NBA, Cavaliers-Spurs: Leonard sfida James
NBACleveland contro San Antonio è sempre più LeBron contro Kawhi, i due migliori giocatori in entrambe le metà campo dell'intera NBA. Da loro (e non solo) passano i destini delle due squadre e della sfida in onda dalle 2.30 su Sky Sport 2
A cinque giorni di distanza dalla scoppola subita in trasferta contro i Golden State Warriors, i Cleveland Cavaliers sono chiamati a stretto giro a confrontarsi con un’altra sfida di primo livello, una di quelle che già dal 25 ottobre vengono segnate con il circoletto rosso sul calendario della fitta regular season NBA. I campioni in carica infatti questa notte ospiteranno i San Antonio Spurs, reduci da cinque gare casalinghe nelle ultime sei disputate e alla prima di quattro sfide in trasferta. Non una novità l’incrocio tra le finaliste del 2007 a gennaio, visto che entrambe le partite della passata regular season si giocarono sempre in questo mese. Quella volta gli Spurs arrivano alla Quicken Loans Arena senza l’indisponibile Tim Duncan, sconfitti per 117-103 senza riuscire mai a essere completamente in partita. Adesso il numero 21 ha definitivamente salutato la squadra di Gregg Popovich, non prima però di aver completato del tutto il passaggio di consegne nelle capienti mani del numero 2.
Passaggio di consegne indolore - I texani infatti non hanno risentito dopo 19 anni dell’assenza del sei volte campione NBA, affidando le proprie speranze di successo a Kawhi Leonard, fresco di nomina da titolare nel quintetto dell’Ovest all’All-Star Game per la seconda stagione consecutiva. Il prodotto di San Diego State, giocatore da 12 punti scarsi non più di quattro anni fa, ha spinto oltre ogni più rosea previsione la sua maturazione, raddoppiando la media dei punti realizzati e soprattutto imponendosi come uno dei migliori realizzatori della lega. Leonard è il migliore del roster degli Spurs per Offensive Rating (114.6) e il peggiore invece per quello difensivo (105.4). Il mondo al contrario, se non fosse che in realtà il suo peso specifico a difesa del canestro non è cambiato di una virgola; talmente importante da dover costringere gli avversari a modificare il proprio piano partita. Sintomatico di questa tendenza è stata la gara persa dai texani contro Chicago lo scorso 8 dicembre, l’extrema ratio sperimentata da coach Hoiberg per provare a mettere fuori dai giochi il miglior difensore della lega degli ultimi due anni.
Leonard, due giocatori in uno - Il termine coniato è stato Kawhisolation - l’unico modo per far sì che Leonard non entri nei meccanismi difensivi degli Spurs è quello di isolarlo in un angolo in marcatura del miglior giocatore della propria squadra. Il ragionamento è: “Meglio rinunciare al proprio miglior attaccante che avere a che fare con una difesa in cui viene coinvolto Leonard”. In quell’occasione sacrificare Jimmy Butler funzionò, ma a guardare il record di San Antonio (33-9, il secondo migliore in NBA alle spalle degli Warriors) si direbbe che non sempre si ottengono i risultati sperati. Il numero 2 dei nero argento arriva al match contro Cleveland avendo messo a referto cinque trentelli in fila nelle ultime gare disputate, viaggiando in queste due settimane a 33.4 punti di media, tirando col 52.4% da tre e con il 62.7% di True Shooting. Il miglior difensore NBA che diventa anche il primo attaccante della lega. La definitiva consacrazione, avvenuta ancora una volta in perfetto stile Spurs: in silenzio, senza troppo clamore e evitando che venga sottolineata più del dovuto. Kawhi Leonard è diventato il miglior two way player della lega, LeBron James permettendo.
Più LeBron del previsto – Il numero 23 infatti è solito gestire con il contagoccie le energie in regular season, anche se i 38 minuti di utilizzo nelle ultime 13 gare sono tanti per uno abituato ormai con il passare degli anni a centellinare le sue forze, più volte costretto a scollinare oltre quota 40 minuti come accaduto nei recenti successi contro Sacramento e Phoenix. Il suo peso sulle sorti della squadra infatti resta enorme, come dimostra il suo Net Rating: con LeBron sul parquet infatti Cleveland segna ben 8.3 punti in più degli avversari ogni 100 possessi; un dato che crolla a -7.3 quando va a sedersi in panchina. Senza di lui i Cavs hanno il 29° Net Rating dell’intera NBA, migliori (di poco) soltanto dei Brooklyn Nets. Una dipendenza che i nuovi aggiustamenti del quintetto stanno provando a lenire: la promozione a titolare di Iman Shumpert ha generato già i suoi primi effetti, con il numero 4 che sta viaggiando negli ultimi tre incontri a 16 punti di media con il 61% dall’arco. Kyle Korver invece ha trovato finalmente il fondo della retina dalla lunga distanza anche alla Quicken Loans Arena, sboccandosi definitivamente in maglia Cavs.
Gli assenti - In quintetto poi dovrebbe esserci ancora James Jones, autore di 14 punti contro i Suns nell’ultimo match in cui ha preso il posto di Kevin Love, alle prese con i problemi alla schiena che non dovrebbero permettergli di scendere in campo contro gli Spurs. Lui e il lungodegente J.R. Smith gli assenti da una parte, mancherà invece Pau Gasol dall’altra, fuori dalle quattro alle otto settimane dopo l’operazione per ridurre la frattura al quarto metacarpo della mano sinistra. “L’assenza di Gasol peserà, ma abbiamo tanti giocatori in panchina pronti a rispondere presente quando verranno chiamati in causa” commenta Kawhi Leonard, forte del fatto che San Antonio dispone della miglior panchina NBA. La seconda per punti prodotti dietro quella dei Raptors che si ritroverà di fronte la 25^ difesa, in un confronto che sembra essere una delle possibili chiavi del match. Due giorni fa sono già arrivate le parole di enorme rispetto e stima di LeBron James nei confronti di Gregg Popovich (“È il miglior allenatore di tutti i tempi”), che i maligni hanno letto più come un attacco a Phil Jackson prima ancora che un elogio al coach degli Spurs. Il numero 23 in realtà conosce bene lo spessore del proprio avversario. A noi non resta altro che goderci lo spettacolo, questa notte dalle 2.30 (e poi con le consuete repliche) su Sky Sport 2.