Il mondiale Superbike si chiude con il round del Qatar. Ancora una volta a dominare è Rea. 10 e lode per lui come spesso quest’anno. 8.5 a Davies che con la Ducati Panigale ufficiale non molla mail. Secondo posto nel mondiale per lui. Ecco tutti i voti di Losail
Il campionato mondiale Superbike va in archivio e termina così come era iniziato, con una doppietta di Rea. Il pilota della Kawasaki ha dominato la stagione dal primo all’ultimo round, accumulando vittorie e record, l’ultimo dei quali riguarda il numero di punti in una stagione. Johnny ne ha accumulati 556 contro i 552 di Colin Edwards. Un record che resisteva dal 2002. La sua è stata una superiorità talmente evidente che rende inutile snocciolare tutti i numeri del suo trionfo. Suo e della Kawasaki perché se Rea ha conquistato 58 punti in più rispetto allo scorso anno lo si deve anche alla casa di Akashi che ha lavorato tanto e bene, sino a rendere la ZX 10R una macchina da guerra, che nelle mani di Rea è diventata invincibile.
La prima degli sconfitti è senza dubbio la Ducati che non ha saputo ripetere l’esaltante finale di stagione dell’anno passato, quando Davies vinse sette delle ultime otto gare. Un filotto di vittorie fantastico dovuto all’abilità del pilota gallese, ma anche ad un netto miglioramento della Panigale che quest’anno invece non c’è stato. Nel 2016 la casa di Borgo Panigale nella pausa estiva era riuscita a colmare il divario nei confronti della Kawasaki, mentre quest’anno non ha saputo ribattere allo strapotere verde, nonostante un Melandri in più.
La novità positiva di questo campionato è stata senza dubbio la Yamaha, i cui piloti hanno concluso le ultime gare a ridosso delle Ducati. I progressi della R1 sono evidenti se si guarda la stagione di Lowes, che ha raccolto 111 punti in più rispetto allo scorso anno. La strada è quella giusta, ora bisogna continuare a percorrerla.
Grazie all’impegno economico del team Milwaukee anche l’Aprilia si è impegnata maggiormente, ma questo campionato ha dimostrato come, alla luce dei nuovi regolamenti, la RSV4 non sia più in grado di tenere il passo delle prime della classe e che se la casa di Noale vorrà tornare a competere nelle derivate, dovrà rivedere completamente la sua moto.
Lo stesso vale per MV Agusta, la cui F4 nelle ultime stagioni ha raggiunto il massimo sviluppo possibile. Lo dimostra il fatto che Camier quest’anno ha ottenuto esattamente gli stessi punti della passata stagione: 168. Non è cambiando il pilota che le cose miglioreranno, e bisognerà anzi vedere se il buon Torres riuscirà a spremere al massimo la moto di Schiranna, come ha certamente saputo fare l’inglese, ora passato alla Honda.
Da parte sua la più grande casa motociclistica al mondo quest’anno ha certamente toccato i minimi storici nella classe maggiore delle derivate. La colpevole assenza della HRC ha lasciato nei problemi la filiale Europea, che ce l’ha messa tutta per sviluppare la nuova CBR, ma da sola non ce la può fare. I timidi segnali giunti dalla casa madre, culminati con l’arrivo del pilota collaudatore Takahashi (fresco vincitore del campionato giapponese SBK) danno qualche speranza al team Ten Kate, che si affiderà ad una nuova centralina ed all’abilità di guida di Leon Camier.
Il campionato è appena terminato, ma tra poche settimane i team ufficiali orneranno in pista per iniziare i test invernali ed adattare le rispettive moto alle nuove regole tecniche. La stagione 2018 sta già per iniziare.
Le pagelle
Jonathan Rea – voto 10 e lode – In questi tre giorni Rea ha concesso ai suoi avversari solo i primi 4 giri di gara 2. In precedenza ha chiuso in testa tutte le sessioni di prove e la Superpole, restando al comando per tutti e 19 i giri di gara1. Non serviva una simile prova di forza per ribadire la sua superiorità, ma Johnny e la Kawasaki non avevano mai vinto a Losail e quindi hanno voluto abbattere anche questo ultimo tabù. C’è davvero qualcuno che pensa che per fermarli basterà togliere qualche centinaio di giri alla Ninja?
