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NBA: la corsa al premio di MVP live su skysport.it

NBA

Questa sera dalle 21.30 in diretta streaming su skysport.it la sfida tra Houston Rockets e Oklahoma City Thunder: un anticipo di playoff in cui Russell Westbrook e James Harden si daranno battaglia alla caccia del titolo di MVP

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Le 50 vittorie sono ormai un discorso archiviato in casa Houston Rockets (50-22 il record) e la sfida contro OKC (41-30) potrebbe dare il via alla cavalcata finale per avvicinarsi il più possibile alle 60, un traguardo che anche i più ottimisti avrebbero faticato a pronosticare cinque mesi fa. Nel mezzo, lo strepitoso lavoro di Mike D’Antoni (favorito al titolo di Coach of the Year), il clamoroso impatto dei nuovi arrivati (Ryan Anderson, Eric Gordon e Lou Williams) e soprattutto James Harden, MVP in 999 casi su 1000, se non fosse che in questa regular season le sue 19 triple doppie (record degli ultimi 40 anni) impallidiscono di fronte alle 35 di Russell Westbrook, protagonista con OKC questa sera sul parquet di Houston.

In stagione 2-1 Rockets. Ma Westbrook… – I precedenti lasciano ben sperare, essendo quella delle 21.30 la quarta sfida stagionale tra Rockets e Thunder, con i texani in vantaggio 2-1 negli scontro diretti. La prima gara la conquistarono Westbrook e compagni però, guidati dal trentello del numero 0 e dalla giocata forse più rappresentativa della stagione della point guard di OKC. A 7 secondi dal termine infatti, i Thunder hanno tre punti di vantaggio e la palla in mano. Chiunque cercherebbe di perdere tempo, far scorrere i secondi e cercare di ridurre le possibilità di rimonta avversarie. Non Russell Westbrook però, che ricevuto il passaggio di Alex Abrines prende la linea di penetrazione diretta e vola a inchiodare una schiacciata dalla bellezza selvaggia, sigillo definitivo sul 105-103 finale. Anche il secondo incrocio è molto combattuto, ma ad avere la meglio è James Harden che sfiora la tripla doppia (21-9-12) e soprattutto interrompe la serie di sette partite consecutive in tripla doppia di Westbrook, costretto ad accontentarsi dell’aver eguagliato (e non superato) Michael Jordan. Nel terzo episodio, il primo in Texas, il numero 0 ha dato l’ennesimo saggio della sua forza: 49 punti con 8 triple, 8 rimbalzi e 5 assist. Non abbastanza però per evitare la sconfitta al fotofinish: 118-116, con Nene che ha realizzato il libero della staffa.

Quando il coach è dalla tua parte - I Thunder quindi sembrano essere più motivati dei Rockets nell’andare a caccia di un successo che può significare salire in classifica ed evitare l’incrocio al primo turno con i texani. Quella è di gran lunga la motivazione più importante, più della tripla doppia di media del proprio leader: “Se i ragazzi ne parlano poco è tutto merito di Russell – ci tiene a sottolineare coach Donovan -, è lui il primo a non pensarci e a essere concentrato soltanto sul successo della squadra”. L’allenatore poi non perde occasione per promuovere la candidatura al titolo di MVP dello stesso Westbrook: “Sono sicuro che la maggior parte delle persone che prendono parte alla votazione, tengono in grande considerazione quanto bene stia facendo la tua squadra. Per questo le prestazioni dei Thunder pesano anche su quel tipo di valutazione”. A livello di vittorie però, è nettamente più forte la candidatura di Harden: “Per me era già un MVP da molto tempo – chiosa Mike D’Antoni -, e poi con la stagione che sta facendo… come si può non darlo a lui?”. Se la stagione del "Barba" è sicuramente meritevole di ogni lode, è altrettanto chiaro il nome della squadra che più lo ha fatto sudare finora: i Thunder. Contro la franchigia che ha chiamato casa per tre anni, infatti, l'offensive rating di Harden si ferma a quota 97, il più basso se comparato a qualsiasi altro avversario. Merito della combinazione letale schierata da OKC, che vede un difensore esterno come Andre Robertson - 200 centimetri e grande apertura di braccia - associato a un lungo intimidatore al ferro come Steven Adams. Ben 41 dei 55 tiri presi da Harden contro i Thunder sono stati contestati e questo spiega percentuali tutt'altro che invidiabili, il 29% dal campo e il 21.7% da tre punti. 

L’importanza di panchine e fattore campo — Superstar a parte, un’altra area dove i Rockets sono favoriti è nell’apporto delle seconde linee. La panchina agli ordini di Mike D’Antoni già contava su un potenziale Sesto Uomo dell’Anno in Eric Gordon prima di accogliere dai Lakers anche un altro grande realizzatore come Lou Williams. I due assieme al resto delle riserve contribuiscono 39 punti a sera (noni), sfoggiando il quarto plus/minus della lega (+1.6) e un’identica posizione se si considera il net rating (+4.9) prodotto dalla sola second unit. Diverso invece il discorso in casa Thunder dove, con in campo le riserve, il net rating precipita a -3.2, che colloca OKC al 19° posto nella lega. Houston inoltre è titolare del 4° miglior record interno di tutta la lega (dietro solo a Warriors, Spurs e Cavs) avendo vinto 27 delle 36 gare disputate al Toyota Center, e se è vero che tale rendimento casalingo è sostanzialmente uguagliato da quello dei Thunder alla Chesapeake Arena (27 vinte su 37), ciò significa che il rendimento di Westbrook e compagni lontano dall’Oklahoma non è certo così positivo: il loro record esterno di 14 vittorie e 20 sconfitte è il peggiore (insieme a quello dei Nuggets) di tutte le otto squadre oggi titolari di un posto playoff a Ovest.