La Honda del 7 volte iridato a Losail ha fatto registrare la velocità massima di 348 km/h, ma la Ducati da 4 anni non manca il podio nel deserto. Yamaha insegue: Vinales ha percorso quasi 3mila chilometri questo inverno. Suzuki si candida al ruolo di mina vagante con Rins
ROSSI PROVERA' LA MERCEDES, HAMILTON LA YAMAHA
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I test in Qatar hanno fornito ai tecnici una gran quantità di dati su cui lavorare in vista del primo gran premio del 2019. Alcuni significativi, altre sicuramente di grande effetto mediatico, ma da verificare in gara.
348 chilometri orari è la velocità registrata da Marc Marquez alla speed trap in fondo al rettilineo del circuito di Losail, un valore migliore anche di quello espresso dalla Ducati. Sul dato influiscono molte variabili, come punto di frenata e carico aerodinamico, ma sicuramente è sintomatico del lavoro che Honda ha fatto sul motore. Il 7 volte iridato può sorridere, carico come una molla dopo un inverno trascorso a mezzo servizio per l’operazione alla spalla di 3 mesi fa.
Dovizioso dal canto suo si presenta sul circuito dove ha vinto l’anno scorso ed è andato a podio nelle ultime 4 edizioni, con una Desmosedici in gran spolvero. Petrucci dal canto suo punta al settimo podio in carriera: 4 anni fa l’unica volta che Ducati ha portato entrambe le moto tra le prime tre in Qatar, mai come quest’anno l’occasione è ghiotta per replicare.
Nel 2015 anche l’ultima vittoria del poker di Valentino a Losail: per replicare quel successo servirà una M1 all’altezza del compito. Molto il lavoro fatto da Rossi e Vinales a tal proposito, come testimoniano i 589 giri, 3mila chilometri circa, percorsi dallo spagnolo in questo inverno: nessuno come lui.