Il pilota fantasma che 60 anni fa fece vincere la 24 Ore di Le Mans alla Ferrari

La 24 Ore di Le Mans è ormai alle porte e proprio in occasione della 93^edizione cade il 60° anniversario dell’ultima vittoria assoluta ottenuta da una Ferrari prima del glorioso ritorno nel 2023. Riavvolgiamo il nastro e fermiamoci al 19-20 giugno 1965, giorni in cui si svolse la 33^ maratona nel Circuit de la Sarthe, teatro per il secondo anno di fila del celebre scontro tra il Cavallino Rampante e Ford, con Porsche a fare da outsider. Ferrari impiegò ben 11 auto tra 275, 330 P2 e 250 LM, sforzo condiviso da Ford con cinque Cobra e quattro GT40, quest’ultime tanto potenti quanto ancora inaffidabili. In circa sette ore, infatti, tutte le GT40 si ritirarono e questo permise a Ferrari di amministrare la corsa senza la pressione dell’Ovale Blu, ma non senza difficoltà. Al calare della bandiera a scacchi la vittoria andò alla 250 LM #21 preparata dal North American Racing Team di Luigi Chinetti, importatore Ferrari negli States, con al volante l’americano Masten Gregory e l’austriaco Jochen Rindt, che cinque anni dopo diventerà l’unico Campione del Mondo di F1 postumo vincendo ufficialmente il titolo dopo aver perso la vita nel fine settimana di Monza. Una gara nata nel 1923 non può che vivere di miti e l’edizione 1965 contribuì ad alimentare il carattere leggendario della corsa. Il trionfo di Rindt e Gregory fu ottenuto grazie ad un altro pilota che prese parte alla gara senza lasciare traccia, vincendo ma non ufficialmente. Parliamo di Ed Hugus, classe 1923 nato in Pennsylvania che, dopo aver combattuto nella Seconda Guerra Mondiale, iniziò la carriera da pilota a metà anni ‘50. Prima della gara Hugus fu iscritto dalla NART su un’altra Ferrari, una 275 che poi non prese parte alla corsa, venendo così spostato nell’equipaggio di Rindt e Gregory per ricoprire il ruolo di riserva. Leggenda vuole che nella ostile notte di quella 24 Ore di Le Mans calò una nebbia talmente fitta da rendere ancor più proibitiva una fase di per sé già complicata. Gregory, in affanno con la vista, decise di interrompere il proprio stint per cedere il volante a Rindt. Ma nessuno trovò l’austriaco e per evitare di perdere tempo prezioso, Chinetti affidò il compito proprio a Hugus, che salì in macchina in piena notte guidando fino all’alba della domenica. Dopodiché, Rindt e Gregory ripresero a guidare regolarmente, tagliando per primi il traguardo davanti ad altre due Ferrari, quella del team Dumay e la 275 dell’Ecurie Francorchamps. Nessuno tra gli ufficiali di gara registrò quel cruciale stint notturno di Ed Hugus, nonostante si dica che Chinetti segnalò in ogni modo il cambio in corsa. Nessuna coppa, nessuna menzione per decenni, un vero e proprio pilota fantasma. Fino a quando, nel 2005, lo stesso Hugus rispose alla lettera di un appassionato, confermando quanto scritto poche riga fa e chiosando con un “c'est la vie”. Quest’anno Ferrari festeggia i 60 anni da questo grande trionfo, dopo il quale è iniziato un lungo digiuno interrotto nel 2023 dal ritorno nella classe regina, la Hypercar, grazie al successo di Alessandro Pier Guidi, Antonio Giovinazzi e James Calado sulla 499P #51. E proprio in occasione dell’incontro con la stampa organizzato a Maranello prima di partire per Le Mans, Ferrari ha voluto ricordare quella mitica gara, portando la 250 LM al centro della 'Piazza Michael Schumacher' di Fiorano e celebrando l’impresa di Rindt, Gregory e Hugus, la cui storia rappresenta alla perfezione il magico ed epico universo della 24 Ore di Le Mans, fatta non solo di storie scritte, riprese e raccontate, ma anche di favolose avventure rimaste sconosciute per decenni.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Il pilota fantasma che 60 anni fa fece vincere la 24 Ore di Le Mans alla Ferrari