livello. Arriveranno piste dove si soffre il grip al posteriore, dove noi saremo inferiori e si dovrà faticare. Ma spero, e credo anche, che dove soffriremo, lo faremo meno”. Il 2017 non è stato fortunatissimo: “Abbiamo perso tempo perché era una moto sbagliata. Quello che Ducati e Honda, secondo me, hanno fatto meglio è aver lavorato più tempo, con più soldi e più gente, alla parte elettronica. È lì che soffriamo. Bisogna che la Yamaha lo capisca e corra ai ripari. Credo lo abbia capito, ma restiamo in ritardo". Grandi elogi poi proprio per Andrea Dovizioso: "Mai avuto alcun problema con lui. Ci conoscevamo poco. Lui è un pilota serio, siamo anche molto simili. Quello che mi è piaciuto di lui è stata la sua grinta e voglia di non mollare mai. Prima del Mugello 2017 sembrava fosse un pilota che non riusciva a vincere. E questa è una cosa che ti schianta psicologicamente. Invece non ha mollato e a 31 anni è diventato uno super vincente". Spazio anche al bravissimo Zarco, vicino ad abbandonare la Yamaha: "E’ stata una scelta, ma non posso essere obiettivo perché, visto che lui voleva la mia moto, sono molto contento che la Yamaha abbia scelto di tenere me".
 

Le aspettative per il GP d’Argentina

"Vorrei essere veloce, nel 2017 è stata la gara migliore per Yamaha e ora siamo più competitivi. Anche se Ducati e Honda sono cresciute tanto". Il Mondiale resta sempre il sogno: "Sarebbe bello, mi piacerebbe e non ci manca niente. L’anno scorso avevamo proprio perso il ‘bene’ della nostra moto, avevamo solo i difetti senza le cose positive. Invece ora continuiamo ad avere difetti, ma abbiamo ritrovato le cose positive. Nel 2017 Maverick e io abbiamo chiuso 3 o e 5. Possiamo fare di più. Possiamo almeno giocarcela".
 

Hamilton e la Ferrari

Alla domanda se il campione del mondo in carica della F1, sia il "Rossi" delle quattro ruote, Valentino non ha dubbi: "Può essere. Come persona lo vedo diverso, gli piacciono cose che a me non esaltano e viceversa. Fa molto parlare di sé e però, come al solito, nello sport sono i risultati che contano: se si fa un selfie prima di salire in moto o va a 12 sfilate con le modelle più belle del mondo, ma poi sale in macchina e vince, tanto di cappello". Per Rossi la Mercedes continua a essere favorita per il titolo Mondiale: "La Ferrari sembra competitiva, ma ho paura che la Mercedes abbia qualcosa in più". Un giudizio anche su Max Verstappen: "Per quello che fa in macchina è indiscutibile che, se ami il motorsport, ti faccia emozionare. È un grandissimo talento. Però mi sembra che non abbia ancora capito che non deve andare di petto contro tutti, e delle volte in pista fa cose che, o l’altro si sposta o vanno fuori tutti e due. Lui gioca su queste cose, è un po’ al limite".
 

Buffon e le polemiche

Tornando a Buffon, per Valentino deve sicuramente continuare anche per dare uno "schiaffo" alle polemiche: "Secondo me dà più gusto ed è più facile dire che uno è finito, invece di riconoscere come abbia le p… e sia ancora lì a provarci. Ci sono due tipo di persone: quelli che apprezzano se un altro è un grande, e godono un po’ anche loro. E quelli invidiosi che riflettono la propria piccolezza sugli altri. In Italia va di moda farlo".