Colpo sensazionale del Pilota finlandese, al 4° successo in Svezia, e di Toyota, che dopo sole due tappe del mondiale ritorna al successo, da Cenerentola a Regina nell’inatteso incantesimo del Rally Svezia. Tanak secondo con onore, Ogier, sempre lì…
Non si poteva dormire durante la notte tra sabato e domenica. L’overdose di adrenalina messa in circolo dalla Karlstad 2 dell’inferno Neuville aveva stravolto il Rally. D’un tratto troppi argomenti avevano iniziato a frullarmi in testa, surriscaldando le pur sobrie osservazioni sul Rally sino a quella dannata prova speciale. Neuville da una parte, Latvala dall’altra, due contesti collegati ma così improvvisamente diversi, stravolti. Neuville giudicato per direttissima dal plebiscito, giustiziato e sepolto perché reo dell’errore che non ci si può permettere di fare, Latvala sull’altare di una precoce, straordinaria celebrazione possibile. A monte tutte le congetture maturate con una certa fatica, ma nel rispetto di una quasi rassicurante normalità, a valle il disastro. Tutto era molto chiaro, dopo il Monte-Carlo “inevitabile”. Neuville avrebbe vinto facile, con quel successo avrebbe riscattato il pegno dato alla sfortunaccia del Monte. Hyundai e la nuova i20 avrebbero preso un certo margine sugli Avversari, nessuno, nessuno al mondo avrebbe avuto da obiettare, lo meritavano. Sull’altro piatto della bilancia un’inconsueta osservazione di consistenza, nuova e intrigante. Latvala che ottiene due secondi posti consecutivi, Toyota che parte in tromba con un consuntivo stellare dopo due prove di Mondiale, senza strafare ma applicando la migliore, istruttiva accortezza della storia di Makinen. È la sostanza possibile di un grande equilibrio di fondo del Mondiale, nel quale sguazzano le coraggiose innovazioni indotte dal nuovo Regolamento. Sembrava tutto racchiuso in una equazione difficile ma con variabili quasi sotto controllo. Ma te guarda! A un certo punto, a furia di pensarci e di dispiacermi per Neuville, inizio a delirare e ad immedesimarmi in due situazioni distanti e incompatibili, del tutto inopportune.
Pensate di avere due fratelli. Uno si chiama Thierry Neuville, l’altro Jari-Matti Latvala. Sì, uno belga e uno finlandese, che colpa ho io se i vostri genitori sono così geograficamente distanti? Uno, il belga, ha appena preso una legnata micidiale ed è sconvolto, con il fiato corto, senza parole e senza più argomentazioni. L’altro, il finlandese, sta per toccare il cielo con un dito, e deve ringraziare il fratello belga, almeno indirettamente, per l’occasione che gli ha spiattellato sulla strada. Cosa avreste fatto voi? Sareste andati a consolare il fratellino sfigato o vi sareste dati da fare per la celebrazione del fratellone al settimo cielo? A Neuville avrei dato la priorità morale, con un piccolo sforzo, a Latvala quella emotiva, positiva, sempre preferita.
La verità è che mi sento mortificato per quello che è accaduto a Neuville. Non riesco a dargli del cretino e pensare che se la sia andata a cercare, e non lo vorrei condannato. Allo stesso tempo, tuttavia, sono contentissimo per Latvala, che è uno che si fa voler bene perché quando gli va bene trasuda passione, non sta nella pelle, un bel modo di essere Campione, e si sente rinato ora che non deve più fare i conti con uno scomodo, troppo bravo compagno di Squadra.
Stressato, alla fine decido di abbandonare i due fratelli al loro contrapposto destino, e cambio angolo di visuale. Che siano grandi abbastanza per affrontare positivamente le loro delusioni e le loro gioie. Io devo cercare di dormire. E allora per trovare il sonno comincio a contare. Una, due, tre… quando arrivo a 907, e ancora ho gli occhi spalancati, capisco che la soluzione vincente è quella logica, e cioè accettare le situazioni venutesi a creare senza considerare le riflessioni, gli argomenti indotti. In fondo la parte più forte è la sorpresa, più della natura degli eventi. 908… un momento, se vince Latvala si interrompe il digiuno di Toyota che dura da 908 settimane, 6356 giorni dalla vittoria, ce lo ricorda Diletta precisissima, di Didier Auriol al Rally di Cina del 1999, con la Corolla del Team Toyota Castrol. Sarà una domenica fenomenale, adesso è certo.
