KTM torna a ruggire a Brno: il risveglio della casa austriaca

Il weekend di Brno ha restituito agli appassionati di MotoGP uno spettacolo carico di spunti tecnici, emozioni e colpi di scena. Marc Marquez ha ribadito il suo dominio in sella alla Ducati, vincendo sia la Sprint del sabato che la gara lunga della domenica. Tuttavia, dietro al campione spagnolo, qualcosa di nuovo - e per certi versi inaspettato - si è mosso: la KTM è tornata protagonista. Come da pronostico, Marc Marquez ha fatto la voce grossa, ma il fine settimana non è stato interamente roseo per Ducati: Pecco Bagnaia ha faticato, vittima di problemi elettronici, e ha chiuso solo al settimo posto nella Sprint e quarto nella gara di domenica. Alex Marquez è scivolato, Di Giannantonio è rimasto staccato, Morbidelli è stato costretto al forfait per infortunio e Aldeguer non ha lasciato il segno. Il dato che emerge con forza è il gap crescente tra Marc Marquez e il resto del plotone Ducati. Un segnale che non può essere trascurato. In questo scenario si inserisce il grande ritorno della KTM, con Pedro Acosta ed Enea Bastianini protagonisti nella Sprint del sabato e nuovamente con Acosta a salire sul podio domenicale, chiudendo terzo dietro a Marquez e all'Aprilia di Bezzecchi. Dopo un periodo difficile, intermezzato solo da qualche buon risultato di Maverick Viñales, la casa austriaca è riuscita a ritagliarsi uno spazio importante sul podio. Un podio che ha il sapore della riscossa per la casa di Mattighofen, visto che l’anno scorso si era presentata come una candidata al titolo finale. In realtà, nel corso dell’ultima stagione i risultati non sono coincisi con le aspettative, anche a causa di un allontanamento tra Fabiano Sterlacchini e la KTM che ha portato una confusione tecnica nel finale del Motomondiale. La verità, però, è un’altra: la grave situazione finanziaria della casa madre aveva di fatto congelato gli investimenti sullo sviluppo e lasciato in sospeso il futuro del reparto corse. Si vociferava perfino di un possibile fallimento. Questa tensione si è riflessa non solo sui meccanici e i tecnici, ma anche sui piloti, in particolare sul giovane Pedro Acosta, talento precoce e già campione del mondo in Moto3 e Moto2, costretto ad affrontare le incognite di una squadra in crisi, così come su Enea Bastianini. Fortunatamente, l’arrivo di nuovi investitori ha ridato fiato all’azienda, permettendo di riprendere il lavoro sul piano tecnico e ritrovare serenità nell’ambiente corse. Un contributo fondamentale in questo processo è arrivato da Maverick Viñales, approdato quest’anno in KTM dopo l’esperienza in Aprilia. Nonostante l’assenza a Brno per un infortunio rimediato al Sachsenring, il suo lavoro ha lasciato un’impronta indelebile. Viñales, pilota talentuoso ma a volte incostante, ha saputo portare velocità a un progetto su cui pochi credevano ancora. Le sue performance - come la gara in Qatar, dove ha lottato a lungo per la vittoria prima di una penalità per pressione irregolare dello pneumatico anteriore - hanno mostrato che la moto aveva potenziale. Il suo approccio ha fatto da riferimento anche per gli altri piloti KTM, permettendo a tutto il box di ritrovare fiducia e una base tecnica solida da cui ripartire quando i risultati non arrivavano, scegliendo di lavorare con lucidità sul materiale disponibile, evitando soluzioni fantasiose e puntando su un approccio metodico e costruttivo. Un altro protagonista del weekend in Repubblica Ceca è stato Enea Bastianini, che dopo un difficile passaggio da Ducati a KTM sembrava destinato a un ruolo da comprimario. Sabato il pilota italiano ha riscoperto il suo talento nella Sprint: sorpassi decisi, grande velocità un terzo posto meritato. Domenica avrebbe potuto replicare l'impresa, ma una caduta nella foga della rimonta ha interrotto i suoi sogni di gloria. Nonostante l’errore, il bilancio è più che positivo: Bastianini è apparso rinfrancato, motivato, e finalmente in grado di lottare nelle posizioni che contano. Il tracciato di Brno, con il suo layout favorevole e il nuovo asfalto, potrebbe aver aiutato la KTM a ritrovare competitività, come già accaduto nel 2020 con la vittoria di Brad Binder. Ma ridurre tutto a un fattore ambientale sarebbe ingeneroso. I segnali sono chiari: KTM è tornata a crederci. Serve ora continuità. Le prossime gare saranno decisive per capire se la casa austriaca potrà mantenere questo livello e tornare stabilmente a sfidare Ducati e Aprilia. Un passo fondamentale sarà trovare un nuovo project leader, una figura capace di guidare lo sviluppo tecnico con coerenza e visione. Nel frattempo, la MotoGP può sorridere: a Brno il podio ha visto salire tre piloti di tre case diverse. Insomma, KTM torna a ruggire. E il Mondiale diventa ancora più interessante.

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Mauro Sanchini