Il 'nuovo' Marc Marquez ha la stessa fame di vittorie di sempre

Agli avversari lascia solo le briciole, talvolta nemmeno quelle. Lo chiamano il ‘cannibale’ perché sportivamente parlando lui azzanna, come ha fatto al Mugello. Voleva vincere sull’unica pista che fin qui gli era sembrata un po’ indigesta, ma il ‘cannibale’ ha digerito anche quella. La fame di vittorie di Marc Marquez può persino sembrare eccessiva, ma non deve stupire. Lo spagnolo, che fino al 2019 aveva vinto sei titoli in MotoGP, ha dovuto accettare un lungo digiuno. Per cinque anni, dal famoso incidente di Jerez 2020, ha dovuto affrontare un inferno di sofferenze per sistemare un braccio devastato. Soprattutto, ha dovuto fare i conti ogni giorno con la possibilità di dover chiudere una carriera da numero uno. Una prospettiva inaccettabile per chi vive di questo sport e si nutre delle emozioni che può dare. Lui, infatti, non l’ha accettato. La forza di volontà e la determinazione messe in campo per uscire da quell’incubo sono un esempio per ogni sportivo. Per ogni persona a dirla tutta, perché nella vita può succedere di ritrovarsi con le spalle al muro, apparentemente senza scampo. Ecco perché il Marc Marquez che vediamo di nuovo primeggiare ha la stessa fame di successi e gratificazioni che nemmeno un debuttante, uno che non ha mai vinto nulla in vita sua, potrebbe avere. Conosce il prezzo della sconfitta e il peso del dolore per ciò che ha rischiato di perdere. E’ tornato quello di prima? Lui risponde di essere un po’ diverso, meno esplosivo, meno giovane ovviamente, ma più maturo. L’esperienza gli ha dato un’altra consapevolezza. E l’ha rafforzato, caratterialmente. Non gli riescono le prodezze di un tempo, dice lui, ha dovuto adattare la sua guida a un fisico provato dai tanti interventi, ma il risultato in fin dei conti non cambia. Deve allenarsi il doppio di prima? Non importa, Marc stringe i denti e ci dà dentro. Dimenticavamo: ha anche rinunciato a un contratto d’oro con la Honda, per vestire i panni di un pilota satellite, in un team cliente della Ducati, prima di passare nella squadra ufficiale. L’anno passato con gli uomini e le donne di Gresini l’ha aiutato a ritrovarsi. Il calore della squadra di Faenza è stata un’ottima medicina contro le ferite dell’animo. Questa è la lezione che Marc Marquez sta dando, involontariamente perché il suo intento non è certo pedagogico. Non se la tira, piuttosto si schermisce quando gli fanno notare questa ammirevole evoluzione. Ma nel tono delle sue parole si percepisce ancora il calvario che ha dovuto affrontare. Sul piano umano ciascuno è libero di giudicare come preferisce l’altra vicenda che l’ha segnato, la rivalità accesa con Valentino Rossi, esplosa nel 2015. Sono passati dieci anni e le ruggini di quel capitolo non sono scomparse. I fischi nel sabato del Mugello ne sono la dimostrazione. Sul piano sportivo, invece, si può dire poco, se non invidiare la tenacia e la caparbietà che gli hanno permesso di tornare a lottare e a vincere. Questo campionato, comunque vada a finire, sarà profondamente segnato dalla sua vicenda. Sportiva e personale.

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Il 'nuovo' Marc Marquez ha la stessa fame di vittorie di sempre

Paolo Lorenzi