Wec, 8 ore Bahrain: Buemi, Hartley e Hirakawa campioni con Toyota
ENDURANCECala il sipario sul 2023 del FIA WEC, in Bahrain Toyota Gazoo Racing arpiona anche il titolo piloti grazie alla vittoria di Buemi, Hirakawa e Hartley, di nuovo Campioni del Mondo. Ferrari sul podio con Fuoco, Molina e Nilsen. L’ultimo trofeo LMP2 va a WRT con Kubica, Deletraz e Andrade. Grande festa per le Iron Dames, al primo successo nel WEC nella gara d’addio delle GTE
L'undicesima stagione del FIA WEC si chiude con la quarta doppietta di Toyota Gazoo Racing, prima sul traguardo con Brendon Hartley, Sebastien Buemi e Ryo Hirakawa. Vincendo la 8 Ore del Bahrain l'equipaggio numero 8 della casa giapponese conquista il secondo titolo piloti consecutivo, il quarto per Hartley e Buemi, il secondo per il giovane Hirakawa, facendo per altro seguito al Mondiale Costruttori vinto due mesi fa al Fuji. Toyota, dunque, porta a sei i titoli piloti e marche vinti nel FIA WEC, confermandosi anche e soprattutto nell'anno in cui la concorrenza è stata arricchita dalla presenza dei grandi marchi automobilistici, Ferrari in primis. Dominando la stagione, Toyota riesce a mitigare la beffa della sconfitta a Le Mans, confermandosi la Regina del Mondiale Endurance.
A dir la verità, la gara non è stata così semplice. Mentre la Toyota #8 di Buemi/Hartley/Hirakawa macinava giri in testa dopo esser scattata dalla Pole, la GR010 #7 è stata costretta alla rimonta dopo l'incidente del via, quando la Cadillac di Earl Bamber - partita al terzo posto - ha bloccato entrambe le ruote anteriori tamponando Mike Conway. Ripartito senza particolari danni, Conway ha recuperato posizioni a suon di sorpassi, molti dei quali nel tratto centrale, recuperando il secondo posto a poco a circa due ore dall'inizio della corsa. Tuttavia, l'incidente al via ha annullato le speranze iridate del trio Conway/Kobayashi/Lopez, ai quali sarebbe servita una vittoria combinata ad un piazzamento fuori dal podio per la Toyota #8. Come scritto, questo scenario non si è verificato, lasciando un po' di amaro in bocca all'equipaggio che ha vinto più gare quest'anno.
Grande battaglia, invece, per l'ultimo gradino del podio, conteso fino all'ultimo dalla Ferrari #50 di Antonio Fuoco/Miguel Molina/Nicklas Nielsen e dalla Porsche Jota di Antonio Felix da Costa/Will Stevens/Ye Yifei, veri e propri showmen nella seconda parte di gara. A riaprire le possibilità di podio di Ferrari è stato il Drive Through comminato a Da Costa, reo di esser rientrato pericolosamente in pista dopo un lungo in curva 1. Scontata la penalità, il portoghese - all'ultima gara nel WEC per poi concentrarsi esclusivamente sulla FIA FE - si è accodato alle Ferrari, che a loro volta hanno vissuto un brutto momento a meno di due ore dalla fine.
Facendo la sosta un giro dopo la #50, Pier Guidi (Ferrari #51) e il già citato Stevens sono tornati in pista davanti a Fuoco, spinto però da una maggior inerzia garantita da gomme già calde. Antonio ha subito passato Stevens, arrivando di gran carriera sul compagno Pier Guidi in prossimità di curva 8. Quindi Fuoco ha preso l'interno, la stessa traiettoria scelta da Pier Guidi, andando fuori pista e tagliando completamente la curva dopo una toccata laterale con il compagno.
Fortunatamente l'episodio non ha avuto conseguenze, tant'è che Fuoco ha passato Pier Guidi una curva dopo, ma lo spavento dettato da questa incomprensione è stato sicuramente degno di nota. Dopodiché, la Ferrari #50 è scappata, mentre Pier Guidi ha accusato dei problemi che hanno permesso a Stevens di riprendere il quarto posto e a Kevin Estre (Porsche Penske #6) di entrare in bagarre per il podio. Alla fine l'ha spuntata Ferrari AF Corse, terza a Sakhir con Fuoco, Molina e Nielsen, saliti al terzo posto anche nel Mondiale Piloti scavalcando i compagni di box grazie al quarto podio annuale.
Porsche si accontenta della terza piazza nel Costruttori, la prima delle LMDh, confermando i passi in avanti fatti nell'anno del debutto della 963, il prototipo più in voga tra i team clienti. Male Peugeot, mai della partita, così come Cadillac, impossibilitata a lottare a causa dell'errore in partenza di Bamber.
Grande festa per WRT in LMP2: la squadra belga vince e conquista l'ultimo trofeo di categoria con Robert Kubica, Rui Andrade e Louis Deletraz, saliti al primo posto approfittando del tempo perso dalla gemella #31 (Frijns/Habsburg/Gelael) nell'ultima sosta, più lunga per via di un problema nella sostituzione della ruota anteriore sinistra. Nessun team è riuscito a mettere i bastoni tra le ruote a WRT: Inter Europol Competition - vincente a Le Mans - ha vissuto una gara da incubo tra mille problemi tecnici e United Autosport è stata coinvolta nel caos della partenza con entrambe le vetture. Con la fine del 2023 si chiude anche l'era della LMP2 nel FIA WEC: il prossimo anno la classe di mezzo sarà presente solo a Le Mans, lasciando spazio nelle altre gare a Hypercar e GT3.
A proposito di GT, l'ultima corsa nella storia delle GTE va alle Iron Dames, perfette nell'arco di tutte le 8 ore. Sarah Bovy, Michelle Gatting e Rahel Frey trionfano per la prima volta nel FIA WEC, proprio in occasione della gara d'addio della categoria, quest'anno presente esclusivamente in configurazione AM. Il successo delle Dame arriva in seguito ad un bel confronto psicologico con l'Aston Martin di D'Station Racing, staccata di cinque secondi proprio nel momento decisivo. Un vero peccato, invece, per l'altra auto del team di Piccini, la #60 targata Iron Lynx: Matteo Cressoni e Alessio Picariello hanno corso alla grande le prime 5 ore e 30 di gara, ritirando però la macchina a causa di un problema di salute che ha colpito Claudio Schiavoni. Non potendo far correre il bronze dell'equipaggio per almeno 2 ore e 20 minuti (richiesta esplicita del regolamento), Picariello ha parcheggiato la macchina nel box, lasciando il primo posto alla Porsche gemella delle Iron Dames, che poi hanno completato il lavoro.
Con questi risultati si chiude ufficialmente l'undicesima stagione del FIA World Endurance Championship, pronto a ripartire a inizio marzo 2024 con la 1812 km del Qatar.