Come arriviamo al Sachsenring, il regno di MM93

Beh, era certo: prima o poi l’appuntamento col Sachsenring doveva arrivare. Il tracciato tedesco diventa così il giro di boa del Mondiale 2025, undicesima tappa del campionato su 22, con Marc Marquez che rappresenta lo spauracchio per tutti. Lo spagnolo della Ducati ha infatti vinto per ben 8 volte consecutive nel tracciato di Sassonia dal 2013 al 2021 compresi , tutte con la Honda, prima dell’incidente che gli ha quasi stroncato la carriera. L’anno scorso ha vinto Pecco Bagnaia, ma Marc si è steso mentre lottava per vincere. Insomma il breve , sinistrorso, spettacolare tracciato teutonico è uno dei regni per il leader del campionato, un luogo dove può mettere un’altra pietra alla costruzione del suo campionato vincente. Comunque, il pilota che ha più podi al Sachsenring è Valentino Rossi con 10. Marc è a 9… Il Sachsenring è stato fino al 1972 pericolosissimo, si trattava di un circuito stradale, e il GP era quello della Germania dell’Est. C’erano centinaia di migliaia di persone a vedere e comunque lì vive una tradizione antica, radicata. Infatti l’ambiente con tutti quei tifosi che dormono in tenda nel circuito, l’atmosfera un po’ retrò, le bancarelle fumose e la birra a fiumi fanno tornare un po’ indietro nel tempo. Questa sarà la 39ª volta che si correrà al Sachsenring, compresi i GP antichi. Qui si è tornati nel 1998 dopo anni di gare al Nurburgring e ad Hockenheim. Ducati Tutti contro MM93, insomma, per fermarlo proprio dove sembra più difficile riuscirci. Ma sta proprio in questi stimoli, da una parte e dall’altra, il bello delle corse e dell’essere pilota. La voglia di battere Marc sul suo circuito deve essere uno sprone fortissimo per Alex, che lo segue al secondo posto con la sua Ducati azzurra del Team Gresini, ma soprattutto deve spingere uno come Pecco Bagnaia a cercare di batterlo ad ogni costo: il due volte campione ha già vinto ad Austin, per un errore di Marc, questa volta sarebbe l’ora di farlo con Marc in pista per rianimare sé stesso, le proprie ambizioni, il sogno ancora non impossibile di vincere il titolo o perlomeno di giocarselo fino alla fine. Il Pecco del Mugello all’inizio e quello di Assen, anche se non vincenti, hanno a mio parere messo in mostra progressi evidenti. Manca ancora un bel po’ per battere Marc, ma l’idea di farlo qui dovrebbe essere una spinta fortissima, anche perché comunque Pecco nel ’22 e ’23 ha ottenuto la pole e l’anno scorso ha vinto. Ovviamente non ci sono soltanto i primi tre a puntare in alto, a sognare di salire lassù. C’è la coppia fluo del Team VR46, Morbidelli e Di Giannantonio che seguono in classifica mondiale e chiudono il quintetto Ducati che domina la graduatoria. Prima o poi due piloti del genere, veloci, motivati, ben supportati, riusciranno a centrare più di un semplice podio. Dove e quando accadrà non possiamo saperlo, ma la zampata a sorpresa ce l’hanno in dotazione. Morbidelli deve riuscire ad essere meno irruente, ma senza perdere quella sua grinta. Diggia deve riuscire a trovare un sempre miglior rapporto con la difficile Ducati 2025. Sembra essere sulla strada buona, vedremo, anche perché conta molto la qualifica, soprattutto su un circuito così tortuoso. Aprilia Dopo il successo di Silverstone e il secondo posto di Assen, Marco Bezzecchi con la sua RsGP sta confermando le sue grandi qualità. Non sembra aver influito più di tanto l’assenza del campione Martin, né il confronto teso tra Jorge e la squadra per la risoluzione del contratto. Il tutto anzi sembra aver rinforzato il rapporto tra il Bez e la squadra e dato più sicurezza e convinzione al romagnolo. A volte accade che quando si crede di perdere molto ci si trovi con tanto buono, magari un po’ sottostimato, in casa. Aver avuto Martin a disposizione sarebbe ovviamente stato molto meglio, ma adesso, dopo metà stagione, avere un pilota che vuole andarsene cosa può dare davvero? Vale la pena svelare tutte le soluzioni trovate sulla moto ad un campione che non ci sarà più e che andrà alla Honda, il più grande rivale che già ha preso l’ex progettista Aprilia Romano Albesiano? Sono tutti dubbi che in Aprilia devono risolvere a livello di management, mentre in pista il Bez ci darà del gas come sempre, Savadori lavorerà sviluppando, Ogura cercherà di tornare ai suoi livelli pre-incidente e Fernandez deve confermare i progressi. Insomma un panorama positivo per Aprilia, nonostante tutto. KTM Se non è Viñales è Acosta, ma insomma ultimamente la casa austriaca ha finalmente due punte. Entrambi i suoi due fuoriclasse stanno disputando buone gare e se ne manca uno c’è l’altro. Diciamo che i due spagnoli ci danno dentro, fanno spettacolo, si giocano il ruolo di seconda forza con Aprilia e ancora mancano il vero Binder e Bastianini, che sono comunque due piloti capaci di grandi prestazioni se a posto con la moto. Yamaha e Honda Ultimamente le sorelle giapponesi, che pure avevano dato segnali concreti e confortanti di rinascita, non hanno fatto bene come ci si aspettava. Yamaha continua con le strepitose pole di Quartararo, 4, ma poi in gara finisce dietro, non riesce a gestire grip e gomme. Rins non sta ancora benissimo fisicamente, Oliveira sta arrivando dopo un inizio di stagione difficilissimo, Miller va, ma cade troppo. In più c’è il fantasma di Razgatlıoğlu che incombe in prospettiva 2026. Comunque il lavoro di Yamaha continua intenso e ci sono stati test a Brno, che tornerà in calendario la domenica dopo questa, anche col motore V4. Insomma, i risultati arriveranno. Honda invece ha soprattutto nel suo Zarco l’uomo che non molla mai, che ci prova sempre e che in condizioni difficili come a Le Mans può addirittura vincere, ma ancora non c’è con Mir, aspetta il ritorno di Marini e constata l’inutilità di Chantra, un solo punto in 10 gare. Ma sta lavorando e qualche sorriso qua e là sorge sulle labbra dei suoi piloti.

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Paolo Beltramo