Le Vera musica del GP di Jerez: le pagelle musicali del weekend spagnolo

L’Andalusia è la culla del flamenco, Jerez de la Frontera è l’epicentro. La cittadina spagnola vanta il Centro Andaluso del Flamenco, un istituto che protegge e diffonde la sua tradizione artistica e, ogni anno, organizza un Festival che celebra questo ballo ritmato e sensuale, liberandolo per le vie della città attraverso musica e danze. La MotoGP ha aggiunto qualche nota al folclore… ALEX MARQUEZ - Black Hole Sun ‘Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che facciamo mentre sta passando’, ha detto Albert Einstein. Fare della propria passione un lavoro è sicuramente un buon modo per dare valore al tempo e, se si aggiungono costanza e determinazione, i risultati prima o poi arrivano. Così è successo a Chris Cornell, una delle voci più belle mai esistite sul pianeta terra. Dotato di un’estensione vocale fuori dal comune, poteva passare da toni baritonali a note altissime, senza utilizzare il falsetto, ma addirittura graffiando la voce. Nonostante la sua tecnica sopraffina, unita a un talento compositivo unico e grande carica emotiva, Cornell ci ha messo un po’ a emergere, e forse tutt’oggi non rientra tra nomi più noti al grande pubblico. I Soundgarden nascono nell’84 a Seattle, nel preludio di quella che sarà la rivoluzione musicale del grunge. Ma mentre i Nirvana raggiungono presto e in modo deflagrante la popolarità con Nevermind nel ’91, e i Pearl Jam esplodono con Ten nello stesso anno, la band veterana di Seattle rimane più di nicchia, all’ombra di questi grandi nomi. Fino al successo mainstream di Superunknown, nel 1994, che schizza direttamente al primo posto della classifica di Billboard, certificando il successo commerciale della band. Autodidatta, Cornell ha iniziato a cantare molto presto – come lui stesso ha raccontato – sulle musiche dei Beatles, affinando le sue doti naturali, in attesa della chiamata di qualche gruppo. Che non è mai arrivata. Chris ha quindi deciso di fondare la sua band, aspettando quasi un decennio prima di raggiungere la consacrazione, a 30 anni. Non solo: qualche giorno fa i Soundgarden sono entrati ufficialmente nell’olimpo dei grandi, la Hall of fame. Un’istituzione, in quanto tale, non amatissima dai ribelli del rock, almeno all’inizio. Dopo l’ingresso dei Nirvana e dei Pearl Jam , anche il grunge perà ha fatto pace con i riconoscimenti. Tanto che i membri dei Soundgarden hanno raccontato del sogno del loro frontman di entrare a farvi parte, espresso qualche tempo prima che si togliesse la vita nel 2017. A distanza di circa 9 anni da quella confessione, il desiderio è stato esaudito, i Soundgarden sono ufficialmente nella storia della musica. Classe 1996, Alex Marquez ha iniziato nel 2010 nel campionato spagnolo 125. L’esordio in MotoGP avviene 10 anni dopo, con la Honda, per poi passare nel 2023 alla Ducati del team Gresini. A parte qualche podio, Alex non gioca da protagonista, ma continua a lavorare e credere nelle sue possibilità. Fino all’esplosione nella stagione in corso: sempre sul secondo gradino del podio, a Jerez conquista la sua prima vittoria in top class e la testa della classifica mondiale. La sua costanza e il suo rendimento sono stati accolti con stupore da molti, ma il più giovane dei Marquez ha già ampiamente dimostrato, in passato, il suo talento. Due volte campione del mondo , Alex ha avuto bisogno di più tempo, dove il ‘più’ fa riferimento necessariamente a un parametro inarrivabile che porta il nome di Marc. Il #63 ha imparato a convivere con l’ombra del fratello, senza mai scoraggiarsi. Ha dovuto attendere 9 anni ‘in più’ per il primo successo: Marc vincitore a 20, lui a 29. Marc è il fenomeno pop, esploso subito, Alex è un campione straordinario che percorre la sua strada sapendo aspettare - per l’esattezza, 2098 giorni dalla sua ultima vittoria in Moto2 alla sua prima vittoria in MotoGP. Entrando pure nella storia del