Radio Superbike: Donington in cinque canzoni e il giardino di casa di Toprak

Il round di Donington Park inaugura la seconda metà del mondiale Superbike 2025 e lo fa con il pieno rispetto dei pronostici: su una delle sue piste preferite, infatti, Toprak Razgatlioglu non ha fatto sconti a nessuno e si è preso tutto ciò che c’era sul tavolo, siglando la pole position e vincendo tutte e tre le gare. Nicolò Bulega perde la testa della classifica, ma con la consapevolezza che il terreno fosse più favorevole al rivale e che la storia del campionato sia ancora tutta da scrivere. A catturare l’attenzione questo weekend, però, sono stati in tanti: li raccontiamo nella nostra rubrica Radio Superbike, come sempre con la sponda della musica. 1. Toprak, la comodità di casa Dodici vittorie e diciassette podi su uno stesso circuito fanno spavento, così come tre triplette in quattro anni. Il ruolino di marcia di Razgatlioglu a Donington fa talmente spavento che le “sole” due pole position quasi stonano, ma la sostanza è quella di un terreno di caccia favorevole arrivato proprio al momento giusto della stagione. Per capire il legame del pilota con il contesto, basti ascoltare le tante interviste in cui si è detto triste di non tornarci più per via del passaggio in MotoGP. A onor del vero, il campione in carica è andato più piano dell’anno scorso in tutte le sessioni, causa temperature più elevate e una moto lontana dalla perfezione, ma il margine sugli altri è stato comunque ampio. Toprak sorpassa Bulega in classifica e prende il comando con quattro punti di margine. Se la prossima tappa di Balaton è un punto di domanda per tutti, quella di Magny-Cours storicamente ha sempre parlato turco ; da lì in poi, con le ultime tre gare in penisola iberica, sarà partita patta tra i due dominatori di questa Superbike. Vinca il migliore, ammesso che ce ne sia uno. 2. Ducati, va bene così: Bulega limita i danni, risale Bautista Donington non è mai stata una “pista Ducati” in senso stretto, da quando è nata la Panigale. Ma più ancora di questo, il vero problema era Razgatlioglu. Coscienti di tutto ciò, in casa Aruba il rammarico è limitato. Bulega ha fatto bene nelle prove, poi Toprak è salito in cattedra e contemporaneamente Nicolò ha faticato tra le partenze e i primissimi giri di gara. Tre secondi posti non sono ideali, ma sono il massimo ottenibile. E anche la perdita del primato in classifica non è preoccupante, non preclude nulla. Anzi, dà al pubblico una lotta mozzafiato per il titolo. Ducati Aruba sorride anche per la domenica più che positiva di Alvaro Bautista, incolpevolmente steso in Gara 1 e poi veloce in Superpole Race e Gara 2. Soprattutto, la sua gestione della gomma nell’ultima gara è stata magistrale, quella del Bautista dei bei tempi, tanto da portarlo a girare in 1’26” persino all’ultimo giro. Sono segnali interessanti. 3. Locatelli acciaio inox. Obiettivo: terzo posto nel mondiale Che spettacolo questo Andrea Locatelli, sempre più concreto, sempre più una certezza. Pochi bassi, tanti alti e qualche sporadico altissimo, ma è difficile fare meglio con la supremazia tecnica delle Ducati e Razgatlioglu che fa storia a sé. In un weekend abbastanza buono per Yamaha , il Loka conquista due quarti e un quinto posto, assommando più punti dei suoi rivali diretti per il terzo posto in classifica generale. Ora è quinto, a ventuno punti da Danilo Petrucci che detiene quella posizione. Si può fare. 4. Inglesi sugli scudi Come ai vecchi tempi delle wild card da urlo in Inghilterra, USA, Italia e Giappone, l’aria di casa ha ravvivato i piloti britannici. I gemelli Lowes meritano un capitolo a parte, ma Jonathan Rea è tornato a farsi vedere nelle posizioni importanti con una bella Superpole, un quinto posto in Gara 1 e un sesto in Superpole Race; poi, in Gara 2, un tonfo fino alla quindicesima posizione per colpa di un problema ai freni. Scott Redding ha sognato con il sesto posto del sabato, ma un problema tecnico nella sprint e una Gara 2 meno interessante gli hanno tolto il sorriso. Ryan Vickers prometteva benissimo nelle prove e ha dato segnali intriganti, salvo faticare sulla lunga durata e assommare solo nove punti in tutto . In ogni caso, la Union Jack ha potuto sventolare con un po’ più di convinzione anche grazie ai piloti del centro gruppo. 5. Lowes&Lowes, speranza e rammarico “What could have been”, cosa avrebbe potuto essere questo weekend di casa per i gemelli Lowes. Alex è partito a spron battuto fin dalle libere e si è confermato in Superpole con una gran prima fila, lasciandoci pensare che potesse essere un protagonista al pari dei magnifici Razgatlioglu e Bulega. Le premesse c’erano tutte, una gran partenza in Gara 1, poi la scivolata nel punto peggiore di Donington, la curva Craner, in quel discesone da pelle d’oca: Bimota demolita e una botta alla caviglia sinistra trasformatasi, poi, in un “unfit” per domenica. Nessuna seconda chance. Quanto a Sam, la sua Gara 1 non è nemmeno iniziata per via del contatto alla prima curva con Montella, ma in Superpole Race il piatto è stato prelibato, un terzo posto che faceva pensare a qualcosa di grande per il pomeriggio. Anche lui, però, è caduto mentre si trovava secondo. Quel podio poteva essere di nuovo alla portata. La storia dei due fratelli resta bellissima, un tema narrativo piacevole per questa Superbike. Peccato, perché questo fine settimana il racconto poteva essere ben più glorioso.

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Edoardo Vercellesi