Confermato la positività al drostanolone, ma il quantitativo rilevato è esiguo. Nonostante il collegio difensivo del pilota insista sull'assunzione accidentale della sostanza, la presenza di Iannone al via della stagione è a grandissimo rischio
Appurato che anche le controanalisi hanno accertato la positività, il caso doping di Iannone entra in una fase cruciale e si trasforma pure in una corsa contro il tempo. Dopo il deferimento – ancora atteso - e dopo l’istruttoria, c’è un limite di altri 45 giorni dall’inizio del vero dibattimento per arrivare ad un pronunciamento definitivo. Ma la stagione della MotoGp comincia l’8 marzo in Qatar. Fondamentalmente la presenza di Iannone al via della stagione è a grandissimo rischio. La sostanza rilevata nel suo organismo – ora si sa - è il drostanolone, anabolizzante contenuto in un farmaco antitumorale, ma piuttosto usato nella dimensione delle palestre per accrescere la massa muscolare senza incidere sul peso. Il drostanolone è riscontrabile all’antidoping solo nel caso esogeno, nel senso che il corpo umano non lo produce di suo e va assunto dall’esterno. Iannone dall’inizio si ritiene in assoluta buonafede. Essendo poi la concentrazione rilevata di drostanolone di piccola entità (1.1 nanonagrammi per millilitro) e prelevata termine di una gara come quella malese che comporta grande disidratazione e densità dei liquidi, Iannone e il suo collegio difensivo, guidato dall’avvocato De Rensis, hanno puntato da subito sulla tesi dell’assunzione accidentale e si preparano a sostenere un cammino non facile per produrre le proprie evidenze. Il campo delle conseguenze possibili è vasto e spazia dal proscioglimento ad un massimo di quattro anni di squalifica. Mentre immaginiamo che l’Aprilia e il gruppo Piaggio pongano l’aspetto etico, quello che distingue tra il dolo e la colpa o l’umana ingenuità, in cima alle loro riflessioni in attesa di conclusioni chiare facendo scaldare Bradley Smith come unica
eventuale alternativa possibile.