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NBA, i risultati della notte: Jazz ok a Washington

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Vittorie importanti in trasferta per Jazz e Celtics in chiave playoff. Toronto senza Kyle Lowry, batte all'Air Canada Center Portland. San Antonio passa facile allo Staples Center contro i Lakers

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Washington Wizards-Utah Jazz 92-102 — Vittoria di prestigio per i Jazz sul campo degli Wizards, dove dal 6 dicembre in poi avevano perso solamente una volta contro i Cleveland Cavaliers. A fare la differenza è stata soprattutto la difesa e la fisicità degli ospiti, che prima hanno costretto gli Wizards al peggior primo tempo della stagione (39 punti col 37% dal campo) e poi li hanno dominati nel pitturato, stravincendo nei punti in area 46-28 e doppiando gli avversari a rimbalzo (52-27). Un dominio che porta la firma di Rudy Gobert (15 punti, 20 rimbalzi, 4 stoppate con 3 assist di pregevole fattura) e i contributi offensivi di George Hill (21 punti) e Gordon Hayward (30), autore anche dei canestri per ricacciare indietro la rimonta dei padroni di casa, rientrati dal -24 al -6 grazie ai 23 con 12 assist (ma 9 palle perse) di John Wall e i 22 (ma zero nel primo tempo) di Bradley Beal. 

Los Angeles Lakers-San Antonio Spurs 98-119 – Gli Spurs vincono ancora contro i Lakers e conquistano l’ottavo successo consecutivo contro i giallo-viola, il settimo in fila allo Staples Center in una sfida che negli ultimi anni è diventata via via sempre più proibitiva per i losangelini. Kawhi Leonard mette subito le cose in chiaro, segnando 16 dei suoi 25 punti nel primo quarto, gli stessi con cui vanno a riposo al primo intervallo i texani. Da lì in poi è sostanzialmente una gara in totale controllo per i nero-argento, abili amministratori di un vantaggio che non scende mai sotto la doppia cifra nei successivi tre quarti. Alla fine sono 12 i giocatori con almeno tre punti a referto e otto minuti trascorsi sul parquet in casa Spurs. “I record e i numeri degli ultimi 19 anni parlano da soli”, commenta l’ex di giornata Pau Gasol, autore di 15 punti in uscita dalla panchina. 

Milwaukee Bucks-Phoenix Suns 100-96 – I Bucks acciuffano una vittoria meno scontata del previsto contro Phoenix, grazie alla tripla realizzata a 8.5 secondi dal termine da Tony Snell, nata da uno scarico di Antetokounmpo, abile a leggere la difesa avversaria e a non perseguire a tutti i costi la soluzione personale. “È stata una grande lettura quella di Giannis, paziente e abile nel capire in anticipo cosa stava per accadere” commenta coach Jason Kidd. Il numero 34 dei Bucks chiude con 28 punti, 8 rimbalzi e 6 assist, richiamato in panchina a 5 minuti dal termine quando sul +9 sembrava che il risultato fosse ormai acquisito. Il ritorno in gran carriera dei Suns però ha costretto coach Kidd a ributtarlo nella mischia per gli ultimi delicati 45 secondi. Per fortuna che il greco ha risposto ancora una volta presente.

Toronto Raptors-Portland Trail Blazers 112-106 –Kyle Lowry non c’è per la seconda gara consecutiva, ma i Raptors vincono anche contro Portland sempre grazie al trascinante DeMar DeRozan di questa stagione, autore di 33 punti. I canadesi, sprofondati sul -12 a metà secondo quarto, sono stati bravi a piazzare subito un parziale da 15-2 che li ha portati all’intervallo in vantaggio di un punto. Ottimo il contributo di Serge Ibaka, che chiude il match con 18 punti e 10 rimbalzi, subito inserito nei meccanismi offensivi dei Raptors. Dall’altra parte invece non bastano i 28 punti di Damian Lillard a una squadra sempre incostante e incapace di inanellare una serie convincente di successi. Nuggets e Pelicans perdono, ma i Blazers non riescono ancora una volta ad approfittarne, in quella che appare sempre più una gara a chi ne perde meno e non a chi vince di più.

Detroit Pistons-Boston Celtics 98-104 — I Celtics rovinano la serata del ritiro della maglia numero 32 di Richard Hamilton andando a sbancare il Palace of Auburn Hills grazie a un protagonista inatteso. Isaiah Thomas chiude con 33 punti ma “solo” 8 nell’ultimo quarto in cui tira 1/7 dal campo, mentre è la tripla di Jaylen Brown a cambiare le sorti dell’incontro. Libero in angolo a 37 secondi dalla fine, il rookie ha segnato la tripla andando anche in lunetta per il tiro supplementare, ma paradossalmente il suo errore ha permesso ai Celtics di recuperare il rimbalzo e segnare altri due liberi con Marcus Smart, trasformando uno svantaggio di un punto in un vantaggio di 4. E dire che i Pistons erano riusciti a rientrare da -15, ma il 16/35 dalla lunetta di squadra (di cui 1/11 di Andre Drummond) li ha alla fine condannati alla sconfitta davanti a gran parte della squadra campione nel 2004, accorsa per celebrare “Rip” Hamilton.