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MotoGP GP Mugello 2018. Dalla Moto2 alla top-class: chi ha brillato fino a oggi

MotoGp

Paolo Lorenzi

Joan Mir (foto: Getty Images)

Mentre si parla del passaggio di Bagnaia e Mir in MotoGP, non sempre si valuta l’importanza di squadra e moto. Il titolo in Moto2 di per sé non è garanzia di successo

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Dalla Moto2 alla MotoGP, il passo è breve ma non tutti riescono a sfondare. Francesco Bagnaia, ha già un contratto per correre nel 2019 con il Team Pramac. Joan Mir, astro nascente del motociclismo spagnolo, è nel mirino della Suzuki.

L’esperienza nel campionato di mezzo è importante per il salto nella massima categoria, ma arrivarci da campioni in carica non sempre è garanzia di successo. Squadra e mezzi alla fine contano di più. Prendete Joan Zarco, nonostante due titoli consecutivi in Moto2 non ha ancora vinto nulla in Motogp, pur avendo conquistato due podi di rilievo solo quest’anno. La promessa francese corre in una squadra satellite con moto clienti. Proprio come Stefan Bradl e Tito Rabat, campioni di Moto2 rispettivamente nel 2011 e 2014, poi relegati a un ruolo marginale nella classe regina dove il talento da solo non basta.

Tutto l’opposto di Maverick Vinales, sbarcato in Motogp senza la corona del campione, ma capace di vincere tre gare all’esordio con la Yamaha ufficiale nel team factory. Anche Alex Rins è considerato tra i giovani più interessanti del massimo campionato, nonostante vi sia arrivato senza aver conquistato l’alloro in Moto2, ma con il pieno appoggio della Suzuki che vuole continuare a credere in lui. La Motogp richiede un grande impegno, certo, ma soprattutto una moto competitiva e un team all’altezza. Senza i quali, anche la migliore promessa rischia di restare tale.