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NBA. Chris Paul: "La nostra difesa fa schifo"

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La situazione in casa Clippers si sta facendo sempre più pesante. E le parole di J.J. Redick e Chris Paul non fanno altro che complicare le cose

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I Clippers di questo finale di regular season assumono sempre più i contorni di una polveriera pronta a esplodere. Pronta a far venire fuori tutte le contraddizioni accumulate in cinque anni di progetto in cui i risultati non sono mai andati di pari passo alle aspettative. “L’ultimo ballo”, era il titolo con cui molti hanno sottotitolato la stagione dei losangelini, che difficilmente manterranno questo roster nel prossimo futuro, vista la player option che sia Chris Paul che Blake Griffin possono decidere di accettare o meno in estate. Nonostante le rassicurazioni di rifirma che entrambi hanno lanciato nelle scorse settimane, soltanto una stagione vincente sarebbe stata garanzia per provarci almeno un’altra volta nel 2018, ma con il trascorrere della regular season la squadra di Doc Rivers sta via via allontanandosi dal ruolo di contender che con fatica ha provato a ritagliarsi in questi anni, virando sempre più verso posizioni di classifica che non garantiscono neanche il fattore campo a favore al primo turno di playoff.

Stagione in altalena -  Gli ultimi cinque mesi non sono stati per nulla semplici per il coach ex-Boston Celtics, alle prese con continue emergenze legate non solo agli infortuni, ma anche a un roster che nonostante i numerosi tentativi, fatica a garantire alternative credibili a un quintetto che resta il punto forte della squadra. La partenza da 14-2 aveva illuso alcuni, facendo credere che fosse finalmente arrivata la volta buona. Ma chi conosce i Clippers, sa bene con quanta facilità la situazione possa assumere ben altri connotati. Cinque sconfitte in sette gare, combinate con l’infortunio di Blake Griffin sul finire di novembre hanno infatti repentinamente cambiato lo scenario. Non più primi, ma terzi. E poi quarti, visto che con la risalita dei Rockets è coincisa anche l’assenza di Chris Paul. Difficoltà a cui neanche i progressivi rientri in campo delle due star hanno saputo dare una risposta definitiva.  

I lunghi a riposo – Griffin fuori per 21 partite, le stesse saltate anche da Chris Paul (8-13 senza il playmaker) sono un’attenuante non da poco, come dimostra la sconfitta arrivata nella notte a Denver. Rivers infatti ha deciso di tenere a riposo sia Blake Griffin che DeAndre Jordan, che in questa regular season non aveva ancora mai tirato il fiato e volato a Houston a causa di questioni familiari. “Penso sia la soluzione migliore – commentava il coach a poche ore dal match del Pepsi Center -; non ha mai riposato nell’arco di tutta la stagione, non potendo concedersi un po' di meritato relax neanche nel weekend dell’All-Star Game, in cui sono certo che non ha risparmiato energie. È riuscito a fare più viaggi e spostamenti di noi in queste ultime settimane e vi garantisco che è molto difficile”. Una scelta che ha favorevolmente sorpreso l’allenatore dei Nuggets, ritrovatosi a giocare contro una squadra a mezzo servizio. “Ho chiamato Doc Rivers ieri dopo la sconfitta in volata contro Milwaukee per dirgli ‘È stata un a battaglia, i tuoi ragazzi mi sono sembrati stanchi. Perché non li lascia a casa a riposare?”, risponde scherzando coach Malone ai giornalisti che gli chiedono quando è venuto a sapere che non sarebbero scesi in campo i due lunghi avversari. Un vantaggio non da poco, visto con quanta facilità Nikola Jokic e Wil Barton hanno scherzato la difesa dei Clippers.

Paul e Redick, parole al veleno – Già, la difesa. A preoccupare infatti i losangelini non è stato soltanto il risultato che riavvicina pericolosamente i Thunder, ma i commenti molto critici e poco filtrati di J.J. Redick e Chris Paul a fine gara, i titolari scesi in campo a Denver. Quando il prodotto di Duke è stato imbeccato su cosa avesse pensato quando ha saputo della situazione del roster, ha risposto senza peli sulla lingua: “Mi aspettavo che avremmo giocato in maniera orribile in difesa, in continuità con quello che abbiamo fatto finora”. Non va per il sottile neanche Chris Paul: “La nostra difesa fa schifo. È colpa nostra, dobbiamo metterci più impegno e più applicazione”. Bordate che hanno il chiaro intento di scuotere un ambiente intorpidito, che viaggia in stagione con il 18° rating difensivo complessivo – un dato che nelle ultime quattro settimane li ha visti precipitare al 29° posto, meglio soltanto dei Lakers. “Fatichiamo ancora a trovare la nostra dimensione”, chiosa Redick. “È un anno strano, una stagione maledetta. Tutta l’intera stagione è senza un filo logico. La partenza lampo, ma anche la striscia di sette vittorie consecutive a inizio 2017 sembrano essere arrivate tre anni fa”. Il problema è che quelli potrebbero essere ricordati come l’ultimo momento positivo di un ciclo che sta volgendo al termine.