Chaz Davies – voto 8,5 – Da tempo Chaz ha dato l’impressione di essersi arreso allo strapotere di Rea e della Kawasaki se non altro per quanto riguarda il titolo mondiale, ma questo non gli ha impedito di dare il massimo e di correre con la grande generosità che tutti gli riconoscono. A Losail Chaz ha faticato molto in prova, ma poi in gara ha trovato il bandolo della matassa e nonostante sia partito sempre dalla terza fila, ha chiuso entrambe le gare alle spalle di Rea. Nella seconda ha anche tentato di vincere, ma una Panigale imbizzarrita lo ha costretto a ridimensionare le sue ambizioni.
Alex Lowes – voto 7 – E’ il pilota simbolo di questa Yamaha, salita finalmente al livello delle prime della classe. La doppia caduta della prima gara dimostra che l’inglese deve ancora migliorare, ma conferma anche come la grinta non gli manchi proprio. Un buon finale di stagione, ma lo attendiamo all’esame di maturità del prossimo campionato.
Michael van der Mark – voto 6 – Cade venerdì e sabato arriva ai piedi del podio, ma perde nettamente il duello con il suo compagno di squadra. Sembrava potesse essere lui la prima guida del team Pata Yamaha, invece l’olandese non ha saputo rispondere ai progressi di Lowes. Anche per lui il prossimo sarà un anno decisivo, ma deve rinforzare il carattere per non abbattersi nelle difficoltà.
Marco Melandri – voto 6,5 – La pista di Losail non offre un grande grip e Marco ne soffre più di altri. Non riesce a trovare un assetto che gli permetta di guidare come vorrebbe, ed il podio di gara 1 è solo un gradito omaggio delle Yamaha. Chiude quarto nella stagione del suo rientro, ma è un risultato che non soddisfa nessuno. Nemmeno lui.
Tom Sykes – voto 5,5 – Questa pista non gli è mai piaciuta (ci ha anche perso un mondiale, con la complicità di Baz) ed in gara paga un assetto infelice, che rende difficile da guidare la sua ZX 10R. Tristemente sesto in gara 1, cade rovinosamente nella seconda e dice addio al secondo posto in classifica. Lo strapotere di Rea sembra avergli tolto quella grinta che in passato gli aveva fatto raggiungere grandi risultati.
Eugene Laverty – voto 6,5 – Siamo certi che sia difficile ottenere di più dall’Aprilia attuale. Il nordirlandese è senza dubbio uno dei piloti migliori di questa Superbike, ma purtroppo moto e team non lo assecondano. Nella prima gara ottiene il suo miglior risultato stagionale, ma per quest’anno il podio resta un miraggio.
Lorenzo Savadori – voto 6,5 – Vale quanto detto per Laverty, con in più l’alibi dell’inesperienza e della giovane età. Lorenzo è senza dubbio un pilota molto veloce, ma per crescere avrebbe bisogno di una moto diversa che gli consentisse di mostrare a se ed agli altri i progressi compiuti in queste due stagioni in Superbike. Speranza azzurra.
Xavi Fores – voto 7 – La sfortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo e lo ferma proprio mentre lo spagnolo del team Barni sta raccogliendo il suo miglior risultato stagionale. Si rifà in gara2 mettendosi dietro la Ducati ufficiale di Melandri. Bravo Marco Barnabò a confermarlo anche per il prossimo anno.
Jordi Torres – voto 6 – Losail è una delle sue piste preferite e riesce ad andarci forte anche con la BMW, che però in gara 2 si ribella e lo lancia per aria. Per fortuna non si fa male. Bravo e generoso, meriterebbe di più. E ora via con la MV!
Kenan Sofuoglu – voto 10 – Senza tanti clamori questo turco dalla volontà d’acciaio torna in sella in SuperSport un mese dopo essersi fratturato il bacino in tre punti, per tentare una strenua difesa del suo titolo. Non ce la fa, ma sale sul terzo gradino del podio e soprattutto sa di aver dato il massimo e di essere stato più forte del dolore. La vita gli ha riservato anche sofferenze maggiori, alle quali lui ha sempre saputo rispondere con grande forza d’animo. Radioso riferimento per i giovani turchi. E non solo.
Lucas Mahias – voto 9,5 – Gli sarebbe bastato un decimo posto, ammesso che Sofuoglu avesse vinto la gara, ma Lucas non ha fatto calcoli. A rischio di giocarsi un mondiale quasi vinto in Supersport, il francese ha spinto forte dal primo all’ultimo giro ed ha vinto per dimostrare a tutti di meritare questo titolo. Di lui sentiremo parlare anche nei prossimi anni. Magari in Superbike.
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