Podio tutto Kawasaki nella gara di Misano. Il pilota del team Puccetti Razgatlioglu è riuscito a mettersi tra le due moto ufficiali di Rea e Haslam. La meravigliosa gara del turco ha messo in luce come tra i team indipendenti comandino i giapponesi: hanno le moto uguali alle ufficiali e non si inventano nulla
La meravigliosa gara di Razgatlioglu (dopo i podi di Imola e Jerez) mette in luce il modus operandi delle squadre indipendenti e la scelta delle case. "Abbiamo sempre voluto fare una moto praticamente uguale a quella di Rea, per condividere le informazioni e crescere più rapidamente" ha affermato Manuel Puccetti, team manager della squadra. Avere tante moto uguali in pista, è una scelta che premia sia la casa motociclistica che i team. Anche per Yamaha, quello di un pacchetto tecnico uniformato, è una vera e propria direttiva aziendale tanto che, oltre alle due moto factory, da quest'anno schiera due R1 satellite col Team GRT esattamente uguali, tanto da finire già tre volte sul podio con Melandri. Mi chiedo se Ducati, in questa fase di crescita tecnica per le avversarie, non stia pagando anche la scelta di avere tre diverse configurazioni su quattro moto, soprattutto a livello di sospensioni: Ohlins, Bitubo, Showa. Non è un problema di qualità dei materiali o del livello di assistenza, ma soltanto dei tempi necessari allo sviluppo. Perché non basta montare la forcella della moto campione del mondo su un'altro modello per avere lo stesso risultato: va adattata, messa a punto, sviluppata per assecondare geometrie, assetti, carattere del motore, estremamente diversi. Penso a Michele Pirro, che a Misano avrebbe potuto essere protagonista: nei test Ducati usa la moto laboratorio con le Ohlins, mentre corre nel campionato italiano (sempre nel Team Barni) con le Mupo e a Misano ha usato le Showa per la prima volta. Il risultato si quantifica più in cadute che altro. Data l'esperienza e la velocità del pilota, sarebbe stato interessante vederlo correre con la "sua" moto e credo che sia il team che Ducati stessa ne avrebbero tratto profitto. Il Team Barni è uno dei più qualificati del motociclismo e il curriculum parla da sé, ma quest'anno ha scelto la strada più difficile per cogliere i risultati, e pure Ducati perde l'opportunità di uniformare i risultati dei suoi piloti. Il pacchetto Showa usato da Razgatlioglu, quindi forcella più monoammortizzatore, costa 22.700 euro; occorrono almeno tre kit per moto, e il costo dell’assistenza si aggira sui 35 mila euro. Se questo pacchetto te lo offrono gratis, di soldini ne risparmi un bel po', ma bisogna capire se ne vale la pena, quando hai uno come Pirro di cui non sfrutti il potenziale e, al contrario, incide sul budget cadendo tre volte. Lo sviluppo delle Showa per la V4R è nelle mani del solo Rinaldi, appena 23 anni e al suo primo anno completo di SBK. Nella classifica dei piloti "indipendenti" al momento è undicesimo con 77 punti, davanti a lui ci sono Cortese (93), Melandri (116) e Razgatlioglu che è sesto assoluto con 121 punti.