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MotoGP, Valentino Rossi intervistato in esclusiva da Guido Meda: "Vi racconto tutto di me"

MotoGp

Al Mugello Guido Meda ha intervistato in esclusiva Valentino Rossi: "Il mio obiettivo è essere competitivo entro fine stagione, ma la Yamaha deve fare uno sforzo importante altrimenti ci mettiamo 5 anni. Battere Marquez? E' difficile, ma penso di poterlo fare. Bisogna crederci. Tra me e lui c'è una storia mai risolta. Lorenzo in Yamaha? Non cambierebbe molto"

POLE DI ROSSI: ECCO IL GIRO RECORD

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Prende ufficialmente il via il sesto Gran Premio della stagione: è la settimana del GP d’Italia. Si corre sul circuito del Mugello, dove l'uomo dei record è Valentino Rossi. Il Dottore, dominatore del tracciato toscano con nove vittorie (una in 125, una in 250 e sette in MotoGP), è stato ospite di Sky a "Paddock Live Show". Ecco la lunga intervista esclusiva di Guido Meda.

Si dice che dai casini nascono le buone opportunità. Il 2007, per esempio, ti ha portato a un 2008 di grande rivincita.

"Il Mondiale 2008 è uno dei più belli e importanti della mia carriera. Ero grande, lo metto al pari di quello del 2004 e del 2001. Sono i miei preferiti. Il 2007 era stato terribile per molti motivi. A Valencia, all'ultima gara era andata male, sono caduto. Dopo c'è stato un meeting, cruciale. Ho detto ai vertici della Yamaha di voler continuare con loro, ma la moto non andava e io volevo vincere. Avevo un interlocutore che era Masao Furusawa e capì la situazione. Rivoluzionò il reparto corse e la moto. Fecero tutti un grande sforzo, anche di riassetto interno, alcuni figure cambiarono, qualcuno rischiò anche  il posto, ma quei cambiamenti radicali ci fecero fare degli step incredibili. In più fu importante passare da Michelin a Bridgestone".

Ecco, ma allora rivedi un po' quella situazione adesso?

"Quest'anno ho un problema soprattutto di elettronica: Honda e Ducati hanno fatto uno step superiore sfruttando meglio la centralina, entrando da tutte le porte possibili. L'hanno sfruttata meglio e questo paga. Noi dobbiamo spingere fortissimo in quella direzione. questa è una moto bela da guidare, entra bene in curva, si ferma bene, ma il problema si presenta quando acceleri e lei scivola. Ci serve il tempo, per cui la speranza è quella di essere competitivi entro fine stagione, se va tutto bene. Ma la Yamaha deve fare come quella volta dopo Valencia, altrimenti ci mettiamo 5 anni".

Uno che lavora in banca, o in azienda, quando ci sono problemi sul lavoro capita che se li porti a casa. Tu sei uno che si porta a casa il lavoro e le sue preoccupazioni, o quando finisce la settimana di gara stacchi completamente?

"Purtroppo come tutti mi porto a casa i problemi del lavoro. Quando vinco o salgo sul podio sono contento, so di avere davanti una settimana di relax, altrimenti so di avere davanti giorni difficili... Un podio, una vittoria, ti fanno stare bene per un po".

A casa hai hobby scacciapensieri? Tipo disegnare, che so...

"Mi piace guardare i film e le serie tv, ascoltare la musica, giocare a GranTurismo con la console di gioco. Facciamo delle gare pazzesche online con gli altri ragazzi dell'academy! Insomma, stacco. Nel weekend più o meno lavoro 12 ore con un'ora di pausa, quindi quando torno a casa ho bisogno di non sentire nessuno per almeno 24 ore. Disegnare? Solo da piccolo, sia moto sia macchine di F1, ora non più".

La "Rossimania" è un fenomeno planetario, ti chiedi cosa ti rende così speciale? Da giovane conquistavi tutti con le vittorie e le gag. Adesso non lo fai più, eppure sei sempre considerato il personaggio top.

"Quando hai una carriera così lunga è molto importante riuscire a evolversi. Agli inizi mi prendevo sempre poco sul serio, ora a quasi 40 anni se mi vesto da Dottore mi dicono "Basta, cresci". Secondo me ho tanti tifosi perché i risultati mi hanno sempre accompagnato nella mia carriera".

In cosa vorresti cambiare? Cosa non ti piace di te?

"Non ho una cosa in particolare, ma tante. Vorrei essere più paziente con i tifosi, non perdere la calma quando le cose vanno male, cercare di essere sempre ottimista, farmi prendere meno dalle paranoie o dalle cose che non funzionano, quando succede. Sia sul lavoro sia nei rapporti personali".

La chat più affollata sul tuo WhatsApp?