L’ultimo giorno del Rally di Svezia stravolto dall’”Affaire Neuville” si è trasformato, da blanda pratica d’ufficio ad aspra battaglia tra il Pilota più redditizio di sabato, Ott Tanak, e l’”erede” di Neuville, Latvala, tutto un tratto libero, palla al piede e la porta vuota. Arrivati a questo punto, è logico dare completa fiducia al Finlandese, e sapere che, davanti a un’occasione come quella, attingerà dal pozzo di esperienza e di talento e stenderà sul tavolo le carte migliori. Sta solo a lui non farsi spezzare il cuore, non dar retta alle interferenze psicologiche e andare giù piatto. Il momento è di per sé magico, e c’è da giurare che Makinen saprà trasformare in farfalla la crisalide Yaris WRC già “fortunata” al Monte-Carlo. Incorreggibili, stravolti dai dubbi e dalle questioni di fondo dello shock Neuville, siamo ancora lì a pensare ad altro.
L’alba risponde agli interrogativi con fatti chiarissimi, e spazza via anche il più piccolo dubbio nell’incanto di un raggio di sole sulle prove speciali di domenica, le due Likenas di 21 chilometri e la Torsby, 16 chilometri, questa volta con i galloni di Power Stage. Resta il dubbio assillante di un possibile agguato di Ogier, ma già al primo passaggio il quadri-Campione del Mondo si auto esclude con una elegante giravolta, innocua ma pesante quasi mezzo minuto.
A dare profondità all’affresco del Rally Svezia 2017 ci pensa il Latvala delle grandi occasioni, perfetto, solare, euforico. Una guida da capogiro, ora miracolosamente “tonda”, perfetta. L’ultimo “vecchio”, sporco Latvala lo abbiamo visto sulla Hagfors 2, spettacolo indimenticabile. Escono così la migliore Likenas per due volte, il migliore Power Stage. En plein risolutore e definitivo. Il Campione è così: quando arriva il momento cruciale ecco anche la differenza. Tanak non ce la fa, ma è onesto e lo ammette, e poi “stalla” il motore nel più eloquente dei segni di sottomissione. In fondo il secondo posto è un grande onore, e i due doppi podi di M-sport in due Rally sono altrettanto “onesti”, soprattutto in proiezione futura.
Latvala, Ogier, Neuville. Nell’ordine. La determinazione del finlandese, che si aggiudica per la quarta volta lo Svezia, è più forte della disperazione di Neuville, e più forte anche del cinismo di Ogier che avrebbe messo volentieri il coltello nella piaga. Giù dal podio c’è da essere contenti per la prestazione sempre dignitosa di Dani Sordo, che ancora una volta salva l’onore di Hyundai con il quarto posto, utile, e per il vero e proprio exploit di Craig Breen, anch’egli supplente del non troppo fortunato Meeke, che al quinto posto può ritenersi appagato nel debutto eccellente con la C3 WRC. Come abbiamo “insinuato” al termine della tappa di sabato, poi, c’è da seguire con attenzione anche il Campionato della WRC2, perché le R5 si confermano macchine molto, ma molto interessanti. A vederle in azione su certi tipi di tracciato, specialmente dove la tenuta è un fatto meno evidente, verrebbe da dire che il nuovo regolamento della WRC sia stato fatto per riprendere la distanze dalle “piccole” terribili.
E adesso? Tutto da rifare. Latvala vola, Ogier non demorde con la più privata delle… Macchine ufficiali, Tanak è una via di mezzo tra rivelazione e conferma. Tutti in crescita. Sono i tre Piloti che fanno muovere la classifica Mondiale, dopo due prove. Latvala, 48 punti. 4 più di Ogier, 15 più di Tanak. Sono però gli “assenti” che danno una fisionomia così particolare alla graduatoria provvisoria. Le défaillance di Meeke e, soprattutto, Neuville, mortificano e tengono un po’ fuori dal giro che conta sia Citroen che Hyundai, probabilmente enfatizzando un poco le condizioni reali di Toyota e Ford che, in ogni caso, potranno comunque contare sul vantaggio loro concesso, e riempire così almeno parte del logico margine di miglioramento. Di sicuro, poi, la doppia batosta di Neuville è un colore “invisibile” ma particolarissimo sulla classifica. Diciamo che, con queste uscite un po’ fuori luogo, Neuville ci ha fatto vedere cosa potrebbe essere il Campionato senza di lui. Ora, se qualcosa non si è incrinato nella sua testolina, presto dovremmo vedere un altro Mondiale, e probabilmente straordinariamente equilibrato e vibrante. Dai!
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