La difficile situazione aziendale del Gruppo Pierer Mobility potrebbe impattare sulla partecipazione di Ktm nelle classi del Motomondiale, come riportato in un documento pubblicato venerdì 20 dicembre dopo la prima udienza dell'Associazione dei creditori. Ecco la fotografia della situazione ad oggi
L'industria in bilico e le corse
La complicatissima situazione aziendale del Gruppo Pierer Mobility potrebbe, il condizionale è d’obbligo, impattare sulla presenza di Ktm nelle classi del Motomondiale, dove corre sia in MotoGP che in Moto2 e Moto3. È riportato tra le opzioni in un documento pubblico successivo alla prima udienza dell'Associazione dei Creditori della regione alpina di cui KTM fa parte (AKV) sulla procedura di insolvenza di KTM AG, società centrale del gruppo. Seguirà un’udienza d’esame il 24 gennaio e una per il Piano di Ristrutturazione il 25 febbaio che sarà presumibilmente quella decisiva su tutti i fronti. L'aspetto sportivo è quello che ci riguarda più da vicino, ma è paradossalmente solo collaterale rispetto alla sopravvivenza di attività industriale e posti di lavoro di un gruppo che conta più di 60 filiali, compreso ovviamente chi lavora per i team che corrono.
Le ragioni e il piano di ristrutturazione
Il Gruppo, che si trova attualmente in autoamministrazione per la grave insolvenza di tre delle sue società - che fanno capo alla primaria KTM AG - sta lavorando ad un piano di riorganizzazione a cui i creditori dell’AKV in udienza hanno dato temporaneamente fiducia (l’alternativa sarebbe stato il fallimento vero e proprio e, quindi, la liquidazione), inizialmente fino a fine gennaio quando si terrà un secondo incontro ricognitivo in tribunale. L'insolvenza, per un totale di tre miliardi di euro, è causata da difficoltà operative dovute al calo delle vendite e al conseguente accumulo di invenduto (130000 moto ferme nei magazzini per un miliardo di valore) , da investimenti onerosi, scelte azzardate ed eccessivi costi operativi legati anche all’aumento del costo di energia e materie prime. In questo momento la produzione in serie è certamente ferma almeno fino al 24 gennaio; un taglio di posti di lavoro è inevitabile, anche se nell’udienza dell’Associazione dei Creditori con il Tribunale incaricato è stato ipotizzato che la riduzione possa riguardare 300 unità anziché le 500 previste inizialmente. Attualmente ci sono fondi per pagare gli stipendi di dicembre ai dipendenti delle tre società insolventi. Per il dopo è difficile se non impossibile fare previsioni, anche perchè le insolvenze delle società della galassia Pierer si inseguono inevitabilmente l’una con l’altra. In un quadro così complesso il dato moderatamente incoraggiante è che i creditori – come dicevamo - non hanno chiesto almeno per il momento la revoca dell'autoamministrazione a fronte di un’importante ipotesi preliminare di piano che poterebbe al pagamento del 30% dei debiti entro due anni dall’accettazione.
I punti del piano e il Motomondiale
Tra le varie opzioni del piano di riorganizzazione discusso in prima udienza con i creditori figurano la sospensione temporanea delle attività produttive, un piano di delocalizzazione della produzione, l’incarico a Citibank di individuare entro metà gennaio un potenziale nuovo investitore e una voce che dice "è prevista l'uscita da MotoGP Moto3/Moto2 al fine di ridurre i costi".
L'opzione, che non specifica tempi e modi, quando mancano due mesi al Mondiale, è anch’essa sul tavolo ed entra nelle discussioni che si protrarranno fino a fine febbraio (con i team già Buriram per i test) quando l'Avvocato Peter Vogel - supervisore dell'autoamministrazione - e il Consiglio avranno gli elementi per decidere su ogni aspetto e magari l’opportunità di affidare la gestione ad un nuovo investitore. I team nel frattempo sono stati rassicurati a più riprese da KTM sul proseguimento delle attività e si presume che anche Dorna, che ha in gioco nella sola MotoGP due squadre e quattro piloti di peso come Acosta, Binder, Bastianini e Vinales, di sicuro non stia ferma a guardare e che collabori per una soluzione.
Da KTM per il momento è arrivato un comunicato in cui vengono evidenziati l’importanza del proprio dna racing e il proprio legame con le corse pur nel contesto di un momento difficile. È immaginabile che una comunicazione ulteriore del Racing KTM (società esterna con sede in Svizzera, ma non per questo immune dalle difficoltà) possa arrivare ad aggiungere chiarezza, almeno temporaneamente, in attesa dei più significativi pronunciamenti del curatore nelle udienze successive.
Un sostegno strategico potrebbe arrivare dal gruppo automobilistico indiano Bajaj, che negli ultimi 6 mesi ha perso il 26% del proprio valore in Borsa, già titolare, indirettamente, del 37,4% delle azioni di Pierer Mobility. Il titolo Pierer Mobility, che venerdì aveva chiuso con un rialzo del 35%, fluttua come può accadere in casi simili su base speculativa o in previsione di un ulteriore investitore disposto a iniettare liquidità per evitare il fallimento.