La MotoGP passa da Silverstone: cosa aspettarsi dal prossimo weekend

Da un monumento del motorsport come Le Mans, a un altro luogo iconico, leggendario, mitico come Silverstone. Il motomondiale attraversa la Manica e si porta nell’ex aeroporto militare diventato circuito nel dopoguerra. Nel ‘vecchio’ Silverstone si corse dal ’77 al 1986, poi si andò a Donington e quindi si tornò nel tracciato ammodernato ed allungato da 4,7 velocissimi chilometri a 5,9, aggiungendo un ‘infield’. A Silverstone soltanto due piloti hanno vinto 3 volte: Kenny Roberts papà e Jorge Lorenzo. Tra i piloti ancora in pista nessuno ci ha vinto più di una gara, ma ben 7 vantano un successo in Inghilterra: Marc Marquez, Viñales, Rins, Quartararo, Bagnaia, Bastianini ai quali si aggiunge la ‘wild-card’ Aleix Espargaro. A Silverstone insomma è difficile ripetersi e difatti ci sono stati 18 vincitori diversi in 23 gare e dal 2013 e dal 2013 in 10 Go si sono avuti 10 vincitori differenti: Lorenzo, Marquez, Rossi, Viñales, Dovizioso, Rins, Quartararo, Bagnaia, Espargaro, Bastianini. L’ultimo con 2 successi filati fu Lorenzo nel ’12 e ’13. A conferma di questo: ci sono stati 6 poleman diversi negli ultimi 6 GP. I due marchi che hanno il record di 24 podi sul tracciato inglese non sono finiti tra i primi 3 nelle ultime 3 edizioni. Vediamo, insomma, come si arriva su questo tracciato così particolare e affascinante. Honda Per una volta, dopo il clamoroso, storico e inatteso successo di Joan Zarco a Le Mans, iniziamo con la marca giapponese. D’altronde il successo del pilota francese del Team LCR in casa ha esaltato gli oltre 311.000 spettatori, ha interrotto a 22 successi consecutivi il record di vittorie Ducati riuscendo così a non farsi superare in questa storica classifica. Ha smosso l’interesse, l’entusiasmo e regalato a Zarco, il pilota Honda che più di tutti ci ha messo cuore e coraggio, un successo meritato, bello, esaltante. Se non pioverà e non ci saranno tutte le incertezze francesi con cambi gomme, penalizzazioni di massa e via discorrendo a Silverstone molto probabilmente Honda non si giocherà la vittoria, ma i 3 oltre a Zarco arriveranno a Silverstone più convinti, più stimolati a sognare. Bene, vi aspettiamo. Ducati La casa bolognese ha perso la possibilità di stabilire il record storico di 23 vittorie consecutive, ma ha rinforzato il suo dominio nella classifica mondiale. Col secondo posto, Marc Marquez ha approfittato dello zero di Bastianini e del fratello Alex per allungare in classifica a più 22 su Alex e addirittura 51 su Pecco. Un piazzamento importantissimo per l’equilibrio in campionato, un Marquez insolitamente ‘prudente’ che ha portato a casa il massimo senza correre inutili rischi in un GP caotico e difficile. Un atteggiamento che rinforza non soltanto nel punteggio la leadership di Marc in campionato e in Ducati. E che rende ancora più difficile la vita per i suoi antagonisti che sono tutti in sella alle Desmosedici GP. È infatti stata proprio la continuità a tenere in gioco a ridosso di Marc il fratellino Alex, che ha collezionato una serie pazzesca di secondi posti e anche la sua prima vittoria a Jerez. Ma lo 0 francese lo allontana abbastanza proprio da Marc. Ora se davvero vuole puntare alla realizzazione del sogno più grande di ogni pilota, il titolo della MotoGP, deve aggredire, ma senza sbagliare. Il che è ancora più difficile. Stesso discorso per Pecco Bagnaia che dopo la sconfitta di misura dello scorso anno, questa stagione non ha ancora trovato la sinergia perfetta con la sua Ducatona. Ancora non riesce a spingere come vorrebbe, non riceve dalla moto le informazioni che vuole per poterla guidare al limite. Insomma, al di là dalla sfortunata collisione con Bastianini all’inizio del GP di Francia, ancora non ci siamo. Per