Piero Taramasso, responsabile Michelin per la MotoGP, ha fatto il punto a Sky dopo le prime analisi sulla gomma che ha condizionato il GP Qatar di Martin: "Stiamo analizzando tutto, a partire dal giro di schieramento, servirà ancora tempo". Presente in diretta Sky anche Gino Borsoi, team manager Pramac: "Jorge è sempre andato forte nel weekend e la moto non è stata toccata. Aspettiamo che Michelin concluda il suo lavoro di approfondimento"
A cinque giorni dal GP del Qatar e dal 10° posto di Jorge Martin, condizionato da un problema alla gomma posteriore, Michelin, grazie a Piero Taramasso, ha fatto un punto in diretta a Sky Sport sulle prime analisi del pneumatico finito sotto la lente d'ingrandimento. Insieme con il responsabile per la MotoGP dell'azienda francese era presente anche Gino Borsoi, team manager di Pramac. Taramasso ha ribadito come "non siano stati riscontrati difetti di fabbricazione", e ha ammesso che "servirà ancora del tempo" per avere risposte certe su quanto successo alla gomma del pilota spagnolo nella gara lunga di Lusail. Di seguito le parole di Taramasso e Borsoi nella doppia intervista a Sky nel corso delle Libere 1 di Valencia.
Piero, avete analizzato la gomma di Martin, cosa ne è venuto fuori?
Taramasso: "Dopo le dichiarazioni di Martin, che capiamo visto che si sta giocando il Mondiale, abbiamo preso la cosa molto seriamente. Abbiamo analizzato la gomma, per vedere se nel processo di fabbricazione ci fosse qualcosa di anomalo: parlo dei parametri degli stampi, della cottura ecc.. Abbiamo verificato e già possiamo dare una risposta: non c’era nessun problema di qualità, né di fabbricazione della gomma. Il secondo step che abbiamo fatto è stato quello di analizzare i dati in pista grazie a Ducati e al team Pramac. Ieri sera ci siamo confrontati con loro e la conclusione unanime è che la performance di Jorge non fosse in linea con quanto ci si sarebbe aspettato. Stiamo continuando ad analizzare, sono tantissimi dati. Ci sono diverse piste in cui lavoriamo insieme con i team: una di queste è il Qatar. Stiamo analizzando l’utilizzo della mescola dura usata a Lusail, che è molto sensibile alle variazioni di pressione e temperatura e alle sollecitazioni. Servirà ancora un po’ di tempo".
Gino, nei fatti qual è la conclusione? C’è ancora del lavoro da fare evidentemente…
Borsoi: "Ancora non c’è una conclusione precisa, Piero ha spiegato perfettamente che c’è ancora del lavoro da fare. Abbiamo analizzato i dati: il risultato non è stato buono, ma il motivo? L’analisi sarà più profonda credo dopo Valencia, quando Michelin potrà verificare la gomma non solo con i dati ricevuti da noi e Ducati ma anche tagliando lo pneumatico. E’ chiaro comunque come qualcosa non abbia funzionato".
Piero, vuoi aggiungere qualcosa?
Taramasso: "Sono d’accordo con Gino. Continueremo le analisi, anche quelle chimiche, sulla gomma fatta rientrare in Francia. Quando parlo di performance, mi riferisco a tutto: dal giro di schieramento in griglia, alla partenza e ai primi giri".
Può essere che magari un difetto piccolissimo nelle mani di un pilota possa arrivare amplificato, togliendogli la confidenza e costringendolo a guidare in maniera differente?
Taramasso: "Può essere, come detto ci vorrà tempo perché le analisi dei dati sono molto complicate. Inoltre in Qatar c’è un effetto pista che non aiuta, perché le condizioni erano molto instabili: pensiamo all’asfalto nuovo o alla sabbia. Per fare un esempio, molti piloti ci hanno detto che c’era tanto spinning e si pattinava dappertutto, ma poi guardando i dati ci siamo accorti che in realtà non era così. C’era tantissimo grip, ci sono stati dei record e sono andati velocissimi, sia nella Sprint che nella gara di domenica. Quindi questo per dire che i dati sono tantissimi e a volte anche contradditori. Possono influire molte cose: può essere che questa piccola cosa sia poi stata esasperata. Noi lavoriamo per questo. Se trovassimo qualcosa di anomalo, come successo nel 2018 con un problema avuto da Bagnaia a Silverstone, lo diremmo e lo correggeremmo subito, così da portare gomme con qualità sempre migliori".
Borsoi: "Ringrazio Piero e Michelin per le analisi che stanno facendo. E anche Ducati, che è stata coinvolta parecchio. Soprattutto Dall’Igna, che si è preoccupato da subito. Da parte di tutti gli attori in gioco c’è stato un lavoro importante dietro le quinte per analizzare il tutto. Certo, in pochi giorni è difficile e per questo capisco che non sia così facile: nei prossimi giorni comunque ci sarà un’analisi più precisa sulla gomma e avranno modo di capire ancora meglio se il compund fosse differente o avesse qualche problema. E’ chiaro che per un pilota, nel momento in cui non riesce più a guidare, soprattutto nell’entrata in curva, diventa tutto più complesso: spingi di più sulla gomma anteriore, che inizia ad aumentare la temperatura e la pressione, e così diventa complesso riuscire a guidare a un certo livello. Vorrei sottolineare ancora come Jorge sia stato forte tutto il weekend, così come nella Sprint Race, e la moto non sia stata cambiata nel setup. Quindi faremo altre analisi, ma direi di escludere la performance del pilota (e quella della moto) dal problema".
Gino, in partenza Martin è scivolato molto: avete analizzato come mai sia successo? E quello scivolamento potrebbe aver fatto schizzare la temperatura della gomma? Può essere che quella partenza sia figlia di una gomma che non si si sia accesa nell’out lap?
Borsoi: "Ho prestato molta attenzione alla partenza, ho guardato i dati più volte. Abbiamo ricontrollato tutte le partenze del weekend e non è stato nemmeno l’unico caso in cui non gli sia riuscita bene. Però c’è anche da considerare che nelle prime prove di partenza, quelle fatte il venerdì mattina, la pista aveva davvero poco grip. Quindi quei precedenti dipendono probabilmente dal poco grip sul tracciato. Invece domenica la situazione era molto diversa. Dopo l’analisi con i ragazzi, facciamo fatica a capire come mai non sia riuscito a partire forte. Anche perché Jorge è partito bene tutta la stagione e la difficoltà è emersa solo nel GP del Qatar. Il setup è sempre stato lo stesso, quindi anche lì non ce lo spieghiamo".
Taramasso: "Abbiamo guardato il giro di schieramento: le pressioni e le temperature andavano bene in quel frangente. Penso più alla pista sporca, perché se non sbaglio dietro Martin c’era Augusto Fernandez che ha fatto la 'virgola' in partenza. Credo che quella zona fosse sporca, poi da lì si è trovato un po’ indietro ma i primi 6-7 giri non andava male come tempi: ha rimontato fino alla 6^ posizione. Dopo si è visto un calo della performance. Stiamo analizzando tutto: alla fine la gomma era parecchio usurata. Sono tutte cose che dobbiamo mettere insieme per capire".