Il ritorno del 'cavalier' Fabio Quartararo

Lo è davvero, Quartararo, nominato dal presidente francese Macron Cavaliere della Legion d’onore dal gennaio 2024, per i meriti ottenuti con la vittoria del campionato del 2021. E domenica scorsa, a Jerez, lo abbiamo visto fare di nuovo grandi cose in sella al suo destriero motorizzato Yamaha. Al di là dei discorsi di alta classifica, con la prima vittoria in MotoGP di Alex Marquez e il terzo posto con cui Pecco Bagnaia ha accorciato il distacco dalla vetta, la stella che ha brillato più di tutte in Spagna è stata proprio quella del ‘cavalier’ Quartararo. Pole position nelle qualifiche del sabato – l’ultima volta 1133 giorni fa – e secondo posto nella gara della domenica, con addirittura qualche giro di testa, come non si vedeva da quasi tre anni. Un pilota finalmente di nuovo divertente, brillante, forte, veloce, sorridente e soprattutto sul podio, come non succedeva da 560 giorni: era da più di un anno e mezzo che Quartararo e la Yamaha mancavano dai protagonisti della MotoGP. Un’attesa lunghissima e molto pesante per un talento cristallino come quello del francese, che a 26 anni appena compiuti ha ancora tantissimo da dare al motociclismo. E per la persona che è, sempre cordiale e simpatica, lo meriterebbe anche. Fabio Quartararo è stato il più giovane pilota della storia a vincere il CEV – Campeonato de España de Velocidad – a 14 anni, per poi trionfare anche la stagione successiva e guadagnarsi l’ingresso in Moto3 a soli 15 anni e mezzo. Talmente giovane ma talmente forte da ‘obbligare’ la federazione ad abbassare l’età minima per accedere al Mondiale, fissata allora a 16 anni. La stella di Quartararo parte forte anche in Moto3, per poi affievolirsi a stretto giro di posta, forse oscurata dal peso delle aspettative per un ragazzo ancora così giovane. Fabio perde il sorriso e i risultati iniziano a non venire più ma il talento è tale da ricevere comunque una chiamata per ‘salire’ in Moto2. Il 2017 è un’altra stagione difficile per lui: i piazzamenti continuano a latitare, la sua stella sembra essersi spenta del tutto, le porte del motomondiale sono vicine a chiudersi. Invece, nel 2018, grazie a un’intuizione della Speed Up , Quartararo si rilancia: vince la sua prima gara in Moto2, chiude al decimo posto in campionato ma soprattutto fa vedere di avere ancora quel potenziale favoloso. Nel 2019 la Yamaha decide di puntare su di lui per il team Petronas, dove ottiene cinque podi e finisce al quinto posto nella sua stagione da rookie, con una moto peraltro non ufficiale. Fabio Quartararo è ufficialmente tornato. Nel 2020 si conferma come uno dei piloti più forti in griglia, mentre nel 2021, a Misano, diventa per la prima volta in carriera campione del mondo. Nel 2022 parte forte, lotta con Pecco Bagnaia per il titolo ma verso la fine della stagione la Yamaha comincia a perdere colpi, primi sintomi di quel calo di prestazioni che dal 2023 hanno dato il via alla crisi tecnica della scuderia giapponese . Incapace di tenere il passo con le altre marche, Ducati su tutte, la Yamaha e Quartararo spariscono dall'elenco dei protagonisti della MotoGP per quasi due anni. Almeno fino a domenica scorsa, quando Fabio ha riassaporato il gusto di un podio ed è tornato a farci divertire lottando per le prime posizioni, dove merita di stare. Viene ora da chiedersi se il secondo posto di Jerez sia stato un caso. È ancora presto per capirlo, serviranno altre corse. Di certo in Spagna è stato Quartararo a fare la differenza, più della moto: basta fare un confronto con le prestazioni di Alex Rins o Jack Miller per capirlo. Rimane comunque innegabile che anche la scuderia, poco alla volta, stia progredendo nella giusta direzione. Per il prossimo appuntamento la MotoGP andrà in Francia, a Le Mans, pista di casa per Quartararo, dove potrebbe essere in grado di fare un buon risultato. Immaginare un altro podio rimane ottimistico, ma già solo il fatto di rivederlo lottare è un meraviglioso spot per il motomondiale. Il ‘cavalier’ Quartararo si sta preparando a dare di nuovo battaglia.

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Mauro Sanchini