Andrea Dovizioso intervistato in esclusiva da Guido Meda prima della conferenza piloti al "Mugello day". Dai tappi per le orecchie al fattore campo: "Tribuna e collina, vi spiego perché qui è speciale"
Arriva con 4’30’’ di ritardo, ma è a piedi... quindi giustificato. Andrea Dovizioso, carico e sorridente all'appuntamento con Guido Meda per l'intervista esclusiva con Sky Sport nel giovedì del Mugello.
Mugello storicamente con un contorno di cose bellissime e uno di cose fastidiose per un pilota italiano, specie in auge come te. Perché tutti hanno cose da dirti e insegnarti... Soffri questo?
Sei stato troppo buono a metterla così. Nel senso che è vero che ci sono lati positivi e negativi, ma la gente fa fatica a mettersi nei panni degli altri. Non è facile per un pilota italiano gestire i tifosi al Mugello, di conseguenza ti rinchiudi in un ufficio e non riesci a seguire il tuo programma di giornata, perché ogni uscita significa gente che ti chiede foto, non è facile.
Artur Villalta che segue la comunicazione ti pianifica un po’ la giornata. Ma in una giornata come il giovedi, per esempio, quanto spazio c’è per la moto e quanto dedicato ad altre attività?
In realtà il vero lavoro sulla moto e sul weekend è stato fatto: il giovedì fortunatamente c’è poco da fare, decidi su che set up partire, decidi le gomme. Non c’è altro, non ci sono ore da dedicare al turno di domani. Soprattutto al Mugello, il lavoro di Artur è fondamentale, capisce i piloti e fa sì che gli altri siano puntuali per non accumulare ritardi. Al Mugello il tempo va via così.
Ma tu sei uno che guarda i giornali per vedere com'è venuta l’intervista o preferisci non leggere sapendo che poi c'è il rischio di rimanere deluso?
Dipende, stavo pensando una cosa ma è meglio non dirla… perché alcuni giornalisti dicono altro, non sai quello che leggi nemmeno quando riguarda altri, perché c’è sempre un po’ di manipolazione. L'intervista spesso viene manipolata dal giornalista o dal titolista, che è l'uomo più odiato dagli atleti perché fa lo sborone. Lui è a casa, gli arriva l’articolo... la gente non si rende conto. Ma so che non sono tutti così!
Per l’amatore Mugello è proprio bello, tu come vivi questa pista?
Sinceramente per l’esperienza che ho fatto io, il Mugello è stata una sorpresa negativa. Forse quando il tuo livello non è così alto il Mugello te lo godi meno. Quando sono arrivato qua mi aspettavo una pista più grande, più pista. Non è stato un bel battesimo, mano a mano conoscendolo sempre di piu ho imparato a capire quanto sia bello e speciale. Ed è l’unica gara dove hai questa atmosfera, pista e collina.
Dovi al Mugello dorme con i tappi o sereno come un bambino con le orecchie libere? Perché su queste colline la notte c’è di tutto...
C’è una sorpresa, scoprirai... Ho sempre dormito senza tappi perché negli ultimi anni è migliorata la situazione. I primi anni c’era roba aggressiva, adesso si riesce a dormire abbastanza bene. I tappi li porto su ma non li metto. La pista dove ho usato i tappi è Le Mans, tra concerto e dj set lì sono davvero aggressivi: quest'anno dentro il paddock c’è stato un concerto rock! Poi è finito alle undici e mezza ma è entrato il dj...
Salto indietro al 2017, grande vittoria meravigliosa con la Ducati, vorrei un ricordo di quella gara e di quell’uscita che hai fatto sul terrazzo, il Mugello tutto giallo. Ti sei misurato con una folla che ti ha tributato grande affetto pur non uscendo dal negozio con la maglietta di Dovi
Sì, uno dei motivi per cui è bello arrivare sul podio al Mugello è quello che c’è sotto, Mugello è la gara dove sogni questo. Logicamente in tutte le piste c’è tanto giallo, qua vedevo che la maggior parte mi ha tifato, sotto il podio. Ricevere tanto tifo in quel momento scioglie anche una persona razionale e fredda. È come un cantante che si esibisce a un concerto a San Siro e si ritrova tutta quella folla, troppo bello.
Si parla spesso del fattore campo, essere a casa qui o a Misano è influente, motivante o non te ne accorgi? Mentre corri te ne accorgi di passare sotto la curva Ducati?
Ha un significato enorme, sai che stai andando a fare la gara in un posto con certe condizioni. Il fattore campo esiste tantissimo, ma una cosa che i tifosi non possono sapere è quello che sentiamo noi in moto: le nostre moto fanno tanto rumore, senti pochissimo di quello che succede intorno. Senti le trombette, rispetto ad altre piste comunque al Mugello si ha una buona percezione di quello che succedeo. Ma quello che vedi fa la differenza: quando guidi, poi dipende da che pilota sei, ma percepisci tutto quello che succede attorno, quando i tifosi muovono qualcosa, qui te ne accorgi. Per esempio dopo la seconda S arrivi e c’è un minirettilineo, poi a sinistra un’altra S: la collina a sinistra è piena e lo vedi che si muove qualcosa, quando i tifosi sono carichi lo percepisci e quello fa molto effetto. È la cosa piu bella che c’è avere i tifosi a fianco, piu alti di te. Ma il fattore campo conta quando vai forte.
Come sta papà dopo essere stato coinvolto in un incidente con la frattura di 8 costole?
Bene bene, sicuramente tornerà in moto quando si riprenderà. Abbiamo voglia di fare le gare e questa è purtroppo una realtà delle corse. Si è fatto male il mio babbo, ma lui a livello di dolore resiste.
Ultima domanda, siamo a 500 anni dalla scomparsa di Leonardo da Vinci e Vera Spadini ha paragonato il tuo Mugello 2017 all’ultima cen di Leonardo, come opera d’arte.
Ellamadonna!
Si tratta di Gesù, gli fa notare Guido. Con tanto di invito al Cenacolo.