Ogura, il nuovo giapponese in MotoGP: dalla sconfitta al titolo mondiale

È il primo campione del mondo proveniente dalla Asia Talent Cup, è il primo giapponese a vincere un titolo dal 2009, è l'unico, forse, ad aver avuto il coraggio e la determinazione di rifiutare un contratto Honda per la MotoGp. Ma c'è tanto altro nella storia personale di Ai Ogura. Innanzitutto, è uno che si è preparato a vincere. E lo ha fatto attraversando la sconfitta. La prima, dolorosa, è capitata proprio in Asia Talent Cup a Sepang. Arrivato da leader del campionato all'ultima corsa, ha raccolto uno zero che ha consegnato la vittoria finale a Somkiat Chantra. La seconda è stata in Moto3, nel 2020 complicato dal covid, in cui ha chiuso il campionato a pari punti con Arbolino, alle spalle del solo Arenas, ma con zero vittorie. La terza, nel 2022, quando la faticosa ricerca del primo successo in carriera nel motomondiale era stata completata, ma Ogura per aggiungere un altro trionfo al suo campionato finì per terra, unendo due puntini del passato, lo scenario di Sepang e il rivale Arbolino, regalando così un facile match point ad Augusto Fernández. Il sogno di Ogura non è mai stato arrivare alla MotoGp, ma vincere un mondiale. Ecco perché, più rumorosi delle sue cadute, sono stati i suoi tre no a HRC. Honda lo avrebbe voluto da tempo su una sua moto al posto di Nakagami, e addirittura pur di non rinunciare a lui ha deciso di seguirlo da sponsor nell'ultima avventura in Moto2, con MT Helmets-Msi, lontano dal team Asia con cui aveva fatto tutta la carriera. Ma quando è arrivato il momento di saltare di categoria Ogura ha scelto Aprilia e il team Trackhouse, regalando così alla casa di Noale due campioni del mondo per il 2025 . La sua storia è fatta di moto e asfalto: è cresciuto in una famiglia da corsa, suo padre non è arrivato a correre da professionista, la sorella Karen lo sconfiggeva quando correvano con le pocket bike, agli inizi. Poi Ai ha proseguito nel suo personale percorso fino ad arrivare alle selezioni della Asia Talent Cup. Gli assegnarono il numero 9, lui aveva sempre avuto il 7 ispirato da Hiroshi Aoyama, il suo numero così divenne il 79. Aoyama se lo ritrovò team manager nel motomondiale, dall'altro idolo giapponese Kato ha invece ereditato la gloriosa bandiera che Daijiro sventolava dopo i suoi successi in 250cc. La consegna più emozionante? Quella della figlia di Kato per il giro d'onore a Motegi quest'anno, dopo che la bandiera a scacchi della gara Moto2 era stata sventolata dal figlio. Ogura vincendo in Moto2 ha rallegrato un Paese che alla Moto2 ha sacrificato uno dei suoi migliori talenti, Tomizawa, vincitore della prima gara della storia nella categoria, scomparso in un incidente in Italia, a Misano. Con l'italiana Boscoscuro ha realizzato il suo desiderio di vincere un titolo, con l'italiana Aprilia correrà in MotoGp, lui che dice di essere terrorizzato dalla velocità finché non ne ha il pieno controllo. Un talento figlio del lavoro pronto a restituire nobiltà al Giappone che non passa per primo sul traguardo di una gara dai tempi di Makoto Tamada. Era il 2004.

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Rosario Triolo