MotoGP, cosa aspettarsi dalle notti del Qatar

Fino a poco fa la tappa mediorientale era la prima del campionato. Ma si sa, le cose cambiano, i GP aumentano e così si deve fare in modo che le date non si infittiscano e comprimano troppo. Bene, quarta gara del mondiale 2025 sul recentemente rinnovato tracciato di Losail che ospita il calendario della MotoGP dal 2004. Si tratta dell’unica pista dove si corre in notturna dal 2008. Si sono disputate 23 edizioni: una, nel 2020 anno del Covid, con soltanto Moto3 e Moto2 in pista perché già in loco per i test, mentre nel 2021 si sono corse 2 edizioni. È buona la tradizione per i piloti italiani che qui vincono da tre anni , tutti su Ducati. Soltanto tre marchi hanno vinto in Qatar finora: Yamaha , Ducati e Honda . Anche i podi dicono che a Losail sono stati questi tre i marchi dominanti: 21 per Ducati, 20 ciascuno per Honda e Yamaha. Due soli podi sono andati alla KTM di Binder nel 2022 e nel 2024. Rossi e Stoner, con 4 successi a testa, sono i piloti che hanno vinto di più su questa pista, che resta una di quelle favorite per Ducati . Quest’anno si corre un po’ più in là nel calendario, quindi dovrebbe esserci meno freddo del solito durante un Gp che di norma si corre dopo il tramonto. La buona notizia è che il campione del mondo Jorge Martin, autore della pole e del successo nella sprint 2024, ritorna a guidare la sua Aprilia, mentre Oliveira sarà ancora assente, sostituito da Fernandez come ad Austin. Ducati Le Desmosedici bolognesi sono le regine indiscusse dello scorso anno e di questo inizio ’25. Sempre pole e podio tutto Ducati, con 3 protagonisti indiscussi e qualche “miglior attore non protagonista” che potrebbe entrare stabilmente nel cast stellare formato dai due fratelli Marquez e da Pecco Bagnaia, che si spartiscono le prime tre posizioni della classifica. Sorprendentemente Alex Marquez con la Ducati Azzurra del Team Gresini arriva in testa in Qatar, con un solo punto di vantaggio sul fratello Marc e 12 su Bagnaia. Ovvio che Pecco sia il pilota che approccia Losail con la maggior positività, perché ha vinto ad Austin, sta trovando sempre più confidenza con la sua GP 25 e non ha sprecato niente finora, finendo sempre tra i primi . Inoltre Losail è certamente più simpatico di Austin come tracciato per il nostro vicecampione. Insomma: sorriso, positività, energia, consapevolezza. Qui l’anno scorso ha pure vinto. Poi saranno pista e cronometro a parlare, ma un approccio positivo fa sempre bene. Alex è un misto di felicità e sorpresa per la sua leadership. È la dimostrazione che non fare errori paga ma comunque finire sei volte su sei secondo non è certo roba da poco, anzi. La sua costanza ad altissimo livello, che sia in prova, in gara, o durante una sprint, svela le qualità finora soltanto intraviste del fratellino minore. È forte, tranquillo e poco alla volta sempre più convinto e consapevole. Insomma ci sarà anche lui là in mezzo a lottare per le posizioni che contano. Marc ha dominato qualifiche e gare finché è stato in piedi. Più di una volta è andato vicino a cadere, ma la sua capacità di rimediare fino quasi all’impossibile lo ha salvato. Fino ad Austin, dove era pronosticato da chiunque vincente. Invece, proprio nel luogo più favorevole e amico di questo inizio di campionato, ha commesso un errore grave, cadendo mentre era in testa quando doveva gestire la gara. Certo, con le moto di oggi basta pochissimo per cadere senza in realtà commettere errori, ma per Marc si è trattato di uno 'zero' pesante: perché arrivato in Texas e perché ha consentito al suo compagno/rivale Pecco di vincere la prima gara del 2025. Certo, il 93 non è un pilota che risente molto dei suoi sbagli e della nuova classifica, che comunque lo vede lassù e anzi potrebbe dargli ulteriore carica e determinazione: la voglia di rivincita sarà un forte stimolo. Ci sono poi gli altri ducatisti che sul podio ci hanno messo già piede. Sono i due del team VR46, Morbidelli e Di Giannantonio. Un terzo posto ciascuno, ma la sensazione è che possano presto diventare delle belle 'beghe' come si dice a Tavullia, per quei tre qui sopra. Il 'Diggia' guida una moto ufficiale e sta migliorando fisicamente, mentre il 'Morbido' a volte lotta con qualche problema di messa a punto, ma ha ritrovato la qualità che sembrava chiusa, nascosta da qualche parte. Teniamo presente che ci saranno anche loro là davanti. Vediamo poi come si comporterà l’esordiente Aldeguer, che in Texas stava per finire quinto prima di stendersi. Aprilia Anche se davanti al 'Bez' in USA è finito Miller, passiamo ad Aprilia, che finalmente può schierare il suo gioiello Martin. Anche se sarà comunque non allenato alla guida di una moto che conosce pochissimo, essendo caduto la mattina del primo giorno dei test in Malesia, e dopo aver saltato le tre gare inziali per un incidente mentre si allenava prima della gara in Thailandia. Sarebbe bello se potesse cominciare questa sua seconda avventura italiana dopo gli anni in Ducati Pramac, ma speriamo lo faccia con calma e con giudizio. Per lui molto probabilmente il mondiale quest’anno resta un sogno impossibile, ma potrà togliersi un sacco di soddisfazioni. Dal suo ritorno dovrebbe trarre vantaggio anche Bezzecchi, che avrà meno lavoro da fare e potrà dividerlo con Jorge. Poi aspettiamo di vedere cosà saprà fare il sorprendente Ogura. Yamaha Quando le condizioni sono difficili il coraggio di Jack Miller emerge sempre. L’australiano che quest’anno corre con il team Pramac Yamaha è stato il migliore dei suoi, e pur non essendo magari un pilota da mondiale, è sicuramente vivacissimo, esperto e spettacolare. Bene se anche Quartararo e Rins riusciranno a trovare la quadra nella messa a punto di una moto che ha un potenziale migliore dello scorso anno, ma che a volte non riescono ad esprimere. Oliveira non ci sarà, al suo posto ancora Fernandez. KTM Sembra non esserci un clima particolarmente positivo in KTM, dove ad Austin il migliore è stato un Bastianini coriaceo e veloce, mentre gli altri piloti della casa austriaca sono finiti molto dietro, come Viñales, o addirittura fuori classifica, come Acosta e Binder. Di sicuro la situazione complicata della casa madre e lo sviluppo non particolarmente efficace delle GP hanno condizionato il morale e le aspettative dei piloti. Speriamo che la situazione migliori perché piloti come quei 4 lì, ognuno a modo suo, possono contribuire a dare molto spettacolo in più. Honda Il buon ottavo di Luca Marini ad Austin conferma che Honda ha imboccato la strada giusta e sta sistemando la sua RC 213 tirandone fuori ben più di prima. Ancora non è una moto vincente, ma soprattutto con la ferocia di Zarco ha dimostrato spesso di essere in grado di stare nel secondo gruppo. Sia Marini sia Mir sembrano più convinti e stimolati. Aspettiamo la sorpresa, magari un podio. Honda manca.

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Paolo Beltramo