"Ne ho molte con i pilotini, con i miei amici, sono fortunato perché il mio mondo non è solo questo delle moto. Ho sempre avuto 10 amici veri fuori da questo mondo, con cui ceno il sabato sera o con cui vado alle feste o a giocare a calcetto. E poi c'è il gruppo dell'Academy. Mi divido tra questi due nuclei".

No, perché uno pensa che nel telefono di Valentino Rossi ci siano delle chiacchiere con Hamilton, con Federer, con Bella Hadid magari...Tutta roba di alta qualità

"In realtà con Bella Hadid purtroppo no, mi piacerebbe però! Ma con Federer a volte ci sentiamo. Anche con Hamilton. Però quello che faccio è più dialogare con gli amici con cui ho più relazioni quotidiane".

La sensazione è che tu dia al pubblico solo il Valentino Rossi della Tv, e che quell'altro sia proprio per pochi, pur essendo una bella persona.

"Sono riservato sulla mia vita privata, certo. Anche perché non c'è alcun vantaggio a far sapere quello che faccio nella mia vita privata, perché poi tutti parlano, dicono la loro...Magari dicono delle cazzate. O magari non importa nulla di quello che faccio".

La classifica dei fastidi: peggio 100 selfie fuori dai box o sentirsi chiedere perché Zarco va forte con la Yamaha?

"Più difficile fare 100 selfie, anche se al Mugello ci stanno. Però, prova a immaginarti una marea di persone e tutti vogliono fare una foto con te. Fa parte del gioco, però è un bel problema...".

Prima parlavi di lavoro e uno ti pensa solo in sella alla moto. In realtà passi ore e ore nel box, anzi, direi che sei l'ultimo che finisce, tardi la sera. Cosa fai lì dentro? 

"E' tutto un altro lavoro. E' quello dei setting e dell'elettronica. E' complicatissimo, passa per un sacco di numeri. La mia preoccupazione è guardare i dettagli, trovare il meglio, curva per curva. Quando ci riesco mi dà gusto, è bello. E' necessario per arrivare al 100% in gara".

A proposito di box. Uccio che ferma Marquez in Argentina: io mi sono fatto un'idea: lui era la tua emanazione e se non ci avesse pensato lui in quel momento sarebbe finita peggio. Giusto?

"Sì, era un momento caldo. Uccio mi ha visto, mi conosce e ha capito che fare così era il male minore. E' andata bene così. Io e Marc abbiamo una storia lunga dietro...Una storia mai risolta"

Neanche adesso?

"Mai...".

Neanche prima?

"No, neanche prima."

Parlando strettamente di tecnica e non di storie irrisolte, gli riconosci una destrezza nuova? Un modo di guidare nuovo che può fare scuola ?

"Sì, come tutti i grandi piloti ha alzato il livello inventando ad esempio questa cosa della caduta-non caduta. Di cercare il limite anche a costo di cadere oppure di riuscire a parare cadute che di norma non sarebbero parabili. Il suo stile di guida è molto veloce, è il pilota che usa meglio la Honda, da questo punto di vista bisogna solo guardarlo e imparare".

Bene, ma metti nel conto che sia imbattibile o pensi che una volt che la Yamaha fosse a posto diventerebbe di nuovo battibile anche per te?

"Batterlo? Certo che in condizioni ideali penso di poterci riuscire! Devo pensarlo. Altrimenti non sarei qui. Ma al momento mi sembra che oltre a lui anche la sua moto sia in gran forma, quindi dobbiamo lavorare. Molto. Il bello del nostro sport è che le cose cambiano dalla mattina al pomeriggio, magari i nostri tecnici indovinano la mossa e riusciamo ad avvicinarci a Marquez".

Come vedi l'eventuale ritorno di Lorenzo in Yamaha? Vantaggioso per te o Vinales?

"Non capisco questa cosa per cui dovrebbe essere vantaggioso".

Perché è un altro veloce che si aggiunge al lavoro...

Ma la situazione non cambierà tanto la situazione. In Yamaha ti fronteggi sempre con top rider. Ora abbiamo Zarco, uno che va forte, quindi va via Zarco ma arriva Lorenzo. Bene, magari come nome suona di più ma anche Zarco ha dimostrato di andare forte. Un passaggio acquisito? E' quello che leggo sui giornali, non so nulla di più".

Ti vedi pilota di auto o team principal nelle moto nel tuo futuro?

"Una cosa non esclude l'altra. Mi piacerebbe restare pilota per più tempo possibile. Sono nato pilota e mi piacerebbe esserlo sempre. Mi piacerebbe correre in macchina, fare delle cose belle come la 24 ore di Le Mans, girare sull'asfalto. E magari continuare anche con un team nel Motomondiale, sarebbe bello. Ma è una cosa molto complicata da fare. Tra desiderarlo un giorno e farlo passa una bella differenza".