Ancora senza Danilo Gallinari ma con 7 giocatori in doppia cifra e un Nikola Jokic vicino alla tripla doppia, i Denver Nuggets battono 126-113 i campioni NBA in carica, per la prima volta al completo da inizio stagione e ora sotto il 50% dalla pausa dell'All-Star Game
“Ci hanno battuto in ogni aspetto del gioco”. Il ritornello nello spogliatoio dei Cavs è lo stesso per tutti, declinato tanto da LeBron James che dal suo allenatore Tyronn Lue. “Non siamo stati fisici abbastanza”, le parole del n°23, ottimo al tiro (8/12) ma limitato a soli 18 punti e soprattutto con un plus/minus di -30, il terzo più basso della sua intera carriera. “Gli abbiamo lasciato il tiro da tre (11/26, il 42.3%) – l’analisi di coach Lue – il gioco interno (un umiliante 70-30 Nuggets il bilancio dei punti in area), i rimbalzi offensivi (10 dei 44 catturati dai padroni di casa): ci hanno dominato”. Cleveland ha sprecato una serata da 33 punti di Kyrie Irving, con 4/5 dall’arco, e la miglior gara in maglia Cavs di Deron Williams, autore di 19 punti con 8/10 dal campo. Una sconfitta preoccupante per i campioni NBA in carica soprattutto per due motivi: perché Tyronn Lue poteva schierare per la prima volta in stagione il suo roster al completo e perché col ko della Pepsi Arena il record dei Cavs dopo la pausa per l’All-Star Game scende sotto il 50%, con 7 vittorie a fronte di 8 sconfitte.
Vittoria di squadra – Venivano da due gare perse in fila (dopo 4 successi) anche i Nuggets, che contro i Cavs hanno disputato una gara quasi perfetta. Lo testimoniano i 7 giocatori in doppia cifra (con Gary Harris miglior marcatore di squadra con 21 punti), una panchina capace di produrre 56 punti (con Will Barton a quota 20) e un gioco corale espresso perfettamente dai 35 assist di squadra sui 51 canestri segnati, a fronte di soltanto 6 palle perse. Ancora privi di Danilo Gallinari, i Nuggets hanno ora sconfitto nelle ultime sei settimane sia Cavs che Warriors, le finaliste dello scorso anno: “Vuol dire che quest’anno è il nostro turno di arrivare in finale”, scherza coach Michael Malone nel dopo partita, ma se non le finali, almeno i playoff sembrano un obiettivo sempre più realistico per Denver, una gara e mezzo davanti a Portland per l’ottavo posto a Ovest.
Jokic & Faried – Momenti di gloria anche per Nikola Jokic, titolare di una gara vicina alla tripla doppia (8/10 dal campo, 16 punti, 10 rimbalzi, 7 assist) ma soprattutto della giocata della serata, un canestro uno-contro-uno segnato di fisico in faccia a LeBron James: “Volevo solo segnare, che fosse contro di lui o qualcun altro poco importa”, le parole del serbo, un’opinione condivisa il giusto dai 19.718 del Pepsi Center, in completo visibilio dopo la giocata. Per Faried, invece, 7 dei suoi 17 punti arrivano in un intervallo di due minuti nel terzo quarto, quando il vantaggio dei Nuggets dal +20 era sceso fino a soli 5 punti: “Il suo impatto ha completamente cambiato la partita”, le parole del suo compagno di reparto Mason Plumlee. “Stasera tanti miei giocatori hanno veramente giocato bene”, le parole soddisfatte di Michael Malone. Che ora si augura lo stesso rendimento da qui al termine del campionato.