Martin-Aprilia, il disegno di una delusione

Forse ha ragione chi dice che i piloti sono fatti di una materia diversa. È gente capace di alimentare il proprio desiderio di correre anche quando ha le ossa rotte e, nel caso di Martin, anche quando il destino si accanisce in maniera persino disumana nel ferirti pure l’anima. Dunque, mentre noi lo pensavamo alle prese con riflessioni altissime sulla via per rimettersi in piedi come uomo prima ancora che come pilota, il suo manager Albert Valera, in maniera molto meno romantica, ma più tecnica ed economica, si sarebbe mosso per imbastire per lui il colpo di mano dell’anno: rompere il contratto con Aprilia con un anno di anticipo garantendogli un’altra moto per il 2026. La voce circolava da un paio di giorni nel paddock, troppo assurda per essere vera. Il nostro Sandro Donato Grosso era riuscito a mettere insieme quel quadro che rimaneva incredibile fino al momento in cui - adesso - la notizia è qui, tanto vera quanto assurda. Con l’Aprilia che non potendo smentire ci dice solo “No comment”. L’abitudine di tuffarsi a bomba nelle clausole è vecchia come il mondo e sempre più trendy, così tanto da non sorprendere quasi più nessuno. E invece è un tema pericoloso per tutto il sistema sul quale forse la MotoGP dovrebbe vigilare di più. Le mosse del management di Martin, tanto legittime dal punto di vista di Valera quanto all’apparenza discutibili in linea di principio, avrebbero individuato la chiave in una clausola che riguarda i risultati alla scadenza del termine di sei gare corse. Le Mans per l’appunto. È una clausola legittima nel contenuto e anche tipica dei contratti da corsa, ma è davvero difficile immaginare come Aprilia possa ora accettare di subirla in silenzio, dal momento che i risultati da valutare mancano completamente per indisponibilità del pilota infortunato. Cosa sarebbe stato Martin con l’Aprilia senza fratture e senza operazioni, non lo sa proprio nessuno. Nemmeno il miglior avvocato del mondo; uno di quelli che, per una parte e per l’altra, dovranno probabilmente occuparsi della questione. Senza che nessuno di noi , eccetto le parti, abbia visto il contratto, è presumibile che la clausola per la risoluzione contempli “la possibilità di accettare offerte da altre case nel caso in cui Martin non fosse entro le prime cinque posizioni della classifica del Mondiale”. Ma è solo presumibile e la posizione in classifica, per quel che ne sappiamo, potrebbe anche essere la settima o la decima. Cambierebbe solo il tasso di rischio per Aprilia: un rischio calcolato all’origine da entrambe le parti che non cambierebbe quello di cui stiamo parlando. Non c’è stata infatti la possibilità né di fare quinto, settimo o decimo. Lo ribadiamo: mancava il pilota , alle prese con un calvario da non augurare a nessuno, ma che a sua volta ora innesca un calvario per Aprilia. Proprio l’Aprilia che lo scorso anno aveva offerto, con gioia la via di fuga a Martin da una Ducati che non poteva promuoverlo, ora per Martin diventa un posto da cui fuggire. Proprio l’Aprilia che per agevolare il ritorno di Martin è riuscita a far varare una nuova regola a costo di litigare con Ducati. Proprio l’Aprilia che ha accusato la Michelin di aver detto una bugia quando Martin era caduto nei test di Sepang per una gomma fredda. Un’azienda che si espone fino a dare del bugiardo al responsabile della Michelin significa che sa perfettamente che non c’è colpa nè del pilota nè della moto. Immaginiamo che Martin e Valera queste cose le sappiano molto bene e che sul caso specifico non siano ingrati, ma adesso è tutto davvero molto complicato e paradossale. A prescindere dall’attenzione umana tipica di Rivola e a prescindere pure dalla vicinanza totale di tutto il team al suo pilota ferito in questi ultimi mesi, Aprilia un anno fa aveva proposto a Martin un progetto che evidentemente era stato accettato e condiviso, per quanto subordinato ad una clausola sui risultati che ora diventa uno strumento di discussione. Ci rifiutiamo di pensare che uno come lui, con un manager sveglio come Valera, avesse agito solo di impeto e solo per rabbia nei confronti di Ducati senza altre valutazioni di maggior respiro, con la visione che di norma ha chi fa quel mestiere lì. Siccome di elementi per giudicare tecnicamente l’Aprilia non ce ne possono essere granché per palese mancanza di chilometri percorsi, per spiegare la mossa di Martin c’è solo una prospettiva diversa da cui guardare le cose: quella di una proposta gustosa e irrinunciabile da qualche altra casa che dovrebbe essere , con poco margine di errore, la Honda. I giapponesi non agiscono di norma in maniera formalmente scorretta, e per questo non è pensabile che abbiano offerto a Martin qualcosa di ufficiale. Questo è uno dei casi in cui magari potrebbe bastare la parola data. Sul tavolo ci potrebbe essere un ingaggio molto più importante di quello di Aprilia e forse la garanzia di uno sforzo tecnico in cui avere fiducia che li porti, sulla carta, a essere pronti per il 2027, quando le regole tecniche cambieranno completamente le moto. Dopo una serie di mosse molto discusse Alberto Puig potrebbe aver azzeccato quella buona davvero. Peraltro in Honda Jorge troverebbe il suo grande amico e mentore motociclistico Aleix Espargaro, ex Aprilia, già approdato là alla fine dello scorso anno come tester. E poi Romano Albesiano, ex Aprilia, responsabile tecnico. A farne le spese potrebbe essere Luca Marini che a fine 2025 ha il contratto in scadenza e rischia di non vederlo rinnovato. Mentre Martin cerca di guarire e riprogetta il suo futuro, ad Aprilia tocca invece rivedere completamente le proprie strategie tecniche e di mercato, senza contare gli sforzi aziendali che aveva sostenuto per portare a termine l’operazione Martin. In un momento così cruciale per l’automotomotive non è banale per niente e per nessuno far tornare i conti. Spenderli per niente, ma proprio niente, è tutta un’altra cosa. Un grande caos insomma, nel quale è facile immaginare che se tutto fosse confermato con questi contorni, il rapporto tra Aprilia e Martin sarebbe ormai comunque compromesso in vista del 2026. Davanti a questo ripensamento fuori tempo massimo è difficile biasimare del tutto Martin per essersi fatto ingolosire, ma forse è più difficile biasimare Aprilia se decidesse di affrontare la questione a muso durissimo. Perché per loro è facile biasimare le modalità in cui l’azione si è prodotta. In questo momento ci immaginiamo Martin sballottato e disorientato e forse nemmeno del tutto convinto di quello che sta accadendo attorno alla propria figura che peraltro non è nuova ai ripensamenti: nel 2021 lo aspettavano in Ktm, finì in Ducati. Fa parte del gioco. Forse potrebbe diventare multimilionario e di nuovo vincente, ma ogni scelta ha un prezzo, che in questo caso potrebbe essere un discreto pezzo della sua faccia.

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