motociclismo, perché quella di Jerez è la vittoria numero 200 per la Spagna. Il tempo è relativo. FABIO QUARTARARO - Harder, better, faster, stronger Per la Yamaha il GP di Jerez è stato indimenticabile: Fabio Quartararo ha interrotto il digiuno di pole position della casa di Iwata dopo 1134 giorni ; ha raggiunto il record personale di pole del circuito, cinque, detenuto da Valentino Rossi e Jorge Lorenzo; è andato in testa a una corsa dopo un’attesa di 1043 giorni ; è tornato sul podio dopo 560 giorni e 29 GP . La musica è cambiata, per il team che ha come logo tre diapason incrociati . Dopo anni di insoddisfazioni e frustrazioni, si è visto un netto passo in avanti, frutto di un lavoro costante. Non incisivo come quello della Ducati, che ha preso il volo mentre le giapponesi rimanevano indietro, ma finalmente concreto. Magari non si tornerà presto ai grandi fasti del passato, ma intanto qualcosa si è mosso. Merito anche del pilota di Nizza che, corteggiatissimo dopo essere diventato campione del mondo nel 2021, ha deciso di non tradire la Yamaha, fidandosi del progetto a lungo termine, dando sempre il massimo, correndo sopra i limiti della M1. ‘Work it harder, make it better, do it faster, makes us stronger, more than ever, hour after hour, work is never over’ cantano I Daft Punk, gruppo di origine francese, come El Diablo, in una canzone che è un inno al miglioramento e alla crescita personale grazie al lavoro e all’impegno. Traccia del loro secondo album in studio Discovery , il brano è caratterizzato da ritmi ciclici e suoni robotici, un mantra musicale verso la realizzazione attraverso i sacrifici. E qual è il segno distintivo dell’immagine del duo elettronico più famoso al mondo? Il casco. PECCO BAGNAIA - Eye of the tiger Le dichiarazioni di Bagnaia in questa stagione sono più o meno sempre dello stesso tenore: ‘Non sono contento del terzo posto’ , ‘Non sono un pilota da quarto posto’ . Pecco non riesce a sfruttare al meglio il potenziale della sua Ducati, a ritrovare quel feeling che negli anni scorsi ha determinato il binomio perfetto pilota-moto. Cosa che invece riesce benissimo al suo collega di box Marc Marquez, evidenziando ulteriormente le difficoltà dell’italiano. Una canzone famosissima sembra scritta apposta per lui: ‘Don’t lose your grip on the dreams of the past, you must fight just to keep them alive [,,,] It’s the thrill of the fight, rising up to the challenge of our rival’ – ‘Non perdere il grip – cioè, non mollare la presa, sui tuoi sogni del passato, devi combattere per tenerli vivi. È il fremito del combattimento, che cresce per la sfida con il nostro rivale’. Si tratta del brano che rappresenta la quintessenza della lotta sportiva, della rivalità, del dualismo con l’avversario, della capacità di non arrendersi e reagire alle difficoltà: Eye of the tiger. Pubblicata nel 1982 dal gruppo statunitense Survivor come primo singolo dell'album omonimo, la canzone è arrivata al primo posto nella Billboard Hot 100, rimanendoci per 6 settimane. Candidata agli Oscar e ai Golden Globe per la miglior canzone originale, si aggiudica un Grammy Award per la miglior performance rock di un gruppo. Il successo internazionale è legato sicuramente all’uscita di Rocky III, che ha esaltato il brano della colonna sonora. A ingaggiare i Survivor è proprio Silvester Stallone: amico dei membri della band, chiede loro di scrivere un pezzo carico e motivante per il film. L’attore decide anche di presenziare alle sedute di registrazione, avanzando specifiche richieste… Fuori da ogni logica musicale. Impone di alzare il volume della batteria oltre il limite, con buona pace dei produttori, che temono la distorsione dei suoni. Ma Stallone vuole sentire la cassa battere come il cuore di uno sportivo che pulsa. Soprattutto se corre a 360 km/h. Pecco Bagnaia, che deve ritrovare, dietro il casco, l’occhio della tigre.

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Vera Spadini