Il fallo fischiato a Marcus Smart nel finale di gara su Jmmy Butler, non è proprio andato giù ai Boston Celtics, furiosi al termine del match dello United Center
Non capita molto spesso in NBA di ascoltare toni polemici così duri nei confronti degli arbitri, ma quando senti il suono della sirena e stai già gustando la sensazione di uscire dal parquet con le braccia alzate, è difficile vedersi assegnare contro un fallo che il match lo decide, ma in favore degli avversari. È quanto successo a Chicago nella sfida tra Bulls e Celtics, con Boston in vantaggio 102-103 a 10 secondi dalla fine. Sul possesso decisivo giocato dai padroni di casa Jimmy Butler trova solo il ferro e i Celtics, complice anche il suono della sirena, sono pronti a festeggiare il quinto successo consecutivo. Nella bolgia dantesca dello United Center però, in pochi si rendono conto che è arrivato un fischio: fallo di Marcus Smart sul tentativo del numero 21 avversario. Istant replay per rimettere sul cronometro nove decimi di secondo e due liberi per Butler. È arrivato così il successo dei Bulls che ha fatto infuriare i Celtics.
Fischio da superstar? - “Abbiamo vinto questa partita. Sì, l’abbiamo vinta” commenta Isaiah Thomas, amareggiato nel post partita. “È stata una fantastica azione difensiva di Marcus e un fischio orribile da parte degli arbitri. Questo è pessimo”. Sulla stessa lunghezza d’onda Marcus Smart, reo di aver toccato il gomito di Butler durante l’azione di tiro: “Mentre Jimmy stava tirando, l’ho sentito lamentarsi ‘niente fallo?’. Appena ha pronunciato queste parole, è arrivato il fischio e ho visto l’arbitro alzare le braccia e segnalare il fallo”. Il numero 36 dei Celtics non riesce a trovare pace: “Sono uno dei migliori difensori della lega, ho giocato un’ottima difesa in quel possesso – so che è così. Ho mosso bene i piedi, ho fatto tutto correttamente. Suppongo di essere stato punito per aver giocato un’ottima difesa”. Ti parere opposto Butler, il quale risponde piccato: “Un fallo è semplicemente un fallo; lui ha toccato il mio gomito. Non mi preoccupo di certo di tutto quello che viene detto. Penso che avrei realizzato il tiro qualora il contatto non avesse alterato la traiettoria. Le persone continueranno a ripetere ‘non era fallo’, ma in realtà il contatto c’è stato. È stato un fischio corretto”.
Abbassare i toni - Giusto o meno, Brad Steven (come molti altri), non è riuscito inizialmente a sentire il fischio, intuito dalla reazione di sdegno e protesta avuta dai suoi giocatori sul parquet. “Sono cose che fanno a parte del gioco, bisogna andare avanti – commenta il giovane coach dei Celtics, provando a smorzare i toni -. Credo che i ragazzi hanno giocato un’ottima gara, considerando il fatto che era la sesta negli ultimi nove giorni. Sono orgoglioso del modo in cui abbiamo lottato e non consentirò alle discussioni arrivate nel finale di gara di farci cambiare rotta. Sono contento della squadra e della direzione che stiamo seguendo”. La chiave di lettura finale invece è quella di un sorridente Taj Gibson da 12 punti e 9 rimbalzi. “loro sono una squadra di grande talento: dobbiamo goderci questo successo. Siamo stati fortunati”. Nella vita, in fondo, ci vuole anche quella.