battere uno come Marc Marquez sulla tua stessa moto devi essere al massimo, al meglio in tutto e così ancora non è. C’è poi il problema dell’atteggiamento. Finora Pecco ha cercato senza riuscirci del tutto, di portare a casa più punti possibile, in attesa di tornare competitivo per il successo. Ora però i punti da recuperare sono molti, 51. Tocca perciò diventare più aggressivo, un po’ più ‘Marquez’ per intenderci. Speriamo che la ‘pietra d’argento’ inglese si trasformi in una pepita d’oro per Pecco perché ciò renderebbe assolutamente più divertente il campionato. Le altre Ducati sono tutte in grado di salire sul podio ovunque. Sia quella dello sfortunato Morbidelli, sia quella del Diggia poco efficace a Le Mans, ma che può essere sempre veloce, sia quella dell’esordiente Fermin Aldeguer terzo a Le Mans e in fase crescente come una luna. Yamaha La splendida pole di Fabio Quartararo è stata una dimostrazione di grande velocità e di miglioramenti netti ed evidenti della moto. Purtroppo la domenica le cose sono andate male, ma era una situazione al limite, perciò vedremo a Silverstone se i progressi Yamaha sono consistenti come sembrano essere. Il miglioramento della moto dà anche maggiori motivazioni ai piloti, li fa rendere di più. Quartararo l’ha già dimostrato, Miller è capace di tutto, nel bene e nel male, Rins sta trovando forma e fiducia, Oliveira pian piano tornerà in forma. Bene. Aprilia Che non fosse un anno fortunato, nonostante gli ingaggi del campione del mondo Martin e di Marco Bezzecchi al posto degli uscenti Viñales ed Espargaro e la rivoluzione tecnica, lo si era capito appena rimesse le ruote in pista a Sepang per i primi test prestagionali. Un paio d’ore e Martin si ribalta e si infortuna, perdendo così in pratica tutti i 3 giorni malesi e i 2 thailandesi di prove su una moto per lui completamente nuova. A casa, poi, si infortuna di nuovo allenandosi in supermotard per il primo GP a Buriram e rientra soltanto al quarto, a Losail in Qatar dove però cade e viene investito da Di Giannantonio procurandosi 11 fratture di costole e un pneumotorace. Tempi lunghi sono previsti per la guarigione e il ritorno in forma. A Le Mans però ecco il colpo di scena: Martin se ne vuole andare da Aprilia facendo valere una clausola del contratto che glielo consentirebbe se dopo 6 GP non fosse stato in lotta per il titolo. Jorge ha zero punti, peccato però che non sia soltanto per colpa della moto poco competitiva visto che non ha praticamente mai corso. Resta il fatto: a che serve tenere un pilota demotivato, infelice e che vuole andarsene? A farsi male in due, credo. Martin quindi a fine stagione se ne andrà, Aprilia continuerà con Bezzecchi, Savadori e i due Trackhouse Fernandez e Ogura fino a quando il campione infelice tornerà per chiudere un campionato mai nato e proseguito malissimo. Puntiamo sul Bez, allora, che a Silverstone potrebbe fare bene e speriamo in un weekend ispirato per l’esordiente giapponese e che la spinta della buona gara di Le Mans spinga Savadori fino alla zona punti. KTM Le continue notizie sui problemi della casa austriaca non sono certo un toccasana per le squadre impegnate nel motomondiale. Girano voci che vorrebbero addirittura lo stop nel 2026, sembra comunque che Acosta se ne voglia andare , Viñales per ora continua nel suo impegno, Binder e Bastianini cercano innanzitutto competitività. Ma felici non sono. Peccato perché KTM è un marchio storico importante, ha vinto nel cross, enduro, rally, velocità e, prima o poi, potrebbe vincere anche in MotoGP se avrà le risorse adeguate perché nella sua storia ha sempre vinto in tutte le imprese nelle quali si è cimentata. Per ora vediamo se a Silverstone ci sarà qualche KTM là davanti. Potrebbe succedere.

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