Il fascino unico del Mugello e gli indizi di rinascita che arrivano da Bagnaia

E finalmente si torna al Mugello, con le sue colline, i suoi borghi, i suoi morbidi, ondulati paesaggi, i suoi sapori delicati e decisi, la sua storia e pure il suo fantastico circuito. Un tracciato unico, storico, difficile, fascinoso. Un circuito di proprietà della Ferrari: vivo, curato, bello. Quest’anno ci si arriva con un marchio pure lui rosso e italiano, Ducati, che comanda, domina, ma un po’ meno degli ultimi anni. Aprilia, KTM, ma pure i giapponesi di Honda e Yamaha hanno - finalmente, va detto - tirato su la testa, mostrando molti progressi che continueranno per tutta la stagione e che quindi renderanno più interessante e incerto i GP. Arriviamo al Mugello quando inizia l’estate. Farà caldo, ci sarà da gestire fisici e gomme, ci sarà da far festa e divertirsi, come sempre sulle colline toscane della passione. Ducati Sì, non è più la sicura, assoluta dominatrice, ma sta disputando coi suoi sei piloti un campionato eccellente, dominato dalla sua punta di diamante Marc Marquez, che comanda la classifica con 233 punti, frutto di 4 vittorie nei GP e 7 su 8 nelle sprint e che viene dal potere assoluto, letteralmente dittatoriale, di Aragon, dove è stato primo sempre, forse anche nel parcheggiare la macchina. Inoltre, Ducati mantiene comunque cinque suoi piloti davanti a tutti in classifica, segno dello strapotere della casa bolognese. Dietro ad un Marc apparso maturo, sicuro, calmo, dominante c’è sempre quel fratellino sottovalutato, staccato di 32 punti, ma comunque sempre positivo, veloce, nettamente seconda forza del campionato, con la sua moto gestita dal Team Gresini che sta facendo benissimo come i suoi due ragazzi. Alex Marquez ha vinto, è secondo, va sempre o quasi sul podio, mentre l’esordiente Fermin Aldeguer sta crescendo e si dimostra veloce e combattivo, anche se ovviamente ancora un po’ acerbo. Franco Morbidelli è quarto nel mondiale, ha dimostrato di meritare la moto e il posto nel team VR46 con gare combattive, due podi e grandi e spettacolari duelli coi suoi avversari. Di Giannantonio è quinto, un po’ in difficoltà come Bagnaia con la moto del 2025. Pure lui che ha iniziato la stagione da convalescente non si trova spesso benissimo con l’ultima evoluzione della Ducati. E siamo arrivati, l’ho lasciato per ultimo apposta, a Pecco Bagnaia, che è terzo in campionato con una sola vittoria in 8 gare e staccato di 93 punti da MM93. Insomma, non bene: negli ultimi 3 GP ha portato a casa soltanto 20 punti sui 111 in palio. Marc Marquez, invece, ne ha presi 94. Vista così sarebbe brutta, molto brutta, ma ad Aragona sembra che Pecco abbia finalmente trovato, con l’adozione di una forcella più lunga e di dischi anteriori da 355 mm, un miglior feeling in frenata ed ingresso in curva, i suoi punti forti. E difatti ha chiuso la gara ad un terzo posto positivo per come è venuto e, soprattutto, per le sensazioni che ha regalato al tre volte campione del mondo. Tra l’altro al Mugello ha vinto le ultime tre edizioni del GP e quindi può davvero essere l’anello toscano il luogo della sua rinascita, del suo ritorno al comando della MotoGP. Peraltro Marquez sul tracciato toscano ha vinto soltanto una volta, un’era fa, nel 2014. Al di là del circuito, dell’atmosfera, dello spettacolo c’è anche questo possibile ritorno lassù di Bagnaia a spingere per farci andare dove non si dorme e ci si diverte. Yamaha Nei giorni scorsi Yamaha ha annunciato il contratto con Razgatlıoğlu per il 2026 e ha provato per 2 giorni motori evoluzione per il 4 cilindri in linea e una versione del V4 per il 2026. Insomma, dopo le 3 pole consecutive di Fabio Quartararo e le gare belle anche se sfortunate del francese , Yamaha va tenuta d’occhio perché la casa giapponese con sede in Brianza sta lavorando sodo e bene. Ogni pista potrebbe essere quella della sorpresa a 3 diapason. Su tutti, naturalmente c'è Fabio Quartararo, un fuoriclasse, ma pure piloti come Rins, Miller e Oliveira hanno le capacità di movimentare e molto le gare. Interessante vedere dove sarà Yamaha al Mugello dove ha vinto tantissimo con Rossi e Lorenzo. Honda Il primo dei non Ducati in classifica è comunque Joan Zarco, pilota Honda che ha vinto a Le Mans e fatto secondo in Inghilterra. Ad Aragon non è andato bene, zero punti, ma che sia quasi sempre il francese il migliore dei piloti Honda è una costante. Quando lui in classifica non c’è, spesso gli altri suoi compagni di marca non riescono a fare altrettanto bene. Comunque, nonostante molte cadute, anche Mir sta ritornando fuori. Marini è infortunato per la caduta a Suzuka nelle prove per la 8 ore, Chantra se la prende ancora abbastanza comoda nel suo percorso di apprendimento della MotoGP. Aprilia Senza Martin e con Ogura infortunato, Aprilia ha dovuto praticamente puntare tutto sul solo Bezzecchi. Dopo la spettacolare vittoria di Silverstone, due spettacolari gare in rimonta ad Aragon, dal ventesimo posto al via. Belle gare, ma dovute ad una caduta in qualifica. Peccato perché il Bez è in palla, motivato, gasato, forte, veloce. Deve riuscire a risolvere il problema della qualifica e poi possiamo divertirci davvero. Quando rientrerà Martin vedremo. Ci vorrà un po’ di tempo, qualche gara, perché torni al top. Aprilia si legge Bezzecchi e non è un brutto nome, anzi. Savadori continua il suo lavoro di sviluppo e test in gara, Ogura si deve riprendere, Fernandez deve farci capire se è una versione o l’altra di sé stesso. Il Mugello è comunque un bel posto per una sorpresa. KTM La casa austriaca è tornata ad essere soprattutto Pedro Acosta, che sta di nuovo prendendo confidenza e sicurezza. Il periodo in cui sembrava essere diventato Viñales la guida sembra un po’ passato, anche se pure lui si sta impegnando moltissimo e sfoggia momenti di motociclismo sublime. Non ancora al suo livello Binder, che sta comunque migliorando, e lontano dalle sue possibilità Bastianini. Poi, magari, sarà proprio il Mugello che farà scattare la molla, accenderà la fiamma, chiuderà la vena…

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