La superstar di San Antonio segna 20 dei suoi 22 punti nel secondo tempo compreso il canestro del vantaggio nel finale. DeMarcus Cousins esplode per 41 punti e 17 rimbalzi nella vittoria dei Pelicans, Brook Lopez firma il suo primo buzzer beater in carriera
Minnesota Timberwolves-San Antonio Spurs 93-100 – Kawhi Leonard va al riposo con solo 2 punti sul suo tabellino (il minimo mai fatto registrare quest’anno) prima di doversi fermare - solo momentaneamente - per un colpo all’occhio nel quarto quarto. Non importa: il n°2 di San Antonio finisce per segnare 20 dei suoi 22 punti nella ripresa, compreso il canestro con cui mette gli Spurs davanti a 54 secondi dalla fine. A far male ai Timberwolves, giunti alla quarta sconfitta in fila, oltre a Leonard (e LaMarcus Aldridge, autore di 26 punti) anche le sanguinose 23 palle perse, che portano a 35 punti degli ospiti. Inutile allora l’ennesima doppia doppia per punti e rimbalzi (25+14, nessuno eguaglia le sue 53 stagionali) di Karl-Anthony Towns e i 22 di Andrew Wiggins.
New Orleans Pelicans-Memphis Grizzlies 95-82 – “Sono finalmente uscito dal mio guscio”, le parole di DeMarcus Cousins al termine di una gara letteralmente dominata dall’ex centro dei Kings e chiusa con 41 punti, 17 rimbalzi, 3 stoppate e ben 5 triple a segno, pareggiando il suo massimo in carriera. A dargli man forte i 19 punti con 13 rimbalzi di Anthony Davis (60+30 il loro apporto combinato, contro il 14+18 messo in campo dalla coppia Gasol-Randolph), abbastanza per assicurare ai Pelicans la quinta vittoria nelle ultime sei gare e una residua speranza di playoff. Memphis vede invece fermarsi a 4 la sua striscia di vittorie nonostante un ottimo primo tempo difensivo (New Orleans tenuta a 34 punti), seguito però da un terzo quarto disastroso (32-13 per i padroni di casa). Inutili i 16 punti di Mike Conley.
Brooklyn Nets-Detroit Pistons 98-96 – Una rara vittoria per i Brooklyn Nets (solo la 14^) arriva con un ancora più raro canestro allo scadere di Brook Lopez – anzi, il suo primo in carriera. Il lungo dei Nets corona una serata da 29 punti e 7 rimbalzi con 13/24 al tiro con i due più importanti sulla sirena, infliggendo ai Pistons una sconfitta importante in chiave playoff, con Detroit che scivola fuori dalle prime otto posizioni. Dopo i 31 punti segnati nel primi dodici minuti, gli ospiti ne collezionano solo 34 nei due nei due quarti di mezzo, finendo sotto 74-65. Un parziale di 13-5 guidato da Ish Smith (12 dei suoi 16 arrivano nell’ultimo periodo) riaprono la gara, prima che a deciderla arrivi il canestro di Lopez. Per Brooklyn 15 punti del rookie Caris LaVert mentre Detroit ha 24 da Tobias Harris, 19 da Kentavious Caldwell-Pope e 13 con 17 rimbalzi da Andre Drummond costretto però a uscire per un infortunio al ginocchio.
Miami Heat-Phoenix Suns 112-97 – A far notizia dovrebbero essere i rimbalzi di Hassan Whiteside (14 contro i Suns, 936 quest’anno, due in più del massimo stagionale mai raggiunto da un giocatore degli Heat, Rony Seikaly nel 1991-92) ma a fine gara si parla solo dei suoi punti. Non i 23 inflitti a Phoenix ma i 13 di sutura necessari per arginare un taglio tra il suo dito medio e l’anulare, stesso infortunio e stessa posto che aveva richiesto altri 10 punti di sutura (e uno stop di 3 gare) due stagioni fa. Una notizia che va a minare l’ottimismo di casa Heat dopo la vittoria che riporta Miami in zona playoff (ottavi al momento ai danni dei Pistons), giunta anche grazie ai 54 punti della panchina di coach Spoelstra, guidata dai 17 di Tyler Johnson. Per Phoenix il migliore è il rookie Marquese Chriss, ma i suoi 24 punti non possono evitare la quinta sconfitta consecutiva alla squadra dell’Arizona.
Dallas Mavericks-Golden State Warriors 97-112 – Non è facile battere la squadra di Steph Curry, ancora meno se condividi il suo stesso cognome: sale a 6 sconfitte su 6 scontri diretti il bilancio di Seth contro il fratello più famoso (e 2/10 al tiro per soli 4 punti quando la marcatura è diretta: “E mio padre è ancora convinto che sia lui, il miglior tiratore di famglia”, scherza il n°30 degli Warriors), in una gara che Golden State decide con la difesa (solo 28 punti concessi ai Mavs sotto canestro, miglior prestazione stagionale) prima ancora che con l’attacco (23 per Klay Thompson, 17 per Steph Curry ma anche 18 per Ian Clark dalla panchina, il 55.1% dal campo, il 43.3% dall’arco e 34 assist sui 43 canestri di squadra). Per gli Warriors è la quinta vittoria in fila e la 28^ stagionale ottenuta lontano da casa, prima squadra nella storia a raggiungere tale cifra per tre annate consecutive. Per Dallas quarta sconfitta nelle ultime sei, inutili i 16 punti di Dirk Nowitzki.
Portland Trail Blazers-Milwaukee Bucks 90-93 – Vincono in volata i Bucks, che portano così a 3-2 il bilancio di vittorie-sconfitte nel giro di trasferte a Ovest decisivo nella rincorsa all’ottavo posto. Chi rallenta invece la sua marcia di avvicinamento a Denver è Portland, incapace di trovare la via del canestro negli ultimi tre minuti di gara e “tradita” sulla sirena da Damian Lillard che non trova neanche il ferro sul tentativo del possibile pareggio al termine di una partita da 31 punti e 7 assist. Ventidue pesantissimi quelli messi a referto da Giannis Antetokounmpo per gli ospiti, guidati soprattutto da Chris Middleton, l’uomo che ha cambiato il volto e l’efficacia di una squadra che grazie ai suoi 26 punti conquista il nono successo nelle ultime undici gare.
Los Angeles Lakers-L.A. Clippers 109-133 – Il derby dura poco più di un quarto, fino a quando il vantaggio dei Clippers raggiunge la doppia cifra e diventa chiaro a tutti che i Lakers non hanno né la forza, né la voglia di provarci. Diverse le motivazioni e diversi soprattutto i roster che ormai da anni hanno invertito la tendenza che fino a qualche anno fa vedeva i giallo-viola come padroni indiscussi della città. In questa regular season l’acuto natalizio dei ragazzi di Luke Walton aveva illuso, prima però di tornare a quella che da tre anni a questa parte è diventata normalità. Alla sirena finale sono otto i giocatori dei Clippers in doppia cifra, guidati dai 27 punti e 8 assist di Chris Paul in 25 minuti: per la squadra di Doc Rivers è la terza vittoria consecutiva, decisiva nel riportare i suoi a sola mezza partita di distanza dagli Utah Jazz, attualmente quarti.